Come ti silenzio il senatore

Il potere della propaganda è ormai fenomeno globale sia nelle dimensioni che nella pervasività.
Quello che abbiamo notato a casa nostra in questi terribili mesi di verità imbavagliata e proibita, di menzogna strillata e travestita di autorevolezza non accade ovviamente solo in Italia.
A casa nostra abbiamo assistito alla roboante autoreferenziale propaganda da parte di autonominatisi alfieri della scienza – ormai trasformata in un dogma dalle caratteristiche messianiche – mentre tutte le voci discordanti – peraltro anch’esse sostenute da autorevoli uomini di scienza – sono state, quando non è stato possibile ignorarle per via della fama del ‘dissidente’ di turno, sdegnosamente bollate di negazionismo e antiscientificità.

Poi, naturalmente, come nel caso del recente sdoganamento da parte di Trump e del FDA della cura del plasma iperimmune per il Covid-19, abbiamo visto lo squallido, miserevole voltafaccia, di chi fino a ieri lo voleva proibire, mentre oggi si gonfia di orgoglio per la ‘italianità’ della terapia.

Uno spettacolo talmente disgustoso che chi sta scrivendo fatica a non correre al bagno a dare di stomaco.

Per noi e per tutti coloro che hanno cercato in questi mesi apocalittici di rettificare le evidenti menzogne ripetute a macchinetta da una stampa ormai ridotta a megafono del sistema è stato come urlare a perdifiato da un chilometro di distanza mentre i ‘custodi della verità’ utilizzavano un impianto di altoparlanti di 10.000 watt.

 

 

 

 

E questo è ormai il loro paradigma, ripetuto globalmente.

Se le verità scomode non sono funzionali all’agenda del potere le si ignora se non le si può combattere apertamente.

Ultimo episodio di una gravità eccezionale – anche se poco apprezzabile dal lettore italiano che non conosca le dinamiche della politica americana – è stato il ‘silenziamento’ del discorso del senatore Rand Paul (Rep-Kentucky) alla Convention nazionale repubblicana da parte del mainstream media, con la CNN che l’ha tagliato del tutto e la Fox che ha sostituito la parte contro la guerra con un’intervista.

Qui l’intervento:


Il senatore Rand Paul, invero uno dei pochi politici americani di spessore e intelligenza, non è sempre andato d’amore e d’accordo con il presidente Donald Trump, il cui carattere e le cui improvvide esternazioni non lo rendono invero particolarmente gradevole a molti – anzi lo ha combattuto duramente quando entrambi erano in lizza per le primarie repubblicane nella corsa alla presidenza del 2016.
Paul dunque eri nel suo intervento pur ammettendo di non essere sempre d’accordo con il presidente – e questo non può che andare a suo merito come espressione di libertà di pensiero e di parola –  ha affermato che il desiderio di Trump di porre fine alle “guerre infinite” compensa alla grande le differenze tra loro due:

Sto sostenendo il presidente Trump perché egli crede come me, che un’America forte non può combattere guerre infinite; non dobbiamo lasciare il nostro sangue e le nostre risorse nel pantano del Medio Oriente.

Definendo Trump..

…il primo presidente in una generazione a cercare di porre fine alla guerra piuttosto che iniziarne una.

Paul ha continuato ad attaccare quello che ha definito il “disastroso record di Joe Biden”, ricordando come il senatore Biden abbia a suo tempo votato per appoggiare la scelta del presidente George W. Bush di usare la forza in Iraq.

Temo che Biden sceglierebbe di nuovo la guerra. Ha sostenuto la guerra in Serbia, Siria, Libia. Joe Biden continuerà a versare il nostro sangue e sciupare le nostre risorse.

Ma questo messaggio contro la guerra, come si è detto, non è stato reso disponibile ai telespettatori della CNN, mentre Fox News, che ha snobbato la maggior parte della prima notte della Convention, ha sostituito parti del discorso di Paul con il presentatore Tucker Carlson che ha intervistato Donald Trump Jr. in diretta.

La MSNBC ha intervallato il discorso di Paul con le considerazioni della conduttrice Rachel Maddow, che ha tentato di contraddire l’affermazione di Paul che Trump stava “riportando a casa i nostri eroi”.
Maddow ha affermato che il numero totale di personale dispiegato all’estero è cresciuto sotto la presidenza Trump, mentre Paul si riferiva principalmente agli schieramenti di truppe nei punti caldi nel Medio Oriente in conflitto.

Come si vede, dunque, anche in questo caso, il paradigma è perfetto; nessuna voce dissenziente rispetto a quella del Ministero della Verità di orwelliana memoria è ormai consentita e, se colui che la espone è troppo in alto per venir eliminato o aggredito, la sua voce viene semplicemente silenziata.

Penso sia dunque evidente a tutti come questo scelta di propaganda e di censura globali non possa che essere considerata appartenente ad una emergenza bellica in cui ogni garanzia democratica e costituzionale – a livello globale – di espressione del proprio pensiero e parola sia stata sospesa.

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