Digitalizzazione della Vita Pubblica, una Nuova Prigionìa

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Klaus Schwab fece la sua sinistra profezia secondo la quale ci sarebbe stata un’era pre Covid e una  post Covid,  un po’ come le ere Avanti Cristo e Dopo Cristo.

Quelli come lui, predicono sempre profezie auto-avveranti. Nell’era pre ci si sarebbe indignati nel sentire che a un poveretto (magari anche agiato) avessero bloccato il conto corrente dei suoi risparmi, per motivi politici. Nell’era post la gente è diventata abulica, apatica, insensibile, come pugili troppo suonati. E non si indigna più di niente.

Con più riceve legnate, con  più se la prende con chi cerca di evitarle.

Da bambini ci avevano insegnato a temere i  branchi di lupi, ma forse i nostri educatori avrebbero fatto meglio a spaventarci sul pericolo di  greggi di pecore. Infatti quando gli stati emettono norme vessatorie, la cosa peggiore è trovarsi in mezzo a  chi vi si adatta subito di buon grado, emettendo belati di approvazione.

Apripista del blocco dei conti correnti, com’è tristemente noto, fu il premier canadese Justin Trudeau coi camionisti. Ma ciò, non è stato un esperimento isolato, ma l’apertura di un autentico vaso di Pandora. Tant’è vero che nel mondo anglo-sassone, c’è chi si è visto bloccare il proprio conto con criteri etico-punitivi, emulando la cura-Trudeau. In un anno sono stati cancellati 350.000 depositi a privati e ad associazioni considerate “non conformi” agli standard etici della cultura cosiddetta “woke”. E’ toccato a Nigel Farage il combattivo leader dell’Ukip, già ispiratore ideale della Brexit. In un documento di 40 pagine stilato dalla banca, la Coutts Bank,  presso la quale aveva un deposito, è stato definito “truffatore”, gli hanno rimproverato la sua amicizia con Trump e col tennista contrario al vaccino Novak Djokovic, ritenuto pure filo-Putin. Sulla questione, è dovuto intervenire il premier Sunak in persona per stigmatizzare il comportamento della banca e per ricordare che  la libertà di pensiero e di parola è una pietra miliare della democrazia britannica.

Ma anche se l’amministratore delegato della Coutts Bank è stato costretto a dimettersi, altre nove banche gli hanno rifiutato l’apertura di un nuovo conto. Ed ecco che lui che si batte come un leone, ha aperto il sito countelosed.org  per difendersi e mobilitare i cittadini sul tema, perché giustamente se lo possono fare con lui, lo possono fare con altri.  I conti chiusi sono infatti aumentati a quasi 350.000 lo scorso anno.  Un numero sempre più elevato di aziende,  di privati,  di associazioni benefiche, si sono visti chiudere i loro conti, senza alcuna prova di illeciti commessi. Tra questi, il giornalista Simon Heffer, suo amico. Si va anche di  generazione in generazione, perché il figlio dell’ex Cancelliere dello Scacchiere Nigel Lawson, ha riscontrato difficoltà ad aprire un conto, a causa del suo defunto padre, colpevole di aver sfidato i fanatici del cambiamento climatico e finendo pertanto nella lista dei PEP (persone politicamente esposte).

L’allarme “debanking” tradotto in italiano nel pessimo “debancarizzazione” si è già diffuso anche in Usa. Il conto di un attivista delle libertà d’espressione, Toby Young, è stato congelato lo scorso anno, come pure un associazione genitori  USforThem contrari alle chiusure delle scuole durante il confinamento da Covid. Esempi ce ne sono tanti altri, ma non mi dilungo. Voglio invece sottolineare che si sta delineando un altro temibile tassello di quello che ho chiamato in precedenza “paesaggio ostile”: il tentativo di imporre comportamenti ritenuti “virtuosi” con l’uso della forza, mediante crediti sociali alla cinese. Più comportamenti “virtuosi”, più punti. 

La moneta digitale, in questo senso rappresenta il perfetto giogo per il gregge in cerca di approvazione.

Di recente lo stato della Florida, il Texas, l’Alabama e il Sud Dakota hanno emanato leggi per vietare espressamente l’uso del dollaro elettronico aprendo il classico contenzioso tra potere federale della FED e giurisdizioni locali.  Le motivazioni sono valide: per come è strutturato il dollaro digitale, esso costituisce un’autentica violazione nella privacy. Ma noi?

Beato a chi si fida! Gli esempi della grande crisi sanitaria e di come gli italiani si siano lasciati abbindolare dalla propaganda,  facendosi ammazzare come bestiole impaurite (siamo quelli che hanno avuto più morti al mondo, tra protocolli fasulli e siringhe venefiche), non promette proprio niente di buono.  Leggo che c’è un informatico suonato che si è fatto impiantare 5 microchip sottopelle per aprire le porte, per fare acquisti e pagamenti ed è il primo in Italia a fare il testimonial iper-digitalizzato del “nuovo mondo”. Proprio il balordo giusto al momento giusto!

 

C’è chi  fa notare che la moneta digitale è un altro  passo verso la smaterializzazione.

Era già rarefatta la moneta Fiat, basata esclusivamente sulla fiducia dei suoi utilizzatori. Figuriamoci la moneta digitale! Se è così, sarà immateriale la moneta, ma  è concreta la nuova prigionia che ci attende. Esattamente come ci venne già anticipato col green pass. A chi non era in possesso di un “valido” Qr code informatico, veniva impedito perfino di fare pipì nelle toilette dei bar.

Armi impalpabili per vere segregazioni.

Saura Plesio

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