Dalla Matrix del pensiero unico alle comunità spirituali

di Piero Cammerinesi

Alle volte la decima arte, il cinema, può aiutarci a capire dove sta andando il nostro mondo.
Può fornirci delle chiavi interpretative di notevole caratura o può a volte anche anticipare degli eventi futuri le cui premesse sono comunque individuabili nel presente.

LA MATRIX

Prendiamo ad esempio il film dei fratelli Wachowski uscito nel 1999: Matrix.
Nel film Matrix è una neuro-simulazione interattiva.
Il protagonista, Neo, chiede di saperne di più e deve scegliere se prendere la “pillola blu” o la “pillola rossa”, un po’ come la mela dell’albero della conoscenza.
Scegliendo la pillola blu continuerebbe a vivere da addormentato nel mondo illusorio, mentre scegliendo la pillola rossa ha dinanzi a sé il sentiero del Risveglio.
Per inciso ciò ci riporta a quel sentiero della trasformazione interiore che è già stato percorso da tutti i grandi maestri ed iniziati del passato e del presente che hanno scelto di squarciare il velo di Maja.
Dopo aver ingerito la pillola, Neo si desta e si rende conto che il suo vero corpo si trova in una tra tante enormi torri circolari che contengono miliardi di incubatrici con all’interno esseri umani la cui energia viene utilizzata in un mondo distopico dominato dalle macchine create dagli uomini ma che alla fine li hanno sottomessi.
Ebbene, la nostra vita è in certo modo una Matrix.
Cosa rende la Matrix quello che realmente è, vale a dire un mondo irreale in cui la verità non è mai presente – una vera e propria “simulazione onirica”?
LA NARRATIVA
La narrativa, il modo in cui la realtà ci viene descritta, proposta, interpretata.
Buona parte della sofferenza umana è dovuta a narrative false credute vere, dalla sofferenza psicologica del singolo individuo alla sofferenza generale provocata da strutture di potere internazionali che esercitano la violenza e l’oppressione mediante la propaganda.
La maggior parte delle vite delle persone è dominata dalla narrativa politica, storica, scientifica, religiosa che ci viene proposta (e imposta) dall’establishment.

È pertanto evidente che chi controlla la narrativa controlla le persone.
Se studiamo la storia ci accorgiamo che tutti gli imperi nel corso della loro esistenza hanno imposto una narrativa sul perché è giusto che debbano conquistare e dominare il mondo.
L’impero attuale degli Stati Uniti con il suo falso mantra “libertà e democrazia” non fa eccezione.
Le azioni – ed i complotti – delle strutture di potere dell’establishment sono fatte per proteggere il potere che già hanno e per cercare di ottenerne di più.
E ciò sempre attraverso il tentativo di controllare quanti più esseri umani possibile.
Le stesse alleanze internazionali hanno come obiettivo quello di unire le nazioni in un’unica struttura di potere, ed è a questo che servono davvero, pensate per esempio all’Unione Europea.

La globalizzazione, il Nuovo ordine Mondiale, la creazioni di macro-aree mondiali non è altro che questo.
E noi?
Dobbiamo sviluppare una nuova relazione con la narrativa; in realtà la barriera tra noi e la libertà è sottile ma dobbiamo prenderne coscienza. Ognuno di noi è sicuramente più qualificato per riferire le notizie rispetto ai media mainstream.
Noi dobbiamo – con la nostra individuale ragione critica – sostituire la stampa e i media.
Ma nella maggior parte dei casi la nostra reazione, anche quando ci avvediamo della menzogna della narrativa ufficiale – come previsto e voluto da chi ci mantiene all’interno della Matrix – è una…assenza di reazione.
SPIONAGGIO GLOBALE
Due anni fa, nel 2017, ad esempio Wikileaks ha messo in rete con l’operazione Vault-7 quasi 9.000 documenti della CIA.
Nonostante Edward Snowden sia in esilio in Russia e Julian Assange sia tenuto illegalmente prigioniero a Londra, i file di Wikileaks mostrano uno scenario terrificante sull’evoluzione dei sistemi di spionaggio informatico che le élite portano avanti da decenni – e questa è la cosa che più colpisce – nella sostanziale indifferenza dei popoli.
Ci infuriamo se qualcuno ascolta una nostra telefonata o se un familiare legge un nostro messaggio su WhatsApp – magari a fin di bene – ma tolleriamo distrattamente che poteri disumani controllino – e questi certamente non a fin di bene – ogni nostro sussurro mentre sediamo davanti alla televisione o usiamo il nostro smartphone.
Non solo controllo totale dei nostri smartphone ma monitoraggio delle nostre parole ed attività tramite i nostri apparecchi televisivi, senza parlare del progetto di controllare persino le autovetture che utilizziamo per spostarci.
Il tutto giustificato dall’esigenza di combattere quel terrorismo che è stato creato ad arte per giustificare a sua volta il controllo globale sotto la foglia di fico della National Security.

A me non interessa essere spiato, tanto non ho niente da nascondere.
Meglio essere spiato e tranquillo che rischiare un attentato.
La sicurezza prima di tutto.

Chi la pensa così – e non sono pochi – sta collaborando al progetto di una umanità totalmente asservita ai poteri oscuri delle élite dominanti che – tramite la tecnologia e la realtà virtuale – da anni perseguono instancabilmente questo obiettivo.
Far sì che l’uomo scelga liberamente la sua schiavitù.

Riconoscimento facciale, Facebook, geolocalizzazione, gusti, opinioni etc
Come le rane non ci accorgiamo che l’acqua diventa sempre più calda, ma quando vorremo saltar fuori dalla pentola sarà troppo tardi…
E per quelli che potrebbero iniziare a sentire l’acqua troppo calda è stata escogitata l’ultima trovata delle governance mondiali e dei loro presstitutes (stampa prostituita al potere) vale a dire la crociata contro le fake news o post-verità, che via web rappresenterebbero una minaccia per le istituzioni.
Pensate che il termine originale inglese, post-truth è stato eletto parola dell’anno 2016 dall’Oxford Dictionary!
Queste fake news irritano così tanto l’establishment che da diverse parti si invoca addirittura una sorta di commissione di controllo sulle opinioni espresse in rete.
Un Ministero della Verità, insomma, di orwelliana memoria.
Ora, considerando la costante e instancabile manipolazione che i mezzi d’informazione esercitano da sempre sull’opinione pubblica attraverso menzogne, falsificazioni dei fatti, mezze verità e fantasie, fa davvero sorridere che si identifichi nelle bufale – indubitabilmente presenti in rete – un rischio per la democrazia.
UN FUTURO DISTOPICO
Il fatto è che fino a poco tempo fa il fenomeno del cosiddetto ‘complottismo’ – preferisco il termine inglese Conspiracy Theory – era confinato ad una nicchia di persone che iniziavano a fiutare odore di marcio proveniente dai media e cercavano quindi – visti i mezzi messi a disposizione dalla rete – di capire meglio certe situazioni quando i conti proprio non tornavano.
Grazie alla rete il fact-checking ha permesso allora a milioni di utenti del web di smascherare le vere e proprie bufale queste però messe in onda dalle televisioni di mezzo mondo.
Ma ad un certo punto, questo fenomeno del complottismo ha iniziato a diffondersi sempre di più, tracimando dalla rete ed entrando anche nei salotti buoni dei media mainstream.
Fenomeno naturalmente irriso, denigrato e oggi criminalizzato.
Certamente grazie anche a tutte le reali bufale presenti sul web, inserite ad arte da falsi idioti o da idioti autentici.
Ma ci viene detto implicitamente che i mezzi ufficiali d’informazione non possono sbagliare per definizione e così oggi ci troviamo di fronte ad una prima spinta censoria mirata direttamente a ostacolare quella libertà di pensiero e di espressione che oggi inizia a preoccupare l’establishment.
Il quale è oggi diventato molto più raffinato rispetto al passato e non si sporca le mani con divieti palesi ma subdolamente e vigliaccamente interviene su motori di ricerca e social media.
Con la censura mascherata sui social e sui motori di ricerca si sta anche avverando l’incubo di un altro film, Minority Report, nel quale venivano arrestate persone non per crimini commessi ma per averne solo parlato o per averli semplicemente pensati.

Per chi non lo avesse visto, il film Minority Report – regista Steven Spielberg – ambientato nel 2054, liberamente ispirato al racconto breve di Philip K.Dick, s’impernia sul sistema del Precrimine, grazie al quale, per mezzo delle premonizioni di tre individui dotati di poteri extrasensoriali, la polizia riesce a impedire gli omicidi prima che essi avvengano, arrestando i potenziali “colpevoli”.
In tal modo non viene punito il fatto (che non avviene), bensì l’intenzione di compierlo.
Fantascienza?
Forse…tuttavia tre mesi prima di iniziare le riprese, Spielberg convocò un gruppo di futurologi perché ipotizzassero un 2054 credibile. Tra di loro c’erano esperti del MIT, del dipartimento di ricerca biomedica della difesa, nonché di software e di realtà virtuale.
Dunque sembra meno fantascienza di quello che si potrebbe immaginare…
È quel ‘divieto di pensare liberamente’ che ormai dagli USA si sta diffondendo in tutto l’Occidente, concretizzando gli incubi di scrittori come Orwell o Huxley o lo stesso Philip K.Dick.
Esagero? Un aneddoto per tutti.
Tre anni fa negli USA quattro persone furono arrestate per dei post sui social media definiti minacciosi dalla polizia che, di fronte alla difficoltà di trovare un capo d’accusa calzante, per bocca del capo della polizia di Detroit, James Craig, ha candidamente affermato:

So che questo è un problema nuovo, ma voglio che queste persone siano accusate di un crimine.

Insomma, come dire, non so se c’è una legge per punirli, ma in qualche modo ne troveremo una.

Ho ordinato ai miei sottoposti di preparare mandati [d’arresto] per questi quattro individui, e vedremo quale sarà la sede migliore per perseguirli legalmente, ha aggiunto.

È evidente allora a che cosa servano le enormi quantità di dati che vengono raccolti e memorizzati nei super computer delle agenzie di spionaggio.
Tutto quello che scriviamo, che diciamo, che pensiamo, addirittura potrà essere usato contro di noi.
Una cronaca dell’Akasha demoniaca.
Altro che fantascienza.
Ora, se l’obiettivo delle élite dominanti fosse raggiunto, il rapporto menzogna/verità dipenderebbe non dalla nostra personale indagine, ma da un algoritmo.
In sostanza da una macchina.
Ecco la Matrix.
Morpheus chiede a Neo:

Tu credi nel destino, Neo?
No.
Perché no?
Perché non mi piace l’idea di non poter gestire la mia vita.

Capisco perfettamente ciò che intendi. Adesso ti dico perché sei qui. Sei qui perché Intuisci qualcosa che non riesci a spiegarti. Senti solo che c’è. È tutta la vita che hai la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra, nel mondo. Non sai bene di che si tratta ma l’avverti. È un chiodo fisso nel cervello. Da diventarci matto. È questa sensazione che ti ha portato da me. Tu sai di cosa sto parlando.

Di Matrix.

Ti interessa sapere di che si tratta? Che cos’è? Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.

Quale verità?

Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è.

L’OTTAVA SFERA
Nel film Matrix c’è anche un livello ulteriore di interpretazione, quello esoterico.
Matrix è evidentemente assimilabile alla Maja, al ‘velo di Maja’ che ci occulta la vera realtà, vale a dire il mondo sovrasensibile.
Tenere l’uomo legato alla Matrix impedendogli di intuire la vera realtà significa far deragliare la sua evoluzione.
Questo è il progetto di Arimane – il Satana dei cristiani – che intende rendere gli uomini perfetti, ma solo a livello fisico-sensibile.
Arimane vuole afferrare l’essere terrestre, minerale dell’uomo, strappandolo dall’evoluzione successiva e isolandolo, ma visto che la Terra, come pianeta ha davanti a se una fase di crescente spiritualizzazione, è necessario strappare l’uomo da questa dimensione per portarlo in un’altra che viene chiamata l’ottava sfera.
L’ottava sfera è ‘pianeta a sé stante’, composto di materia terrestre, qualcosa di assolutamente contrario alla corretta evoluzione, che potrebbe essere separato dalla Terra per intraprendere un proprio percorso evolutivo.

Questa è un’iniziazione arimanica, solo che appartiene a una sfera del cosmo diversa dalla nostra. Ma si tratta di un’iniziazione che ha in sé il potere di strappare dalla Terra la civiltà umana, di spazzar via dalla Terra tutto ciò che si è formato come civiltà umana.
(Rudolf Steiner O.O.197)


Nel progetto di Arimane c’è quello che già iniziamo a vedere oggi con il sorgere del transumanesimo, vale a dire la fusione dell’elemento meccanico-materiale con lo spirituale.
Non va dimenticato che Arimane è una entità che agisce nell’elemento elettrico-magnetico, di cui la prima manifestazione globale è rappresentata dal web.
A questo punto secondo Rudolf Steiner l’umanità ha solo due strade; quella della regolare evoluzione spirituale, che passa per il riconoscimento della figura del Christo, o quella dell’incapacità di pensare indipendentemente dal cervello fisico, il che produrrà – così Steiner quasi cent’anni fa – nel prossimo futuro:

…una rete, tessuta da orribili ragni che nella loro organizzazione non s’innalzano neppure al livello vegetale [dunque di carattere minerale, elettrico-magnetico], anche se si tratterà di un tessuto di enorme saggezza. Ragni mostruosi che s’intrecceranno l’uno con l’altro, che nei loro movimenti esteriori imiteranno tutto quello che la gente, che non avrà saputo trarre ispirazione da una nuova capacità immaginativa come quella della scienza spirituale, penserà con il proprio intelletto oscurato.
(Rudolf Steiner, O.O.204)

L’ottava sfera o l’Inferno, l’Abisso, per usare definizioni più comuni, è un pianeta in formazione che coinvolgerà l’umanità rimasta ad un livello di evoluzione inferiore.
E anche qui c’è un film che ben descrive questo progetto distopico: Lucy di Luc Besson.
Questo Arimane vuole per l’umanità; un essere che – come Lucy – creda di poter evolvere solo grazie a sostanze chimiche, che pensi che l’evoluzione sia esclusivamente materiale, che consideri meta evolutiva utilizzare il 100% del proprio cervello fisico, che non lasci posto all’amore nel proprio cuore, che cerchi di collegarsi fino a fondersi con la macchina, che si muova all’interno di reti elettro-magnetiche dove si può conoscere tutto ma in cui nulla della personalità dell’anima dell’uomo possa passare.
IL PENSIERO UNICO
La narrativa che viene imposta dai media tende sempre maggiormente a denigrare, irridere o addirittura proibire pensieri che non siano politically correct, tendendo a realizzare sulla Terra un global thinking, un pensiero unico, il vero obiettivo della globalizzazione mondiale.
Se tali interventi tendono a paralizzare il pensare, l bombardamento di immagini di eventi sanguinosi e catastrofici sono intesi a depotenziare il sentire ed il volere delle masse, paralizzandole con progressive ondate di ansia, angoscia e paura ed inibendone le possibili reazioni.
Così determinate forze – chiamatele fratellanze oscure o élite mondialiste o piramidi di potere neo-oligarchiche, come preferite – lavorano per paralizzare pensare, sentire e volere in modo da creare l’uomo nuovo, totalmente asservito alla realtà virtuale, sul sentiero dell’uomo-macchina che, grazie alla totale immersione nel mondo irreale delle immagini virtuali, dei chip impiantati sottopelle, dell’incremento esponenziale delle ludopatie e dell’addiction ai dispositivi digitali può facilmente venir manipolato socialmente da chi esercita la governance mondiale.
Questo è il reale obiettivo del cosiddetto transumanesimo, oggi così tanto magnificato.

D’altra parte notare da un lato la sempre maggiore approssimazione e spudoratezza di certi attentati alla libertà dei popoli e dall’altro la studiata ricerca del massimo effetto possibile sull’opinione pubblica grazie a una spettacolarizzazione della morte e della paura in diretta grazie a sapienti messinscena e a media compiacenti, in altri termini ad un giro di vite spaventoso da parte dell’establishment con autentici divieti di opinione fa pensare che vi sia una grande paura dell’ondata di risvegli che può mettere in serio pericolo il potere della menzogna imperante.
Per questo assistiamo ad una velocizzazione inaudita degli eventi a cui iniziano ad opporsi anche fisicamente molti popoli, scendendo in piazza per contestare i poteri forti.
Ma per uscire realmente e totalmente dalla Matrix – dalla falsa narrativa ufficiale – c’è bisogno di qualcosa di più che il solo smascheramento della realtà esteriore.
Nel film la pillola rossa serve a disincantare il mondo illusorio che siamo portati a ritenere reale; ma tutto il mondo della materia è Maya, è irreale, non solo quello delle fake news del potere.
La Matrix ha necessità di essere costantemente alimentata dalla narrativa del pensiero unico.
Il Global Thinking, il pensiero unico della narrativa ufficiale – che viene anche esteso al passato – è diventato sempre più oggetto di fede, elemento dogmatico irrefutabile.
Ma mentre un tempo vi erano strumenti esteriori per punire i ‘malpensanti’ – (Inquisizione, Gulag, carceri, roghi etc) oggi molto più furbescamente le élite hanno fatto in modo che siano i servi a controllarsi e combattersi tra loro.
Divide et impera.
Così può avvenire che determinati pensieri, idee, interpretazioni che contrastano la narrativa della Matrix vengano rifiutati e criminalizzati dai ‘benpensanti’ che utilizzeranno alternativamente le etichette ormai interscambiabili della riprovazione assoluta: fascista, razzista, revisionista, antisemita, complottista etc etc.
È di questi giorni l’annuncio di una “mozione anti-odio” contro i cosiddetti haters – naturalmente etichettati come tali dall’establishment – una iniziativa che prosegue idealmente la crociata contro le fake news.
Quanto anticipato da Rudolf Steiner un secolo fa sta lentamente prendendo forma nelle nostre società cosiddette democratiche.

Non sarà trascorso molto tempo da che sul calendario sarà passato l’anno 2000, che si manifesterà – a partire dall’America – un divieto, non diretto, ma comunque un divieto di ogni tipo di pensare, una legge che avrà lo scopo di soffocare ogni pensiero individuale.
(Rudolf Steiner, O.O.167)

Basti pensare ai nuovi dogmi oggi incontestabili se non si vuole essere esposti al pubblico ludibrio; dittatura dei mercati, indiscutibilità del liberismo, crescita illimitata, accoglienza indiscriminata dell’immigrazione, ideologia gender, vaccinazioni coatte, innocuità del 5G, riscaldamento globale etc.
Le versioni politically correct diventano dei dogmi incontestabili e non vengono messe in discussione in alcun modo dai loro sostenitori i quali, invece di informarsi a 360º ed approfondire le questioni scientifiche o sociologiche legate a questi dogmi li abbracciano come una nuova religione.
CAMBIAMENTI CLIMATICI
Pensiamo ad esempio al dilemma del giorno: Greta sì / Greta no.
Il dibattito sui cambiamenti climatici ha purtroppo subito una polarizzazione da tifo calcistico.
Da un lato c’è chi afferma che i gas “serra” siano aumentati in modo drammatico dall’inizio della rivoluzione industriale. Come sappiamo, i gas a effetto serra sono gas che intrappolano il calore nell’atmosfera.
Questi gas sono prodotti sia da processi naturali che dall’attività umana.
Da un lato vi è chi collega l’aumento dei gas serra, in particolare l’anidride carbonica prodotta dalle tecnologie umane, al recente aumento delle temperature globali.

Dall’altro ci sono i cosiddetti “scettici climatici” che ammettono che vi è un aumento calcolabile di anidride carbonica, ma che la scienza che collega questo aumento a un aumento anomalo delle temperature globali non è rigorosa.
– La prima obiezione degli scettici è che la maggior parte delle previsioni fatte per il miglioramento della temperatura sono viziate a causa dell’incapacità delle tecniche di modellizzazione computerizzata di produrre in modo affidabile modelli climatici realistici.
La seconda obiezione è che anche se si verifica un aumento delle temperature globali, è un errore attribuirlo esclusivamente alle attività umane.
Oggi dunque il dibattito polarizzato domina l’attuale comunità scientifica.
Potremmo domandarci tuttavia se le polarizzazioni che circondano la risposta al problema del cambiamento climatico provengono dalla fisica oppure se il fenomeno della contrapposizione abbia radici in un’altra dimensione come una sfida fondamentale nell’anima umana stessa.
Contrariamente all’attuale base empirica per la scienza, gli alchimisti e gli adepti Rosacroce che hanno studiato il mondo naturale in passato hanno capito che la vita della natura era una metafora della vita dell’anima umana.
Il loro punto di vista era che l’essere umano era il cosmo in piccolo e che i problemi in natura erano indissolubilmente legati a problemi nell’anima umana.
Come in alto così in basso, come sopra così sotto.
Visto dalla prospettiva che i sintomi del cambiamento climatico sono rappresentativi di un problema dell’anima umana, la tendenza a politicizzare il dibattito scientifico e l’uso improprio dei fatti per creare un clima di incertezza è più preoccupante del semplice livello fisico.
Potremmo ipotizzare che l’uso improprio dei fatti in entrambi gli schieramenti provenga da una mentalità rivolta al fondamentalismo come base per la coscienza umana a livello globale.
Questi fenomeni indicano la necessità di considerare una prospettiva più elevata per il dibattito sui cambiamenti climatici.
Chiediamoci allora se le questioni scientifiche potrebbero cambiare se una prospettiva spirituale incentrata sul rapporto cosmologico tra gli esseri umani e la natura fosse la base per un approccio di ricerca?
In questo senso, potremmo anche chiederci: se lo spirito in natura è realmente legato allo spirito nell’essere umano qual è la vera natura di quel legame?
Da un punto di vista esoterico queste domande sul dibattito sul clima sono in realtà alla radice di molti insegnamenti sul rinnovamento spirituale e sulla trasformazione dell’anima personale.
GRETA THUNBERG E LA EXTINCTION REBELLION
Qualche parola su Greta Thunberg e il movimento Extinction Rebellion.
La prima cosa da notare – e che qualche perplessità la suggerisce – è che la nostra Greta è appoggiata praticamente da tutti, dalla élite degli affari riunita a Davos in Svizzera al Papa, dai leader dell’Unione Europea ai politici inglesi, Brexit o non Brexit.

Un’altro motivo di riflessione è che giovanetti o giovanette sono state sempre utilizzati dalla propaganda occidentale per far penetrare determinate idee prima di tutto attraverso l’emozione, il sentire.
Dallo studente che ‘ferma’ la colonna di carri armati in Piazza Tienanmen nell’89 alla quindicenne Nayirah in lacrime all’ONU che racconta la storia dei neonati strappati dalle incubatrici e gettati per terra dai soldati iracheni durante la guerra con il Kuwait – tutto rigorosamente falso – fino alla foto di Alan Kurdi, il bimbo affogato nel 2015 su una spiaggia turca.
Sono immagini che vengono veicolate dai media per ottenere determinati scopi lavorando sull’emozione che coinvolge il singolo e che è funzionale ad amplificare emozioni collettive.
Quando Greta è giunta a New York il 28 Agosto scorso in barca a vela indossava una giacca vento – lo slogan era presente anche sulla vela – con sopra scritto in maiuscolo UNITE BEHIND THE SCIENCE – uniti dietro la scienza.

Questo naturalmente – oltre al particolare che le prime due lettere dello slogan sono UN (Nazioni Unite in inglese) implica de facto che TUTTI gli scienziati siano unanimi sulla interpretazione del “Riscaldamento Globale” cosa che non potrebbe essere più falsa.
Implica altresì che i fatti stabiliti dalla scienza siano SICURAMENTE certi, cosa anche questa che non potrebbe essere più lontana dal vero; basti pensare a quante “verità scientifiche” sono state contraddette e rettificate nel corso degli ultimi decenni.
Tutti uniti naturalmente implica avere un unico pensiero, il pensiero unico dunque, un pensiero unico che ci viene – per giunta – indicato dalle Nazioni Unite, l’organizzazione erede della famosa Lega delle Nazioni creata nel 1919 con l’obiettivo di facilitare alle élite anglo-americane il dominio del mondo.
IL RISCALDAMENTO GLOBALE
Ma da dove nasce questa crociata del cosiddetto Riscaldamento Globale?
Tutti ricorderanno Al Gore che nei primi anni ’90 iniziò – e poi teorizzò più compiutamente nel 2013 – a spendersi per una riduzione mondiale delle emissioni CO2.
Nel 2013 i due profeti di Extinction Rebellion, Gail Bradbrook e Roger Hallam riprendendo quasi con le stesse parole le linee-guida di Al Gore, puntavano a zero emissioni nel mondo occidentale entro il 2025.
Ma chi c’è dietro ad Al Gore?
Se indaghiamo chi già sosteneva Al Gore ai tempi dell’Earth Summit – il summit mondiale – tenutosi in Brasile, a Rio de Janeiro nel 1992 – troviamo Maurice Strong un diplomatico e magnate del petrolio canadese che fu anche sottosegretario generale dell’ONU, con strettissimi legami con la famiglia Rockefeller che supportò la sua carriera nelle Nazioni Unite.
Troviamo poi Jacque Fresco, futurista e designer americano propugnatore di una società tecnocratica e amico di quel Peter Joseph autore dei documentari Zeitgeist. Proprio nel secondo di questi documentari si illustra il Venus Project di Fresco.
Per la corrente della tecnocrazia la società deve essere guidata da scienziati sulla base dell’efficienza energetica e fisica; allo stesso modo nel Venus Project e nel Zeitgeist Movement non c’è posto per finanza o politica; solo coloro che hanno una competenza nella realtà fisico-sensibile hanno diritto a guidare la società.
Naturalmente questa visione è totalmente ed integralmente materialista ed anti-Cristiana.
In tale ambito nascono i concetti di sostenibilità ed economia basata sulle risorse.
Nonostante Strong abbia più volte affermato di non credere in un governo mondiale, nei fatti questo cambio di passo nella governance mondiale non può partire dal basso ma – e qui è indicativa anche la sua alta considerazione del regime cinese – deve venire imposta dall’alto.
Anche colui che ha lanciato Greta Thunberg sul palcoscenico mondiale, Ingmar Rentzhog fondatore del magazine We don’t have Time, è stato formato da Al Gore negli USA.
Questa non è sicuramente la sede per esaminare le due posizioni scientifiche antitetiche sul Riscaldamento globale.
Vorrei però notare che lo scioglimento dei ghiacciai che tutti oggi stanno portando ad esempio per il presunto riscaldamento globale si sta verificando nell’Artico e non nell’Antartide dove i ghiacciai sono in buona salute ed anzi in aumento.
Ma se la Terra è “malata” come fa ad esserlo solo nell’emisfero boreale e non in quello australe, dove negli ultimi anni si è registrata una grande espansione della superficie dei ghiacciai, decisamente superiore al passato.
Se un organismo – e la Terra è in tutto e per tutto un organismo – ha la febbre ce l’ha dappertutto non solo in una parte del corpo; potrebbe anche darsi che una parte sia ancora fredda e si stia scaldando ma qui abbiamo esattamente il contrario, vale a dire che una parte del pianeta si sta raffreddando con un progressivo aumento dei ghiacci…
In ogni caso il punto fondamentale non è certo quello del riscaldamento globale su cui quasi tutti concordano; il nucleo della questione è che non tutti concordano sul fatto che tale riscaldamento sia causato dalle emissioni di CO2.
I CAMBIAMENTI DEL PASSATO
Nella storia del nostro pianeta vi sono stati molti periodi estremamente più caldi ed estremamente più freddi del presente, basti pensare al fatto che dove oggi ci sono ghiacciai perenni vi erano foreste lussureggianti.
Il clima è sempre cambiato nel passato indipendentemente dalle azioni dell’uomo.
L’attuale periodo di riscaldamento del pianeta che parte circa 200 anni fa è stato preceduto da un periodo che gli scienziati chiamano la “piccola era glaciale” iniziata intorno al 1300 dunque 700 anni fa.
Andando ancora indietro nel tempo abbiamo avuto un altro lungo periodo con temperature decisamente più alte delle attuali; si tratta del periodo che i geologi chiamano “Periodo caldo Medievale” e che va dal 1100 al 1300.

Ancora precedentemente, tra il 7.000 e il 4.000 a.C. vi è stato un lunghissimo periodo – durato oltre 3.000 anni – anch’esso molto più caldo di oggi chiamato dai geologi “Massimo Olocene”.
Da una osservazione che non sia esclusivamente materialista notiamo – con Günther Wachsmuth – che:

Nell’esatta metà di un’epoca calda, arriviamo all’epoca, molto importante anche dal punto di vista della storia spirituale, che va dal 13° al 15° secolo. In conseguenza del vasto ritmo «platonico» del calore, tutto il periodo in cui il punto vernale attraversa i Pesci e nel quale l’asse terrestre s’inclina verso i Gemelli, deve corrispondere ad un maximum di calore. Durante tutto questo periodo che ci porta a 2.500 anni d.C., ci troveremo nella zona di maggior calore che, fino ad allora, andrà accumulandosi. Per cinque o sei secoli, dovremo dunque aspettarci una predominanza dei processi di calore. I fatti hanno assolutamente confermato, nell’andamento delle stagioni, che esse si riscaldano; e nonostante questi viventi processi siano sottoposti ad ogni tipo di variazione, di ritorni indietro e di diminuzioni, la tendenza generale segnala tuttavia che viviamo in una fase in cui il calore continua a predominare. Le osservazioni effettuate nelle Alpi e nelle regioni polari indicano, nonostante le normali variazioni per un organismo vivente, che la glaciazione arretra e che il calore aumenta. Il manto di calore della Terra sembra salire verso il Nord e questo fenomeno, secondo ciò che abbiamo visto, dovrebbe mantenersi ancora per cinque secoli.
(Günther Wachsmuth, L’Evoluzione della Terra)

Ora se queste variazioni – scientificamente provate come si è visto sopra – sono evidentemente naturali, cosa ci spinge a credere che non potrebbero ripetersi naturalmente oggi?
Un ulteriore argomento riguarda l’aumento attuale che si sostiene essere causato dalle emissioni di anidride carbonica.
Ora, le temperature della Terra in realtà – dopo essere cresciute sino al 1940 – hanno iniziato a diminuire rimanendo basse sino al 1975 e questo proprio mentre le emissioni di CO2 aumentavano rapidamente.
Abbiamo pertanto una situazione opposta; le emissioni aumentano e le temperature diminuiscono.
Inoltre le ricerche hanno indicato che nella storia del riscaldamento terrestre non è stato l’aumento di temperatura del pianeta conseguente all’aumento di CO2 ma esattamente il contrario, vale a dire che con un ritardo di qualche centinaio di anni l’incremento di CO2 ha seguito l’aumento delle temperature.
Dunque l’aumento del CO2 – che poi è l’elemento che immettiamo nell’atmosfera con la nostra respirazione – è una conseguenza non la causa del riscaldamento atmosferico.
Ma a parte noi con la nostra respirazione chiediamoci da dove proviene l’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre.
E qui facciamo delle scoperte interessanti.
Ad esempio quella di notare che i vulcani producono più CO2 ogni anno di tutte le fabbriche, auto, aerei e di qualsiasi altra sorgente umana di emissioni.
E ancora: animali e batteri producono annualmente più di 150 miliardi di tonnellate di CO2, contro solo 6,5 miliardi di tonnellate emessi dall’uomo.
Ma non è finita; emissioni ancora superiori provengono sia dalla putrefazione delle piante che sopratutto dagli oceani che assorbono anidride carbonica nei periodi freddi e la restituiscono nei periodi caldi, anche se con una certo ritardo. Data la loro vastità infatti ci mettono decenni o secoli per scaldarsi e raffreddarsi.
Infine, last but not least, alcune ricerche recenti (Dr. Piers Corbyn meteorologo inglese e il Prof. Eigil Friis-Christensen Direttore del Centro Spaziale Danese) e basata su rilievi che vanno indietro nel tempo per ben quattro secoli, hanno indicato come vi sia una strettissima correlazione tra l’attività solare, vale a dire i cicli di macchie solari e l’andamento del clima.
Il modello dell’astrofisico serbo Milutin Milankovitch dopo essere stato ignorato per quasi mezzo secolo, nel 1976, è stato giudicato dalla rivista Science

accurato e corrispondente a vari periodi di cambiamento climatico verificatisi nel corso della storia”.

Nel 1982, sei anni dopo, il National Research Council della National Academy of Sciences degli Stati Uniti adottò la teoria di Milankovitch, dichiarando che:

Le variazioni orbitali restano il meccanismo più accuratamente esaminato del cambiamento climatico su scale temporali di decine di migliaia di anni e sono di gran lunga il caso più evidente di un effetto diretto del cambiamento dell’insolazione sulla bassa atmosfera della Terra.

In sintesi, dunque sembrerebbe che il maggiore fattore periodico che influenza il clima e gli schemi climatici sulla terra è il sole.
Questa è un’altra interessante prospettiva che ci riporta al collegamento tra la Terra e l’intero Cosmo.
DA DOVE NASCE IL MITO DEL RISCALDAMENTO GLOBALE
In realtà il mantra del riscaldamento globale che si trasforma in una questione politica risale al governo Thatcher. La Iron Lady non fidandosi dei sindacati dei minatori e del Medioriente – si era all’indomani della recessione innescata dai blackout petrolieri dei primi anni ‘70 – spinse per il nucleare e – rendendosi conto che le centrali atomiche non producono anidride carbonica come il petrolio e il carbone si presentò alla Royal Society assicurando ricchi finanziamenti per spingere questa idea del riscaldamento globale conseguente all’emissione di CO2.
Nacque allora con ricchi finanziamenti il Comitato Internazionale sul Cambiamento Climatico (IPCC) da cui iniziarono ad uscire previsioni di disastri climatici collegati al riscaldamento globale.
A quel punto le vicende politiche degli anni ’80 con la caduta del muro e la nascita dei movimenti ‘verdi’ ecologisti salda i due estremi: la destra della Thatcher e la sinistra dei movimenti ecologisti facendo sì che negli anni ’90 l’idea del riscaldamento globale, anche se contraddetta da svariate ricerche scientifiche ma pompata da finanziamenti – prima milionari e successivamente miliardari – si trasforma in qualcosa di indiscutibile, in una verità senza se e senza ma.
Oggi solo gli USA investono ben 4 miliardi di dollari nella ricerca sul riscaldamento globale.
E se uno scienziato solleva dei dubbi o produce delle ricerche che contraddicono l’idea dominante oltre a non ottenere fondi di alcun genere viene semplicemente ignorato dai media e ostracizzato dalla comunità scientifica, come ben illustrato da John Coleman, il creatore di Weather Channel in una famosa intervista alla CNN del 2014.
Giusto per citare gli eventi più recenti, nonostante oltre 500 scienziati e studiosi esperti del clima abbiano trasmesso nel settembre scorso una “Dichiarazione europea sul clima” nella quale si contestano su base scientifica i modelli di divulgazione generale sul clima, assistiamo oggi alla richiesta da parte di due personaggi politici – nonché da una petizione creata ad hoc, #StopClimateFake – dove viene richiesto letteralmente:

Non c’è in democrazia il diritto a dare spazio alle fake-news, si tratta solo di disinformazione che aiuta l’audience o le vendite.
(…) Chiediamo che si segua l’esempio della BBC, del Guardian e di Le Monde, che hanno posto fine a questa distorsione, dopo aver preso atto dei troppi errori commessi nel parlare di cambiamenti climatici, e che non venga più dato spazio a posizioni antiscientifiche, basate su opinioni di singoli e non supportate da ricerche validate dalla comunità scientifica.

Dunque ci risiamo; la Matrix del riscaldamento globale ha oggi un dominio assoluto aldilà della ragione e della scienza; dubitarne produce sugli altri lo stesso effetto del dubbio sull’Olocausto.
Diviene qualcosa di IMPENSABILE.
Quello che più preme – al di là delle opposte fazioni – è riflettere come dal piano scientifico l’assunzione di questa presunta verità assoluta sia passata al piano politico e successivamente, rivestita di propaganda, sia passata al piano religioso diventando oggetto di fede.
Così chi ha il coraggio di fare delle obiezioni viene semplicemente tacciato di eresia quando gli va bene.
IL PUNTO DI VISTA SPIRITUALE
Ora però per chi ha una visione più ampia del problema – vale a dire non solo fisico-sensibile ma anche sovrasensibile le cose assumono un diverso aspetto.
Come si è visto più sopra, se molti scienziati sostengono che il riscaldamento globale sia dovuto all’azione solare e non abbia nulla a che fare con gli esseri umani, è anche vero che un numero crescente di persone individua nel nostro stile di vita la causa principale.
Altri, basandosi sulle indicazioni fornite da Rudolf Steiner, indicano gli Esseri della Terza Gerarchia come le forze motrici dietro i cambiamenti di ozono, anidride carbonica e calore.

Se osserviamo in un determinato momento un punto della Terra e torniamo poi ad osservarlo dopo molto tempo, lo troveremo completamente cambiato; le forze che hanno prodotto quei cambiamenti si trovano nell’ambiente dei morti. Cosi anche fra la morte e una nuova nascita gli uomini si trovano in connessione con la Terra. La coscienza soprasensibile vede in tutta l’esistenza fisica la manifestazione di una spiritualità nascosta. Per l’osservazione fisica sono la luce del sole, i cambiamenti di clima, ecc., che producono le modificazioni della Terra.
Per l’osservazione soprasensibile, invece, è la forza degli uomini morti, che agisce nel raggio di luce che dal sole cade sulla pianta
.
A tale osservazione si manifesta come anime umane aleggino intorno alle piante, trasformino il suolo, ed altre cose simili. Dopo la morte l’uomo non si occupa soltanto di sé stesso e della preparazione alla nuova sua vita.
Egli ha il compito di lavorare spiritualmente per il mondo esteriore, così come durante il periodo fra nascita e morte ha il compito di lavorare fisicamente.
(R.Steiner La Scienza Occulta)

È l’uomo stesso che provoca i grandi cambiamenti nel volto della Terra, e anche la scena profondamente diversa in cui vive durante la sua incarnazione successiva. Ma svolge questo lavoro sotto la direzione e la guida degli Esseri superiori. Quindi è vero dire, quando guardiamo ai mondi vegetali e animali in continua evoluzione, che questo cambiamento è opera dei defunti. I defunti sono attivi nella trasformazione della flora e della fauna e persino nel cambiare la forma fisica della Terra solida. Anche nelle forze della natura dobbiamo vedere l’attività degli esseri umani disincarnati; e sappiamo con che energia queste forze possono lavorare sulla faccia della Terra.
(Rudolf Steiner 26 Agosto 1906)

Pertanto noi, come esseri umani, non possiamo essere separati dalla natura, come la materia non può essere separata dallo spirito.
Come esseri umani possiamo e dobbiamo pertanto cambiare la natura, ma solo se siamo disposti a cambiare noi stessi insieme ad essa, e solo se il cambiamento è sia spirituale che fisico.
Allora non dobbiamo curarci per nulla dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale?
Assolutamente no.

La scienza dello spirito propone un ambientalismo molto speciale nel quale gli impegni ecologici agiscono in un contesto cosmico di sviluppo evolutivo e trasmutazione planetaria.
La trasformazione globale è in corso ed è inevitabile, e la Terra sperimenterà cambiamenti climatici su scala molto più vasta di quella che attualmente si prevede che possa derivare da livelli crescenti di anidride carbonica.
Ciò tuttavia non porta a essere passivi sul cambiamento climatico legato al CO2.
Al contrario, è necessario lavorare alacremente per garantire che i cambiamenti meccanicistici e unidimensionali determinati dalla concentrazione del carbonio non precludano le possibilità di processi di cambiamento più autenticamente ecologici.
Pertanto, qualunque sia il punto di vista su cui ci si concentra – anche quello relativo all’effetto del sole – se lo si collega alla straordinaria interconnessione esistente tra gli esseri umani e l’universo rivelata dall’antroposofia, non si può evitare di sentirci comunque responsabili di quanto sta accadendo e di agire di conseguenza.
MICHAEL
Naturalmente non possiamo ignorare il fatto che la crescente consapevolezza mondiale delle conseguenze delle nostre azioni in termini delle devastazioni che stiamo provocando alla Madre Terra si sta verificando durante l’epoca di Michele.
L’Arcangelo Michael, ci dice Steiner, opera tramite le conseguenze delle azioni, appoggiando ciò che può essere utile per il futuro del cosmo e rifiutando ciò che non lo è.
Come già espresso in modo più approfondito in un precedente intervento, per contrastare il prendere piede, dall’ultimo terzo del secolo XIX, di una intelligenza priva di spiritualità, a cavallo dell’inizio del XIX secolo ebbe luogo un culto nel mondo sovrasensibile in potenti immaginazioni di vita spirituale. Ad esso presero parte tutti coloro che parteciparono alla Scuola di Michele – nata nel mondo spirituale all’inizio del secolo XV.
Tutti gli esseri – che vi hanno partecipato tra morte e nuova nascita – ne hanno inconsciamente portato con sé i risultati nella successiva vita sulla Terra.
Le esperienze della Scuola di Michele si sono allora trasformate, nella nuova incarnazione, nell’inclinazione ad abbracciare i contenuti della Scienza dello Spirito.
Ed oggi queste persone che hanno partecipato a quella Scuola sovrasensibile sono qui sulla Terra a confrontarsi con i grandi problemi della nostra epoca, cercando un approccio nuovo e libero.
Ora, considerando che l’inquinamento industriale – sia esso o meno una concausa determinante del riscaldamento globale – è comunque in qualche modo emanazione di quel drago che Michael ha vinto e che si è rifugiato sulla Terra, non possiamo in alcun modo non tenerne conto, attivandoci sia sul piano interiore che esteriore per creare delle condizioni migliori per l’ambiente sia fisico che sovrasensibile che circonda la Terra.
Quello che viene richiesto sul piano interiore è evidentemente l’impegno ascetico di una trasformazione di sé tramite concentrazione, meditazione ed altre attività interiori – Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo, come affermava Gandhi – ma possibilmente in stretto collegamento con altre persone con cui condividere questa scelta.
Queste sono le comunità spirituali che dovranno sempre più prendere il posto delle comunità cui in genere aderiamo istintivamente per via dei nostri gusti ludici o politici ad esempio.
Anche per quanto riguarda il piano esteriore sarà necessario in futuro passare dal global al local, partendo dalla creazione di comunità omogenee che possano agire con il proprio esempio e le proprie scelte dal basso, non potendo evidentemente aspettarci nulla da chi ci ha imposto una Matrix attraverso la propaganda del pensiero unico al servizio del dio mercato e all’insegna della menzogna sociale e politica e dell’aggressività militare.
Rudolf Steiner afferma che quando parliamo o agiamo all’interno di una comunità spirituale – nella quale la condizione necessaria è che siamo realmente aperti all’essere dell’altro – in noi non agisce o parla la singola anima, ma lo spirito della comunità.
E aggiunge che questo, che chiama il nuovo idealismo è un punto essenziale: agire a partire dalle comunità è il mistero del progresso dell’umanità futura.
La comunità spirituale potrà funzionare solo se i suoi membri svilupperanno nell’anima la tolleranza, la capacità di accettare anche opinioni e punti di vista con cui non concordiamo per nulla ma che rispettiamo come una legittima espressione dell’animo dell’altro.
In altri termini la capacità di accogliere l’opinione dell’altro esattamente come se fosse la nostra.
CONCLUSIONI
Per concludere, il nostro obiettivo deve essere quello di liberarci individualmente dalla Matrix in cui viviamo, smascherando la falsa narrativa che ci viene imposta, ritrovando il nostro più profondo elemento di libertà interiore e di impegno comunitario.

La comunità spirituale è infatti una evoluzione delle comunità nelle quali abbiamo vissuto sino ad oggi, comunità in cui è il minimo comune denominatore a fare da elemento aggregante: religione, politica, sport etc.
La comunità spirituale è, al contrario, composta da uomini liberi che hanno deciso di dar vita ad una narrativa indipendente e in cui si tende ad sviluppare quella che Rudolf Steiner chiama Fantasia Morale.

Che io possa fare, vale a dire trasformare in realtà, ciò che io voglio, ciò che mi sono prefisso come idea della mia azione, è cosa che dipende da circostanze esterne e dalla mia capacità tecnica. Essere libero significa poter determinare da sé, con la fantasia morale, le rappresentazioni che stanno a base dell’azione (i motivi). È impossibile la libertà, se qualcosa al di fuori di me (un processo meccanico oppure un Dio, posto fuori del mondo e frutto di una pura illazione) determina le mie rappresentazioni morali. Io sono dunque libero solamente quando produco io stesso queste rappresentazioni, e non quando posso semplicemente dare esecuzione ai motivi che un altro essere ha posti in me. Un essere libero è quello che può volere ciò che egli stesso ritiene giusto. Chi fa cosa diversa da ciò che vuole, deve essere spinto a farla da motivi che non risiedono in lui. Chi fa così non agisce liberamente. Poter volere a proprio piacimento ciò che si stima giusto o non giusto, significa dunque: poter a proprio piacimento essere libero o non libero.
(Rudolf Steiner, La Filosofia della Libertà)

Le componenti di questa – possibile e necessaria – rivoluzione pacifica sono dunque: il conseguimento della libertà interiore dalla falsa narrativa (pensare), lo sviluppo dell’empatia nella vita comunitaria (sentire), e l’azione libera determinata dalla fantasia morale (volere).

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