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I teoremi sono di due tipi: quelli di cui siamo coscienti e quelli di cui non lo siamo.
I primi potrebbero anche essere definiti dogmi ed esercitano un condizionamento costante sui nostri pensieri (politica, religione, legge), ma sono i secondi a determinare subdolamente la nostra vita, proprio perché non ne valutiamo l’impatto.
Mi è stato diagnosticato un cancro e il medico mi prescrive la chemioterapia.
Io so che è un veleno mortale – a sua volta cancerogeno – e che rappresenta un business miliardario per le case farmaceutiche, ma penso che lui sappia cosa sta facendo.
Il teorema è: non posso credere che il mio medico non agisca per il mio bene.

Approfondisco le incongruenze e le palesi menzogne di eventi come l’11 Settembre, che media e governi hanno propagandato, ma, nonostante siano assolutamente insostenibili alla prova dei fatti, faccio fatica a non credere alla versione ufficiale.
Il teorema è: non posso credere che gli americani abbiano volutamente massacrato 3.000 loro cittadini per poter invadere Iraq e Afghanistan.
Mi rendo conto che le stragi e la strategia della tensione, l’assassinio di Moro etc. non possono venire se non da ambienti deviati delle istituzioni, ma non mi risolvo del tutto ad accettarne le conseguenze.
Il teorema è: non posso credere che chi mi ha governato – e mi governa – possa aver causato tutto questo.

Mi accorgo che la maggior parte delle notizie che l’informazione ufficiale fornisce sono – perché contraddette dai fatti –  false e tendenziose, ma continuo a guardare i telegiornali e a leggere i quotidiani.
Il teorema è: non posso credere che non ci sia un giornalista onesto che racconti le cose come stanno.

E potrei continuare a lungo.

Se non siamo consapevoli di questi blocchi mentali il nostro giudizio non potrà mai essere libero, determinando in tal modo pesantemente le nostre decisioni e l’intera nostra esistenza.
Lo smascherare i teoremi inconsci che paralizzano la nostra capacità di giudizio rappresenta il passaggiodalla conoscenza passiva alla conoscenza attiva, a quello che dovrebbe essere l’obiettivo del nostro conoscere terrestre.

Piero Cammerinesi

* * *

Wissen wir erst, was wir von der Welt zu halten haben, dann wird es ein leichtes sein, auch uns danach einzurichten. Wir können erst mit voller Kraft tätig sein, wenn wir das der Welt angehörige Objekt kennen, dem wir unsere Tätigkeit widmen.

Rudolf Steiner (Die Philosophie der Freiheit)

Se noi sappiamo cosa dobbiamo pensare del mondo, allora sarà facie anche orientarci di conseguenza. Noi possiamo essere attivi con tutte le nostre forze solo quando conosciamo l’oggetto appartenente al mondo al quale rivolgiamo la nostra azione.

Rudolf Steiner (Filosofia della Libertà)

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