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Ecco che tesa l’ala nell’azzurro
l’ansia ritorna musica del sole:
si scioglie il nodo e s’anima un volere
d’obliare nel mondo la mia vita:
d’obliare la vita nel suo fato,
me stesso nella sua nuova speranza:
perdermi nell’immenso per tornare
il fanciullo che giuoca e non s’avvede
d’essere un dio chiamato al primo amore.
Fuoco dell’alta vetta si riaccende
e scioglie il ghiaccio di un’antica morte,
lampeggiando nel cuore della pietra,
dissolvendo l’inerzia in ogni vena.
Ascolto: è il suo ritorno ch’io ravviso
nel messaggio del cielo e della nube,
ravvivato dal sole entro ogni vita
e nell’alito della primavera.
Ella ritorna lieve come sogno
trasparendo nel suo nimbo di luce:
ritorna ed è speranza sconosciuta
di un’obliata sinfonia di stelle.
Diafano il volto della sua tristezza
d’essere sonno nella forma muta
mi si rivolge in tacita preghiera,
tutta l’anima intenta. Ella mi tace
un suo dolore che sgorgando aspira
all’angelico senso di trovarsi,
di ridestarsi ed essere lontana.
E se nel tempo ella ritorna al cuore,
la sento accesa all’apparire vivo
trasalire nel sogno che respiro:
la sento come olimpico mistero,
luce e colore d’ogni cosa avuta
nel segreto che tempera il mio fuoco
nel segreto ch’è fiaba d’ogni mondo.
Massimo Scaligero