spanish inquisition

Da giovane, la vicenda evangelica della condanna di Gesù Cristo da parte del Sinedrio e del popolo, mi sembrava qualcosa di irreale. Mi chiedevo come fosse stato possibile condannare a morte – anche se allora (e oggi…?) era normale – un Essere che predicava solo amore, che non incitava all’eversione politica, che faceva miracoli, fatti testimoniati da tante persone semplici e non prevenute.

Il Grande Inquisitore di Dostoevskij, contenuto ne I fratelli Karamazov, mi appariva come un’iperbole, una fantasia altamente improbabile. Un Cristo che ritorna sulla Terra e, invece di essere acclamato e venerato, viene condannato al rogo dall’Inquisitore. Colui che si pretende di amare più di ogni altra cosa si trasforma in un pericolo che merita di essere distrutto.

Poi, con il trascorrere degli anni, non ho più considerato fantasiosa ed improbabile né la vicenda evangelica, né la leggenda del grande russo.

Ho visto risorgere il Sinedrio e l’Inquisizione in ambiti che mai avrei creduto possibile.

Prima nei confronti dell’opera di Massimo Scaligero e, in questi ultimi anni, con la vicenda di Judith von Halle, ho visto il seme dell’avversione e dell’intolleranza sbocciare ed allignare rigoglioso tra le fila degli antroposofi. Anzi – in una sorta di legge del contrappasso – più è elevato il tema più è profondo il rancore che la diversità genera.

Ed oggi non v’è giorno in cui non si alzi tra noi un giudice, un custode, un inquisitore, a discettare, indagare, condannare le parole e i pensieri di altri. La vera interpretazione, l’unica possibile, è sempre la loro, mai la tua.

Ebbene, oggi queste persone – che tanto amano dedicarsi alle eresie degli altri e non alle proprie – non hanno, fortunatamente, il potere di danneggiare fisicamente chi la pensa in modo diverso (almeno in quest’ambito), tuttavia essi impersonano lo stesso impulso che, fino a pochi secoli fa, ha mandato al rogo migliaia di creature innocenti.

Anche loro sono tornati.

Dobbiamo allora rispondere loro nello stesso modo in cui il Cristo ritornato reagisce alla condanna del vecchio Inquisitore nella bella pagina di Dostoevskij: un bacio silenzioso.

Piero Cammerinesi

* * *

“…domani stesso Tu vedrai questo docile gregge gettarsi al primo mio cenno ad attizzare i carboni ardenti del rogo sul quale Ti brucerò per essere venuto a disturbarci. Perché se qualcuno piú di tutti ha meritato il nostro rogo, sei Tu. Domani Ti arderò”.

F. M. Dostoevskij, I fratelli Karamazov

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