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Fabio Burigana, medico gastroenterologo, da tempo si occupa e pratica le medicine non convenzionali. I suoi studi, portati avanti come presidente di AMeC APS – Associazione Medicina e Complessità e in collegamento con il gruppo internazionale Water, suggeriscono un nuovo modello fisiologico e fisiopatologico, che dia senso alle malattie psicosomatiche e solido fondamento all’azione di omeopatia, agopuntura, medicina tradizionale cinese, andando oltre la mera medicina puramente farmacologica.

punti dei meridiani di agopuntura, sulla base delle ricerche effettuate, sarebbero zone di modulazione delle oscillazioni degli elettroni che originano a livello dei mitocondri dei diversi organi. Le molecole si incontrano grazie al ruolo mediatore dell’acqua su un sottofondo elettromagnetico: dalla biochimica alla biodinamica. Gli elettroni attivati nei mitocondri e modulati nei punti di agopuntura, dunque, grazie alla fisica dell’acqua, attivano particolari vie metaboliche cellulari.

Alterazioni delle oscillazioni elettroniche si ripercuotono in alterazioni biochimiche e dunque in situazioni patologiche. Se viene invertito lo spin dell’elettrone, che può essere valutato come sensibilità a un campo magnetico debole, siamo di fronte a situazioni patologiche più serie.

Lei è stato presidente di AMeC a Trieste (Associazione Medicina e Complessità). Di che cosa si è occupato?

Fabio Burigana: Nel 2006 abbiamo vinto il premio per l’Umanizzazione della medicina, con un primario di un reparto di oncologia di Monfalcone: abbiamo creato un ambulatorio di medicina complementare. È stato considerato il miglior progetto di assistenza, grazie anche alla modalità di rapporto con la persona. Aiutavamo persone con tumore anche con approcci complementari, in particolare agopuntura, dieta, microbiota intestinale. Un impegno che continua tuttora. Ogni anno organizziamo un convegno internazionale, che negli ultimi anni non si è svolto a causa di Covid.

Anche nel campo dell’omeopatia abbiamo realizzato progetti interessanti. Abbiamo invitato un gruppo dei Banerji da Calcutta che praticano omeopatia da oltre 100 anni per gli indiani, a bassissimo costo (In India l’omeopatia è una delle possibilità terapeutiche indicate dal governo, così come la medicina ayurvedica). Negli ultimi 40 anni hanno creato un protocollo e hanno cominciato a raccogliere i risultati, eclatanti. È stata una bella esperienza, che ha coinvolto un pool di specialisti, con diverse skill. Cosa particolare era lo stretto rapporto con la fisica, tanto che l’attuale presidente dell’Associazione è un fisico, il professor Claudio Vergegnassi (è stato professore universitario all’Università di Trieste, ha svolto attività di ricerca alla Divisione Teorica del Cern di Ginevra e, attualmente all’Università di Udine, ndr). Con lui abbiamo fatto cose interessanti che ci hanno condotto ad alcune scoperte sui mitocondri.

Studi ventennali sperimentali che hanno portato a una nuova visione della fisiologia: “Siamo agli albori di una nuova fisiologia del rapporto corpo e mente” ha detto intervenendo al secondo convegno di biofisica informazionale, è corretto?

Fabio Burigana: Le implicazioni sono tante, è un campo nuovo, non esistono altri gruppi che si occupano di aspetti di questo genere. Dal grosso lavoro svolto coi pazienti tumorali, la prima cosa di cui mi ero accorto era la diversa sensibilità al campo magnetico di questi pazienti. A partire da questo fenomeno, basandomi sugli studi dell’acqua di Emilio Del Giudice, abbiamo realizzato un modello fisiopatologico, non più solo biochimico, ma elettromagnetico biochimico. L’80% delle reazioni biochimiche che conosciamo deriva dal gruppo di Albert Szent-Györgyi, scienziato ungherese naturalizzato americano, Premio Nobel per la Fisiologia e Medicina nel 1937, uno dei padri della biochimica. A lui dobbiamo un concetto essenziale: conosciamo la maggior parte delle reazioni biochimiche che avvengono nel corpo, cosa fondamentale per la farmacologia, ma non sappiamo cosa esattamente succede in vivo. Le reazioni avvengono a livello biochimico per termodinamica o diffusione, dice la teoria classica. Györgyi sostiene che le cose non possono stare così: ogni molecola nel vivente incontra esattamente la molecola precisa e miliardi di reazioni avvengono contemporaneamente senza sbagliare un colpo (a parte qualcuno, ma questo significa malattia o morte).


Qual è, dunque, il segreto?

Fabio Burigana: Györgyi lo dice: è la natura oscillatoria delle molecole. Il campo è complesso e vastissimo e meriterebbe un volume. Ogni molecola ha una sua vibrazione, le molecole che hanno oscillazioni simili in un certo range, con una certa frequenza, tendono a incontrarsi. L’acqua fa da grande mediatrice in questo incontro grazie ai suoi elettroni che oscillano pure a certe frequenze. Sono elettroni “quasi liberi”, come nei metalli, quelli dell’acqua presente nei tessuti organici. È acqua “attivata”, di cui parla Gerald Pollack nella Quarta fase dell’acqua, che si sposa con le teorie di Del Giudice. Questa ha una serie di caratteristiche fisico-chimiche, Pollack la chiama EZ (Exclusive Zone Water). Questi elettroni quasi liberi hanno oscillazioni differenti e sono quelle che attraggono o respingono certe molecole per far sì che si incontrino o non si incontrino.

Questa visione dà un supporto importante ai fondamenti dell’omeopatia. Anche l’ultimo Montagnier si era spostato su queste ricerche, giusto?

Fabio Burigana: Assolutamente. Ho parlato con Montagnier, poco prima che mancasse, proprio di questo modello. Gli esperimenti da lui fatti, in collaborazione con Emilio Del Giudice, sono stati riprodotti in Italia dal professor Giuseppe Vitiello, professore di Fisica teoretica all’Università di Salerno, che aveva collaborato con il nostro Gruppo. Montagnier ha ricostruito delle molecole del Dna di una clamidia, nucleotidi eccetera, dando il segnale elettromagnetico nell’acqua. Era la dimostrazione che quando si parla di energia si riferisce a qualcosa di molto preciso: frequenze specifiche che avvicinano o allontanano le molecole, facendo sì che si formino o meno dei legami chimici. Questo l’aveva intuito Györgyi: dietro la biochimica c’è l’elettromagnetismo dell’acqua. Purtroppo non aveva ancora le conoscenze fisiche per dimostrarlo. Per esempio certe considerazioni dello spin elettronico: bisogna entrare nella fisica quantistica dei campi. La nostra fortuna è quella di collaborare con fisici che se ne occupano.

Il ruolo dei mitocondri nell’agopuntura è una delle vostre scoperte…

Fabio Burigana: Ho studiato a lungo i mitocondri, hanno tantissime funzioni. Non li si deve immaginare solo nel ruolo di produttori di ATP, ma come grandi regolatori dell’espressione genica, della vita della cellula. Noi abbiamo trovato, inoltre, un’altra funzione. Il gruppo internazionale Water, il direttore è Pollack, riunisce diversi specialisti, biologici, fisici, e lavora un caro amico, Roberto Germano, fisico dell’acqua. Roberto alcuni anni fa mi ha fatto conoscere un lavoro del 2019 di un ricercatore cinese di questo Gruppo, pubblicato su Free Radical Research. In questo esperimento è andato a marcare i Ros, i radicali liberi, prodotti durante la fosforilazione ossidativa, quando c’è la formazione dell’Atp a livello delle creste dei mitocondri. Ha visto che questi Ros si formavano nelle zone di maggiore attività metabolica, ma andavano a finire nei punti di agopuntura.

Che implicazioni ha questo studio?

Fabio Burigana: Con altri amici fisici abbiamo capito che i Ros non sono altro che i trasportatori degli elettroni attivati. Durante la fosforilazione ossidativa, che è un passaggio degli elettroni a diversi livelli di energia, questi passano da un complesso proteico all’altro. Alla fine, dalla molecola di glucosio si arriva alla formazione dell’Atp: in questo passaggio, da una parte abbiamo la liberazione dei protoni e dall’altra lo scorrere di elettroni. L’ipotesi che facciamo noi, supportata da diversi esperimenti, è che organi diversi danno a questi elettroni vibrazioni diverse. Gli elettroni che escono dai mitocondri dello stomaco hanno oscillazioni diverse da quelli che escono dai mitocondri della vescica, per esempio. Una volta che escono, per un fenomeno probabilmente di risonanza, vanno a finire nei punti di agopuntura della medicina tradizionale cinese.

Cosa sono allora i punti di agopuntura?

Fabio Burigana: Probabilmente sono modulatori di frequenza, a seconda dei punti dove vanno a finire questi elettroni ricevono frequenze di altro tipo. Dopo vanno a finire in tutto il corpo anche per un fenomeno di entanglement. Vanno nell’acqua e le danno vibrazioni particolari per facilitare le particolari reazioni biochimiche. Un problema energetico non è più cosa vaga, ma frequenza specifica degli elettroni che provengono dai mitocondri di un organo particolare.

Che cos’è la questione dello spin invertito?

Fabio Burigana: Abbiamo realizzato anche delle pubblicazioni sul tema. Lo spin di un elettrone non è una rotazione: è una particolare sensibilità al campo magnetico, una proprietà che si può misurare. Un elettrone può rispondere in maniera inversa a un campo magnetico. Un muscolo è sensibile a un campo magnetico: rispetto al Polo Nord prende energia, nell’altro senso si indebolisce. Noi abbiamo visto, e con una documentazione enorme, che certe persone che si trovano in una situazione cronica di malattia hanno un’inversione dello spin, intesa come inversione di sensibilità al campo magnetico. Quello che ci immaginiamo è che a livello di questa oscillazione elettronica, che si forma a livello dei complessi proteici della fosforilazione ossidativa dei mitocondri, in certi casi, l’elettrone prende l’oscillazione al contrario. Detto in modo grossolano, chi sta bene ha lo spin in un senso, chi sta male è inverso e le sue reazioni biochimiche non funzionano bene.
Lo spin si può comunque ri-normalizzare attraverso approcci terapeutici. Agendo sui meridiani di agopuntura si riporta lo spin alla normalità perché oggi sappiamo che sono punti di diversa impedenza e agendo diamo energia agli elettroni. Il corpo in realtà è elettromagnetico.

Che cosa significano queste linee di ricerca e come si traducono per chi pratica, per esempio, agopuntura o omeopatia?

Fabio Burigana: È una nuova visione della fisiologia e della fisiopatologia, è l’inizio di una ricerca. Parlando con Montagnier ho trovato soddisfazione quando mi ha detto che queste ricerche connettono la biologia classica con la medicina tradizionale cinese. Purtroppo la ragione non riesce spesso ad abbandonare certi dogmi. Chi pratica omeopatia e agopuntura può ricavare tantissimo da queste linee di ricerca. Conosco bene l’omeopatia, mi ritengo un suo studioso. Si basa su un principio valido: usando una sostanza diluita e dinamizzata si ha la capacità di agire su funzioni metaboliche che si ripercuotono a livello fisico e psichico. E così l’agopuntura: attivando un punto specifico si ha un cambiamento su un insieme di organi, su questo non ci sono dubbi. La medicina tradizionale cinese va anche più avanti: lavora con la dieta, stile di vita, perché cambia la situazione elettromagnetica complessiva della persona. Siamo agli inizi, ai fondamenti della medicina energetica. Queste cose possono essere il substrato di una base della medicina fondata sulla teoria quantistica dei campi, che abbracci l’omeopatia, tutte le terapie energetiche e la medicina tradizionale cinese. Naturalmente la medicina convenzionale non va certo buttata via, ci sono cose che funzionano molto bene. Il 99% delle notizie cliniche le abbiamo con la medicina convenzionale.

Stiamo entrano in una nuova fase?

Fabio Burigana: Cerchiamo di fare una rete, ma i clinici non hanno grande interesse: hanno un sistema che funziona e difficilmente intraprendono strade nuove sia nel convenzionale sia nel non convenzionale.

Bibliografia

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Daniele Colombo

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