Recita il vecchio adagio: “Sbagliare è umano, perseverare è diabolico”.
Mai fu più attuale come nella vicenda della TAV e dello scempio della Val di Susa.
Oggi – nonostante sia stato ripetutamente dimostrato da vari studi autorevoli di economisti dei trasporti già dal 2005 – si scopre che il traffico è dieci volte inferiore alle aspettative, il che rende il progetto non solo dannoso per l’ambiente ma anche inutile ed antieconomico.
Sostiene, infatti, l’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino – Lione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri:
“Non c’è dubbio che molte previsioni fatte quasi 10 anni fa, in assoluta buona fede, anche appoggiandosi a previsioni ufficiali dell’Unione europea, siano state smentite dai fatti, soprattutto per effetto della grave crisi economica… Lo scenario attuale è, quindi, molto diverso da quello in cui sono state prese a suo tempo le decisioni”.
E ancora:
“La domanda che i decisori devono farsi è: ‘Al punto in cui siamo arrivati, avendo realizzato ciò che già abbiamo fatto, ha senso continuare come previsto allora? Oppure c’è qualcosa da cambiare? O, addirittura, è meglio interrompere e rimettere tutto com’era prima?’ ”.
Dopo anni di scontri, dopo la militarizzazione della Val di Susa, dopo le proteste degli abitanti e della società civile, represse con la violenza sulla base della giustificazione del “bene pubblico” oggi si deve riconoscere che tutto quello che gli oppositori della TAV avevano affermato è vero e che l’opera è uno stupro territoriale inutile e costoso.
Bene, allora lasceranno perdere, chiederanno scusa e rimetteranno tutto a posto, no?
In fondo, sbagliare è umano.
Se così avvenisse capiremmo che, in fondo, sono umani coloro che guidano le sorti di questo Paese.
Ma così non è.
Questi signori affermano, al contrario, di voler proseguire nel progetto e ciò senza fornire alcun nuovo elemento che confermi la fattibilità economica del progetto, nonostante ancora per svariati decenni non si registrerà alcun vincolo di capacità sulla rete stradale, sola condizione che potrebbe in qualche modo giustificare l’opera.
Perseverare è diabolico.
È diabolico perché viene a smascherare i due veri obiettivi di questo stupro ambientale: in primo luogo creare una ferita aperta – senza menzionare la dispersione di amianto data dagli scavi – in una delle zone più energicamente potenti del nostro Paese, la linea sacra di San Michele.
E, in secondo luogo, dimostrare che il potere può ormai prevaricare tutto e tutti anche senza giustificazioni valide; può arrestare, picchiare, processare, denigrare chiunque si opponga anche ad un progetto riconosciuto inutile e dannoso dagli stessi individui che l’hanno portato avanti.
E questa mi sembra la perfetta metafora di quanto sta accadendo nel mondo ed in particolare nel Belpaese, ormai area-test – basti pensare ai vaccini – della nuova feroce dittatura democratica (un ossimoro solo apparente) del pensiero unico.
Dunque mettetevi l’anima in pace ribelli NO-TAV; l’opera si farà anche se inutile per il traffico delle merci,anche se costosa per i contribuenti, anche se dannosa per gli abitanti e per l’ambiente.
Ma forse un elemento positivo c’è in questa mostruosa, perversa vicenda: almeno ora il re è davvero nudo.
Ricordiamocene il 4 Marzo.