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Ci sono degli episodi che, meglio di altri, sono in grado di fornirci una fotografia del nostro mondo e di quanto avviene nella nostra società.
Si tratta a volte di piccoli fatti ma che sono in qualche modo simbolici, racchiudendo un nucleo di verità – o di menzogna, come nel nostro caso – che, proiettato sulla realtà circostante, aiuta ad evidenziarne alcuni aspetti.

Parto da due modestissimi avvenimenti, che traggo dalla stampa di questi giorni.

Il primo di questi – apparentemente insignificanti – fatti di cronaca avviene in Sicilia, a Gela, dove due mamme si contendono la posizione migliore per filmare i propri pargoli alla recita natalizia a suon di spinte, calci e schiaffoni, mentre i bambini – vestiti da angioletti – piangono sconvolti.
E847593.jpeg questo mi pare un evento emblematico di come venga percepito il Natale oggi; un evento ormai svuotato di senso.
Ciò non certo solo in Italia, ma livello globale; in molti Paesi, infatti, il nome Christmas viene privato anche del Christ trasformato in una X per diventare Xmas. Una festività come un’altra, insomma, di cui è irrilevante conoscere l’origine ed il senso. Basta far festa, stordirsi con cibo e bevande e con la caccia agli acquisti e ai regali. Raccontando ai bambini eventi miracolosi e poetici con la stessa noncuranza con cui parleremmo di onestà mentre intaschiamo una mazzetta.

L’altro episodio avviene in Germania, a Berlino, dove la locale scuola Waldorf ha respinto recentemente la richiesta d’ammissione di un bambino. E perché l’ha fatto? Semplice: perché il padre è un deputato dell’AfD, il partito di estrema destra che ha registrato notevoli successi elettorali negli ultimi mesi.
Dunque le ‘colpe’ dei padri ricadrebbero sui figli, tradendo clamorosamente l’impegno ad accogliere i figli di persone di qualsiasi opinione politica, ceto e razza.
E ciò da parte di una scuola il cui progetto educativo ha come obiettivo quello di mettere al centro dell’educazione l’essere umano.

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“Le opinioni nazionalistiche e xenofobe del padre possono influenzare il bambino e minacciare la pace della scuola”

tale è stata la giustificazione della scandalosa scelta della direzione scolastica.
Una scelta tanto più insensata considerando che il bimbo in questione già frequentava l’asilo della stessa Scuola Waldorf ed aveva quindi priorità per l’iscrizione.

Cosa ci indicano questi due avvenimenti, apparentemente eterogenei?

Ebbene, nel primo caso abbiamo un vero e proprio ribaltamento del senso del Natale, simbolo di amore universale, che diviene occasione di avversione e di violenza.
Nel secondo assistiamo al tradimento dell’ideale educativo di una istituzione, quella delle Waldorfschule, che dovrebbe costituire un faro di moralità, equilibrio e giustizia sociale per le nuove generazioni.

Alla base di questi tradimenti, e di altri simili, c’è – a mio avviso – un pensiero ormai asservito alla menzogna globale, un pensiero che non è più in grado di avvedersi della sua inarrestabile deriva.

Un pensiero incapace della minima coerenza logica – nei casi citati, ad esempio, il non sapersi comportare in armonia con il senso del Natale o dell’educazione steineriana – in grado di fornire una traccia di giudizio e di conseguente comportamento esteriore coerente e corretto.

Un pensiero ‘dimezzato’, insomma.

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