È passata Maria

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di Nicola Gelo

L’oblìo è una forma di ricordo: ed è dunque da questo oblìo che dobbiamo partire, che dobbiamo cominciare, se vogliamo provare a combattere la nequizia veramente tragica insita in questa parola.

Occorre ricordarli i processi di oblìo, affinché ogni suono, ogni parola, ogni voce ad essi associati non si estinguano lentamente.

Occorre avere memoria della roccia che si sgretola per il fragore delle onde, del sipario del vento dinanzi ad una stagione di foglie cadenti ed anche dello spazio che cancella il rumore. Il rumore silenzioso di un genocidio compiuto sotto i nostri occhi, un murmure immenso, un rumore nel cuore che è possibile ascoltare se solo si resta in silenzio, come quando di notte riposano i bambini.

Ho scritto una canzone intitolata è passata Maria.

Maria (Ammad) nel 2008, allora bambina, perse sua madre, due suoi fratelli, sua zia e sua nonna dopo che la sua casa venne bombardata dall’IDF. Maria sopravvisse pur rimanendo quasi totalmente paralizzata. La cantante palestinese Amal Murkus cantò per Maria in un giorno d’agosto, nel giorno del suo compleanno, cercando di portarle sollievo e di offrirle “l’attenzione di una madre, nell’umile tentativo di riempire un pezzetto del vuoto lasciato nella sua vita”.

Amal aggiunse: “Sono venuta oggi per far sentire la voce di Maria. La voce dei bambini palestinesi, vittime della guerra”.

Personalmente, cari amici, condividerò questo brano nel Giorno della Memoria. Forse la politica internazionale ci sorprenderà proprio in questi giorni con una tregua ad hoc a ridosso della Giornata in cui occorrerà essere lungimiranti, munifici, magnanimi. Occorrerà però avere memoria dell’oblìo, ricordare con più forza quanto si vorrebbe ignorare.

E giacché l’oblìo è una forma di ricordo, io ricorderò, e continuerò a farlo con buona pace dei negazionisti, degli opinionisti, degli equilibristi. Ricorderò il mare di Gaza, piedini scalzi che rincorrono il volo degli aquiloni e il silenzio.

La musica è sempre e semplicemente a favore della vita.

I musicisti si pronunciano, se ne hanno il coraggio, ogni qualvolta l’atomo opaco del Male adonta sogni e speranze.

Il mio brano termina con una dedica: A Maria, ai bambini, alla strage degli innocenti. Alle donne e agli uomini vittime di genocidio. In Palestina.

E anche di questo occorre avere Memoria.

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