Demolizione controllata della Civiltà

di Piero Cammerinesi

I primi segnali della new wave della post-modernità distopica  li abbiamo avuti con le due – anzi le tre – torri.

Con la loro demolizione controllata, spacciata per crollo causato da due aerei civili dirottati.

Se ancora qualcuno avesse dei dubbi sul reale svolgersi dei fatti a ventitre anni dall’evento, si riguardi l’ottimo lavoro di Massimo Mazzucco, La Nuova Pearl Harbor.

 

Si è iniziato con il demolire le torri per poter poi demolire la sicurezza dei popoli inventando di sana pianta The war on Terror, la guerra al terrorismo, fenomeno creato del nulla per far dimenticare il vero terrorismo, quello di Stato, che in pochi anni ha aggredito ingiustificatamente diverse nazioni indipendenti come Afghanistan, Iraq, Libia, Siria e via dicendo.

La demolizione controllata ha avuto, poi, il suo culmine con la pandemia, evento lungamente ed accuratamente preparato che aveva il compito evidente di assoggettare le menti tramite angoscia, paura e imposizione di misure autoritarie di carattere totalitario.

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Fatto il suo corso e ottenuto il risultato di un vasto avvelenamento delle popolazioni mondiali tramite sieri spacciati per vaccini, quest’opera di menzogna globale che ha messo sotto scacco l’intera umanità, non poteva certo finire lì ma doveva continuare con altre minacce in modo da non permettere alla gente di rialzare la testa.

E allora quale miglior mezzo della paura instillata dalla guerra – con il realistico spauracchio di un olocausto nucleare – per far comprendere a tutti che da ora in poi non ci sarà più nulla di sicuro nella vita?

Se osserviamo con spregiudicatezza gli avvenimenti di questo ultimo quarto di secolo non possiamo non avvederci del fatto che ognuno di questi eventi ha alzato l’asticella di qualche centimetro, in modo da applicare la famosa finestra di Overton, secondo la quale certi eventi sono dapprima impensabili, poi vengono considerati estremi, successivamente accettabili, ragionevoli fino a diventare diffusi e alla fine vengono persino legalizzati.

Alla luce di questo metodo abbiamo visto, da un anno a questa parte, compiere le peggiori nefandezze dallo Stato di Israele.

Nefandezze inimmaginabili e contrarie ad ogni regola della legalità internazionale; dal bombardamento di ambasciate di Paesi indipendenti al genocidio di una intera popolazione, dall’ostacolare l’arrivo di beni essenziali donati da tutto il mondo alla popolazione sotto assedio al bombardamento intenzionale di ospedali e campi profughi, dall’assassinio di personale di organizzazioni internazionali a quello di giornalisti indipendenti.

Neppure Hitler o Stalin avevano mai raggiunto tale livello di disumanità dei vertici sionisti.

Ma se quello che ho descritto fa sicuramente parte della programmata demolizione controllata della civiltà, con gli eventi degli ultimi due giorni abbiamo superato una nuova linea rossa, quella del totale e sfacciato disprezzo per ogni regola della civiltà come l’abbiamo conosciuta sino ad oggi.

L’attacco israeliano che ha fatto simultaneamente esplodere oltre mille cercapersone in Libano per colpire membri di Hezbollah e che ha provocato una dozzina di morti e oltre 4000 feriti, ha dimostrato con l’impossibilità palese della selettività degli obiettivi ed una malvagità superiore all’immaginazione più perversa.

È evidente, infatti, che, anche se fosse stata certa l’identità dell’acquirente del cercapersone fatto esplodere,  esso, nel momento dell’esplosione, avrebbe potuto essere nelle mani o nelle vicinanze di chiunque altri.

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Cosa che purtroppo è avvenuta, uccidendo e mutilando donne e bambini innocenti, in un crescendo di esplosioni degne di un film distopico di fantascienza.

Ora, la cifra di questa azione – ieri proseguita con un altro atroce attacco che ha fatto saltare radio e walkie talkie e addirittura auto e scooter proprio durante le esequie della gente ammazzata il giorno prima – e che ha causato al momento 14 morti può essere riassunta in una sola parola: terrorismo.

Quello che è stato definito per anni dall’occidente collettivo come terrorismo globale portato avanti da minoranze politiche o religiose, che a dire dei sedicenti esperti avevano messo in atto un Clash of Civilization, uno scontro di civiltà, è oggi abbracciato apertamente da uno Stato-canaglia che si arroga il diritto di disporre della vita e della morte di chiunque, sia esso bambino, donna, diplomatico o giornalista.

Un attacco del genere ha, infatti, tutte le caratteristiche che possiamo riassumere nel termine terrorismo.

Siamo di fronte al massacro sistematico ed indiscriminato di migliaia di civili, privo, peraltro, di qualsivoglia carattere militare o di difesa e inteso a dimostrare la propria assoluta superiorità e spietatezza come deterrente a qualsiasi velleità di rivalsa o di vendetta.

C’è qualcuno dei miei colleghi del mainstream che ha il coraggio di chiamarlo con il suo nome? Non mi pare.

Ma, a parte le conseguenze immediate che non possiamo ancora prevedere – sperando che la palese volontà del governo sionista di trascinare gli Stati Uniti in un conflitto mediorientale totale per togliersi di torno una vota per tutte il nemico storico, l’Iran, non sia coronata da successo – ci sono quelle a lungo termine e che non riguardano solo le popolazioni mediorientali.

Una di queste è la palese ammissione che quello che ancora viene chiamato Ruled-based international Order, vale a dire l’ordine internazionale basato su regole è definitivamente defunto, così come l’idea romantica di una globalizzazione che unisce ed arricchisce culturalmente ed economicamente i popoli.

Un’altra è l’inevitabile timore che da oggi in qualsiasi prodotto potremo acquistare, dal cellulare al televisore, dalla lavatrice al computer, non potremo escludere la minaccia di una demolizione controllata da remoto.

Pensate alle onde del 5G e futuri sistemi; la distruzione di smartphone mediante surriscaldamento ed esplosione provocati da remoto delle batterie al litio, ad esempio, è ipotesi perfettamente praticabile e già attuata.

Se non ti comporti bene, non segui le regole imposte, non ti vaccini o altro… boom.

Questi eventi, che sembrano usciti da un film fantahorror, segnano pertanto, a mio avviso, un nuovo successo nella strategia della demolizione controllata della civiltà che mi appare come il vero senso di quanto le élite stanno attuando pianificato

Cosa possiamo fare noi?

Molto, anche se a prima vista potremmo scoraggiarci e credere di non poter far nulla: essere desti, approfondire i fatti, comprendere, per quanto possibile, il disegno generale e agire interiormente ed esteriormente per smascherare questa demolizione controllata di tutti i valori morali e spirituali dell’umanità, contrapponendovi la nostra azione morale e amorevole verso i nostri simili.

Nell’immagine in alto: Il corso dell’impero: Distruzione, di Thomas Cole 1836

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