Dove sono finiti i “fatti” e la “scienza”?

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Che fine hanno fatto i “fatti” e la “scienza”? La propaganda occidentale sulla “disinformazione dei vaccini” è solo un altro Russiagate. 

Accusando Mosca di diffondere disinformazione sui vaccini Covid-19, la propaganda statunitense che ha diffuso l’originale cospirazione del Russiagate, lo sta facendo di nuovo, alimentando paura e odio nel bel mezzo di una pandemia. 

Durante il fine settimana, il Wall Street Journal (WSJ) ha citato un anonimo funzionario del Dipartimento di Stato per affermare che la Russia sta utilizzando quattro siti web “collegati a” agenzie di intelligence per “iniettare false narrative” sui vaccini occidentali contro il Covid-19 che “possono essere amplificate” da altri media.  

Rispondendo ad una domanda, che le è stata rivolta questo lunedì, la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha risposto che l’amministrazione Biden sta “monitorando” e “prendendo provvedimenti per affrontare” questi tentativi stranieri. Nel frattempo però, il rapporto del WSJ veniva, ehm, amplificato su Twitter da prolifici influencer, che bollavano il presunto comportamento russo come un “crimine contro l’umanità”. 

Il fatto è che tutto ciò equivale già di per sé a un’operazione di disinformazione e manipolazione, per la stessa metodologia utilizzata dalle persone coinvolte. La fonte del WSJ è qualcuno del Global Engagement Center, istituito nel 2016 come servizio di propaganda contro i terroristi dello Stato islamico (IS, ex ISIS), che è stato successivamente ampliato per promuovere 

“narrative basate sui fatti che supportano gli alleati e gli interessi degli Stati Uniti”  e contrastare la “disinformazione russa”.  

 

L’affermazione che i quattro siti web fossero riferibili a spie russe era “il risultato di una conclusione congiunta tra agenzie”, il Journal ha citato un anonimo portavoce del Dipartimento di Stato. In altre parole, proprio come il famigerato“Intelligence Community Assessment che ha ufficializzato il Russiagate. 

 

 

L’articolo del WSJ fornisce anche l’anteprima di un “rapporto” - pubblicato lunedì – dell’Alliance For Securing Democracy, un progetto della ONG tedesca Marshall Fundnota per il suo Dashboard Hamilton68″ [NDT da WikipediaLa dashboard “Hamilton 68” sul sito web dell’ASD conserva traccia in tempo reale di 600 account di social media Twitter che l’ASD afferma essere “collegati a condizionamenti russi”, consapevolmente o inconsapevolmente] che ha promosso e amplificato il Russiagate vedendo “bot e troll del Cremlino” ovunque.

Ecco, ora iniziamo a ragionare! Non fosse per il fatto che il rapporto stesso finisce per essere pieno di titoli, di parole ambigue e analisi pignole su come alcuni titoli nei media sono “codificati”, nel tentativo di, ehm, promuovere una narrativa.  

ASD ha analizzato i tweet dei media russi, cinesi e iraniani e ha concluso che:

“ci sono stati pochi casi in cui i Paesi presi in esame abbiano promosso informazioni false sui vaccini”, ma che i rapporti su alcuni vaccini occidentali “sono stati spesso sensazionalizzati, mentre venivano minimizzate o omesse completamente le informazioni chiave relative al contesto“. 

Tenete presente che il “contesto”difficile è uno dei trucchi preferiti dai cosiddetti fact-checker per sostenere che qualcosa è falso anche se effettivamente vero.  



Come ammette la stessa ASD, Russia, Cina e Iran hanno cercato di persuadere il proprio pubblico che i loro vaccini erano “più sicuri, più efficaci e più economici di alcuni vaccini prodotti in Occidente”. 

Peccato che questo sia proprio quello che dicono letteralmente gli studi clinici pubblicati su rispettabili riviste mediche occidentali come Lancet,sullo Sputnik V. Non importa, adesso diventa“disinformazione” sottolineare il fatto che il vaccino russo costa meno dei vaccini con mRNA prodotti in Occidente, o non richiede la loro costosa cella frigorifera a -80°. 

ASD ammette persino in un tweet di ritenere che le “strategie informative” di Russia, Cina e Iran 

“rappresentino un equilibrio tra esigenze di salute pubblica, attività economiche, atteggiamenti geopolitici e altri interessi strategici”

insomma sia una strategiadiversa dal prendere frontalmente di mira i vaccini occidentali con messaggi negativi – il che è praticamente ciò che fa la stessa ASD, ma fa niente. 

Ormai dovrebbe essere evidente che le accuse di una “campagna di disinformazione russa” sono disoneste quanto il Russiagate, il che non sorprende considerando che proviene dagli stessi ambienti. Ricordate anche il tentativo dello scorso anno da parte del servizio di propaganda dell’UE di sostenere la stessa cosa, solo per essere bollato da accademici indipendenti come informazioni al limite della disinformazione”, secondo la loro stessa definizione del termine. 

Bisogna ammettere, a suo merito, che il Wall Street Journal ha contattato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, e ha riportato le sue dichiarazioni che liquidano le affermazioni del Dipartimento di Stato e dell’ASD come “assurdità”.Peskov ha anche affermato che l’intelligence russa 

non ha nulla a che fare con le critiche contro i vaccini”.  

Peskov ha aggiunto che se la Russia trattasse ogni storia negativa sullo Sputnik V come risultato degli sforzi di spionaggio occidentali“diventeremmo matti”, perché tali storie vengono pubblicate quotidianamente.  Questo è un fatto verificabile e gli esempi sono innumerevoli. 

Nel suo discorso inaugurale, Joe Biden ha detto agli americani che avrebbe apprezzato i fatti e la scienza. La scienza sullo Sputnik V è molto chiara, ed è altrettanto chiaro che persino i “cacciatori di troll” ammettono che i rapporti sugli effetti collaterali di alcuni altri vaccini sono reali. Allora perché sfidare sia i fatti che la scienza per sostenere di nuovo una sorta di cospirazione russa? 

E’ possibile che Biden e il suo vicepresidente Kamala Harris abbiano trascorso l’anno scorso a demonizzare le politiche sul coronavirus e persino i vaccini del presidente Donald Trump, solo per fare una svolta a 180° ora che sono in carica? Quindi ci raccontano,storie inventate  sull’aver dovuto“partire da zero” o fanno accuse alla Russia di  “amplificare la narrativa” o qualche simile assurdità, per sviare i sospetti provenienti dalle loro stesse dichiarazioni che seminano scetticismo sui vaccini tra gli americani. 

Per chi è in politica da 50 anni, usare l’ipocrisia e il capro espiatorio è facile come bere un bicchier d’acqua, ma ragazzi, c’è una pandemia e la gente sta morendo. Quindi, per favore, adesso basta.

Nebojsa Malic

Nebojsa Malic è un giornalista serbo-americano, blogger e traduttore, che ha scritto per Antiwar.com dal 2000 al 2015, ed è ora senior writer a RT.

Fonte

Tradotto da Diana Ambanelli per LiberoPensare

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