di Piero Cammerinesi
Questa storia merita di essere raccontata perché, come altre di questo genere, può darci il senso della gravità della Pandemenza – epidemia globale di demenza – che ormai ha contagiato buona parte dell’umanità ma che si accanisce, in modo particolarmente selvaggio, sul nostro mitico Occidente libero e democratico.
E come opera la Pandemenza? In prima luogo tramite il linguaggio, mediante l’inversione del significato del singolo significante, della parola.
Guerre di aggressione diventano guerre di liberazione, o esportazioni di democrazia.
Occupazioni illegali si trasformano per incanto in missioni umanitarie.
Dittatura sanitaria diviene scelta responsabile.
Militari che occupano Paesi sovrani sono truppe alleate, mentre coloro che cercano di difendere il proprio Paese dagli invasori – come anche chi mette in dubbio il pensiero unico – sono terroristi.
Legge del più forte diviene ordine internazionale basato su regole.
Legalizzazione del genocidio viene definita diritto alla difesa.
Razzismo invertito diventa antirazzismo.
Perché, appunto, nel progetto di asservimento generale dell’umanità uno di principali strumenti è il linguaggio.
Linguaggio che – di regola invertendone il significato – viene utilizzato come leva per suscitare determinate emozioni, come peraltro ben esemplificato in 1984 di George Orwell.
Gli slogan di Partito sono frasi semplici ed autocontraddittorie, ma sono dogmi ed è vietato soffermarsi a constatare l’evidente inconciliabilità tra soggetto e predicato:“LA GUERRA È PACE”“LA LIBERTÀÈ SCHIAVITÙ”“L’IGNORANZA È FORZA”Anche se qualcuno fosse talmente coraggioso da volerli confutare, non troverebbe più le parole per farlo : democrazia, libertà, conoscenza non esistono nel nuovo vocabolario.La Neolingua è potente, attacca il pensiero e lo distrugge sul nascere.
Il progetto è ben costruito e viene da lontano. Tuttavia, a volte ci sono degli “incidenti di percorso” anche per i protagonisti della falsificazione del linguaggio, come vedremo ora.
Ma veniamo alla storia che vi voglio raccontare.
Ebbene, è notizia di questi giorni che l’ambizioso programma di IA Gemini ne ha combinata una grossa e mamma Google non la autorizzerà – fino a che non si sarà corsi ai ripari – a generare immagini di persone dopo che questo prestigioso esempio di … ehm…Intelligenza Artificiale è stato definito da numerosi critici “assurdamente woke” e “palesemente razzista”.
Eh sì, perché Gemini – lanciata all’inizio di questo mese come rivale del modello dominante GPT di OpenAI, che alimenta ChatGPT e pubblicizzata come la “famiglia di modelli più capace” di Google in quanto capace di generare “immagini accattivanti”, alla richiesta di immagini dei padri fondatori degli Stati Uniti, di imperatori russi o di re francesi, di papi e persino dei soldati della Germania nazista ha proposto risultati che celebrano invece il moderno concetto a stelle e strisce di “diversità” con risultati davvero risibili.
Alla richiesta di creare immagini di vichinghi, Gemini ha mostrato esclusivamente persone di colore in abiti tradizionali vichinghi. Alla richiesta di immagini di “padri fondatori” ha fornito quelle di indigeni in abiti coloniali ed addirittura un George Washington nero. Richiesta di produrre l’immagine di un papa, Gemini ha mostrato solo persone di etnia diversa da quella bianca.
Ma Gemini non è autonoma, qualcuno ha evidentemente inserito delle linee guida per determinarne il funzionamento. E sono precisamente le linee guida della ideologia woke, oggi pensiero unico indiscusso oltreatlantico.
Il modello di woke, che – guarda caso – vuol dire sveglio, risvegliato, mentre rappresenta, di fatto, l’ideologia della sottomissione al pensiero unico.
Dunque, come si diceva sopra, esattamente l’inverso.
In realtà alla cultura autodefinitasi come “risvegliata” non interessa minimamente il risvegliarsi alla realtà. L’obiettivo è quello di cancellare la realtà, imponendo il criterio della “diversità” come unico vero, indiscutibile, tappa finale di un’umanità finalmente libera da quelle verità e consuetudini che vengono considerate costrizioni ideologiche.
Nel post di X qui a destra le proposte di Gemini alla richiesta di raffigurare i volti dei padri fondatori USA, nonché dei capi della Chiesa cattolica e di guerrieri vichinghi…
I bianchi sembrano essere l’unica categoria razziale che Gemini si rifiuta di mostrare,
affermano quelli di Fox Business nel loro esperimento con l’IA.
In un altro esempio, raffigurato qui sotto, la proposta di Gemini di raffigurare i Tre Moschettieri di Dumas in versione nera e femminile, esattamente come più sotto i due “principali zar della Russia”.
Persino il New York Post – uno dei megafoni dell’ideologia dominante negli USA – ha deriso Gemini definendola “assurdamente woke”, e l’ex candidato alla presidenza degli Stati Uniti, Vivek Ramaswamy l’ha definita “palesemente razzista”, aggiungendo che il “lancio imbarazzante a livello globale” di Gemini ha dimostrato che James Damore – l’ingegnere licenziato nel 2017 per aver criticato la dottrina della diversità dell’azienda – aveva “ragione al 100% sulla discesa di Google in una cassa di risonanza ideologica”.
Interessante notare la risposta data da Gemini alla richiesta del perché non vengano prodotte immagini di persone di pelle bianca:
questo rafforzerebbe stereotipi e generalizzazioni dannose sulle persone in base alla loro razza.
Le immagini di persone bianche incarnerebbero, secondo l’IA
una visione stereotipata della bianchezza che potrebbe essere “dannosa”per le persone che non sono bianche e per la società nel suo complesso.
Naturalmente Google – bontà sua – si è affrettata a dichiarare di essere
consapevole che Gemini presenta imprecisioni in alcune rappresentazioni storiche di generazione di immagini.
mentre il giorno successivo ha annunciato di essere “già al lavoro per risolvere i problemi” con la funzione di generazione di immagini, aggiungendo che le richieste di generazione di immagini di persone saranno messe in pausa fino al rilascio di una versione migliorata.
Bene, per un po’ Gemini non potrà allietarci con immagini di papi femmina o neri o di soldati nazisti di origine orientale; eppure, noi che siamo soliti pensar male, non siamo proprio del tutto convinti che si sia trattato di un innocuo incidente e ci viene in mente la Finestra di Overton…
Ora, per tornare all’inversione dei significati del linguaggio, Gustav Le Bon afferma nel suo La psicologia delle folle:
Talvolta le parole più mal definite, sono quelle che fanno più impressione. Come, ad esempio, le parole: democrazia, socialismo, eguaglianza, libertà, ecc il cui senso è così vago che non basterebbero dei grossi volumi a precisarlo. E, tuttavia, alle loro sillabe è unito un magico potere, come se contenessero la soluzione di tutti i problemi. Queste parole sintetizzano diverse aspirazioni incoscienti e la speranza della loro realizzazione. La ragione e la discussione non potrebbero lottare contro certe parole e certe formule…suoni vani, la cui utilità principale è quella di dispensare colui che le adopera dall’obbligo di pensare.
Le ‘condensazioni’ di concetti – come abbiamo visto in maniera inequivocabile negli ultimi anni – hanno consentito la completa e magistrale realizzazione della falsificazione delle parole. Dalla capacità di evocare magicamente delle reazioni viscerali mediante certe parole-chiave, alla tentazione di alterare – o addirittura ribaltare – il significato delle parole stesse, il passo è stato breve.
Perché – come si è detto – il progetto di asservimento dell’umanità parte dalla falsificazione del linguaggio.
Affermava Rudolf Steiner un secolo fa:
Quando si vuole ottenere un determinato risultato nel mondo, risultato che deve rappresentare l’opposto della regolare direzione dell’evoluzione dell’umanità, ebbene, allora gli si dà, per così dire, un nome che significa il contrario. L’umanità deve imparare a non credere ciecamente ai nomi.
(Rudolf Steiner, Stoccarda 21 settembre 1920)
Ci viene raccomandato, pertanto, di verificare le informazioni attivamente se vogliamo liberarci dalle falsificazioni continue cui siamo sottoposti.
Solo la sete di conoscere e la volontà di apprendere rendono un uomo capace di vedere chiaro negli eventi del mondo (Ibidem).
In altri termini,
…è necessario farsi compenetrare almeno una volta dall’esigenza – questa esigenza deve essere portata almeno una volta nella vita dei giorni nostri – di non sviluppare l’entusiasmo della distrazione, ma l’entusiasmo dell’attenzione (Ibidem).
Dunque non semplice attenzione alle parole ed agli avvenimenti del mondo ma attenzione entusiastica.
E per essere ancora più chiari: con queste parole lo scenario si fa ancora più chiaro:
Chi si limita a pensare che il saggio ordinamento del mondo provvederà a tutto, se la prende troppo comoda. Se fosse così, non esisterebbe in nessun luogo dell’intero mondo fisico quello che invece esiste: la libertà umana (Rudolf Steiner, Dornach 11 Dicembre 1916).
Questo è il nostro compito, oggi come ieri:
Nel nostro tempo, la condivisione delle verità, se posso parlare banalmente, il portare le verità è la cosa più importante. Le persone dovrebbero mirare a questo per la loro libertà. In realtà non dovrebbero andare oltre la presentazione, la comunicazione delle verità; il resto dovrebbe seguire da questo per libera decisione; allo stesso modo in cui seguono le cose allorché si prendono decisioni a partire dal piano fisico. (Rudolf Steiner, Dornach 19 Novembre 1917)
Difficile equivocare, anche volendo, questa indicazione.