La mascherata

Masque

Non erano naturali come tutti noi, ma nemmeno innaturali come gli attori. È difficile da spiegare.

J.D. Salinger, Il giovane Holden

 

C’è un motivo per cui Il giovane Holden, pubblicato 70 anni fa, è diventato un libro così iconico, lodato e condannato in egual misura. È perché riguarda la menzogna, la falsità, la recitazione, Hollywood, il teatro, il plagio, e al suo centro, una società di bugiardi. Attori in una mascherata disposti a indossare maschere e affrontare altri volti con gli sguardi velati degli sconfitti.

Si tratta della massiccia confusione sociale che entrò nella vita americana in modo intenso dopo la seconda guerra mondiale, un mondo di propaganda e prestazioni.

Anche se il libro sembra essere destinato agli adolescenti, è per gli adulti, e mentre infastidisce molti di loro con il suo gergo adolescenziale, arriva al cuore della nostra attuale società della vita-come-cinema. Gli adulti sono diventati bambini, e Holden Caulfield sapeva che l’avrebbero fatto. O lo erano. O forse lo voleva lui.
Ora viviamo in una società di bambini in costume, che chiedono di essere ingannati.

“Se volete sapere la verità”, continua a ripetere Holden, sapendo che la maggior parte della gente non lo fa, perché preferisce lo show.

È anche un libro autunnale con echi di foglie che cadono su una terra morente.

Il calcio e la guerra, Halloween e tutte le anime alla deriva nella luce crepuscolare di fine ottobre e l’imminente ricordo a novembre del Veteran’s Day, un tempo chiamato Armistice Day, quando si commemora il folle film d’azione lenta della prima guerra mondiale, la guerra che doveva porre fine a tutte le guerre con milioni di morti in trincee infestate dai topi, come se qualcosa fosse cambiato e tali ricordi non fossero celebrazioni segrete degli eroici sacrifici che i creduloni fanno per i loro padroni. La guerra è un imbroglio; l’imbroglio supremo.

Liam Clancy ci ricorda questa verità sulla “Grande” Guerra e su tutte le altre che sono seguite. Milioni di morti causati da bastardi bugiardi del governo. Attori della mascherata di massa.

Ma va più in profondità dei leader bugiardi. Perché la menzogna è la prima causa dei morti viventi negli Stati Uniti, e le compagnie farmaceutiche non hanno una ricetta per questo. Se l’avessero, e se ci tenessero, cosa che non fanno, avrebbero prodotto un farmaco adatto molto tempo fa. Li avrebbe uccisi naturalmente, ma poiché il loro business è il profitto e non il suicidio, indossano le loro maschere di sollecitudine e raccolgono il bottino, mentre producono veleno con cui colpire la gente.

Il grande scrittore inglese, D.H. Lawrence, ci ha avvertito molto tempo fa di non lasciare che i morti viventi ci divorino. Eppure siamo ancora divorati da un rifiuto che non ha nome, perché non sono solo loro ma anche noi – vittime e carnefici, entrambi in un gioco mortale reciproco.

La morte rappresenta un grande successo, come tutti sanno. Affascina molto più della vita. Uno sguardo ai mass media lo confermerà. Paura, morte e catastrofe sono il menu quotidiano, intervallato da un’elevazione kitsch. La propaganda si nutre di questo. Su e giù e da ogni parte gira la ruota e scuote i vostri cervelli.

Ma i fantasmi dell’autunno ci ricordano di stare attenti a questa necrofilia. I morti tornano e si aggirano tra noi, bambini mascherati che vagano per le strade in cerca di elemosina. Gli adulti ridono quelle risate strette e torve. Che carino!

Nietzsche diceva che “tutte le cose sono intrecciate, irretite e innamorate”. Lo trovo particolarmente vero durante la stagione autunnale, specialmente il fine settimana di Halloween di fantasmi, morte e maschere.

È incantevole e inquietante se ci pensiamo. Il suo simbolismo spiega la propaganda della Covid e il panico più di mille articoli sull’argomento. Spiega lo stato di guerra e il rifiuto degli adulti di opporsi con decisione. Spiega la base nichilista della società e le paure e i desideri dei bambini di usare una bacchetta magica per cambiare questo mondo in uno che celebri la vita e non la morte.

Questo è il reale dolcetto che la loro inconscia recita richiede. Ma la caramella che gli adulti danno loro nasconde il veleno che gli adulti non possono affrontare. Il veleno che hanno assunto.

Penso a come tutte le persone sono, per definizione, mascherate, visto che la parola persona derivata dal latino persona, che significa maschera. Mi viene in mente un’altra parola latina, larva, che significa anch’essa maschera, fantasma o spirito maligno. Per me le maschere viventi si illuminano quando penso ai fantasmi, ai morti, a tutte le anime e agli spiriti che circolano ai nostri giorni, turbinando come foglie morte nel vento.

Anche se l’etimologia può sembrare arcana, credo che ci offra un aiuto nelle nostre vite, non solo a livello personale, ma anche a livello politico e culturale. L’uso delle parole è il cuore del controllo linguistico della mente, e noi siamo in un mondo in cui i controllori della mente del pubblico sono diventati abili a modellare il linguaggio per i loro fini subdoli.

Orwell lo aveva previsto in 1984 con la sua spiegazione della neolingua:

Lo scopo della neolingua non era solo quello di fornire un mezzo di espressione per la visione del mondo e le abitudini mentali proprie dei devoti di SOCING, ma di rendere impossibile ogni altro modo di pensare. Si voleva che quando la neolingua fosse stata adottata una volta per tutte e l’archeolingua dimenticata, un pensiero eretico – cioè un pensiero che divergesse dai principi di SOCING – fosse letteralmente impensabile, almeno nella misura in cui il pensiero dipende dalle parole.

Un rapido controllo degli ultimi aggiornamenti dei dizionari corroborerà il punto di Orwell sul futuro dizionario, quando la neolingua si sarà pienamente affermata, il significato delle parole sarà così cambiato che qualsiasi cosa può significare qualsiasi cosa, anche il suo contrario.


Shakespeare, il paroliere per eccellenza, aveva ragione, naturalmente, a dirci che “tutto il mondo è un palcoscenico”, anche se non sono d’accordo con il bardo sul fatto che noi siamo “semplicemente” attori. Spesso sembra così, ma l’apparenza è l’essenza dello show e della parte dell’attore.

Ma chi siamo noi dietro le maschere? Chi è che pronuncia quelle parole che escono dai buchi della bocca delle maschere (la per-sona: latino, suonare attraverso)?

Halloween. I bambini giocano a spaventare ed essere spaventati. La morte cammina in mezzo a loro e loro urlano di gioia. Il gioco è iniziato. Il tristo mietitore cammina su e giù per la strada. I dolcetti li accolgono. I costumi sono ingegnosi; le maschere, selvagge. È tutto molto divertente, le caramelle sono dolci.
Ma qual è il trucco? Quando finisce lo spettacolo?

Quando Halloween finisce, i santi entrano marciando seguiti da tutte le anime. I giorni dei morti. Gli spiriti. Fantasmi che camminano per le strade. Cadono foglie morte. I morti sono ovunque, turbinano nell’aria, alla deriva. Siamo circondati da loro. Noi siamo loro. Fino a…

Fino a quando? Forse fino a quando noi morti non ci risveglieremo e smaschereremo la farsa della vita sociale rendendoci conto che gli esecutori mascherati non sono solo i mortali politici e le celebrità, non solo gli attori professionisti e gli esecutori dei media aziendali, ma noi.

E mentre questi giorni dei morti e dei giochi dei bambini possono portarci a chiederci se ci comportiamo come persone o come attori – “anche se è difficile da spiegare” – se dietro le doppie maschere ci rendiamo conto che possiamo essere attori genuini se andiamo abbastanza in profondità, la celebrazione del Veterans/Armistice/Remembrance Day pochi giorni dopo dovrebbe ricordarci enfaticamente i maestri della guerra e la necessità di vedere attraverso le loro maschere, come ci dice Bob Dylan. Gli esecutori del male che “giocano con il mio mondo come se fosse il loro giocattolo” con le loro infinite bugie.

 

Norman O. Brown descrive così bene la nostra scenografia:

Voci ancestrali che profetizzano la guerra; spiriti ancestrali nella danse macabre o danza di guerra; Valhalla, guerrieri spettrali che si uccidono e rinascono per combattere ancora. Ogni guerra è spettrale, ogni esercito è un exercitus feralis (esercito di fantasmi), ogni soldato un cadavere vivente.

Mi sembra che Albert Camus avesse ragione, e che dovremmo aspirare a non essere né vittime né carnefici. Per fare questo ci vorrà una seria rivalutazione dei ruoli che giochiamo nella continua tragedia nazionale di menzogne su menzogne nelle guerre di aggressione in tutto il mondo e nelle farse elettorali che le perpetuano.

Gli attori principali che eleggiamo sono una nostra responsabilità. Li produciamo e li manteniamo. Sono le nostre immagini speculari; noi siamo le loro. È la danse macabre, un ultimo tango nella terra dei cattivi attori, il nostro spettacolo a due facce.

Questo ballo in maschera che passa per realtà politica è infiltrato dai fantasmi di tutte le vittime che abbiamo ucciso in tutto il mondo. Possiamo scegliere di non vederli, ma sono in agguato negli angoli d’ombra. E ci perseguiteranno finché non faremo ammenda.

“Non sapete che arriva la mezzanotte in cui ognuno deve gettare la sua maschera?” ammoniva Kierkegaard. “Credete che la vita si lascerà sempre prendere in giro? Pensate di poter sgattaiolare via un po’ prima della mezzanotte per evitarlo? O non ne siete terrorizzato?”.

* * *

“Ogni volta che prendo in mano un giornale”, diceva Ibsen, “mi sembra di vedere dei fantasmi che scivolano tra le righe. Ci devono essere fantasmi in tutto il paese, spessi come le sabbie del mare. E poi siamo, tutti insieme, così penosamente spaventati dalla luce”.

Eppure i bambini e le voci eloquenti degli attori autentici che ho citato liberamente qui ci ricordano cosa è possibile ottenere se inseguiamo la luce e fermiamo la mascherata.

Questo sarebbe allora motivo per una vera celebrazione festiva.

Edward Curtin

Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare

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