L’identità del cuore, che asseconda
i cicli e le stagioni dei pianeti
e il respiro dell’acque e il crescerne erba
e i colmi avvenimenti d’ogni vita,
persuade in un ritmo di consensi
anche l’avvicendarsi in creature
che rientrano ed escono dal mondo
nel gran flusso e riflusso della morte.
Gloria del sole, la tua luce è ordito
d’anime che si librano in amori
immateriali nell’oceano d’angeli
del tuo torace cosmico; e il mio breve
polso è la tua battuta, e il mio pensarti
è la tua riva, e in te nutro il respiro
assiduamente del mio verbo d’uomo.
Arturo Onofri (da Terrestrità del Sole)