Il Tredicesimo Giorno e l’Anno che verrà

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di Adriana Koulias

E così, miei carissimi amici, arriviamo al tredicesimo giorno! L’Epifania.

Ieri sera ci è stato chiesto dal nostro Guardiano, a nome del Dio Padre, se eravamo disposti a tornare sulla terra e a portare con noi tutto ciò che abbiamo imparato nelle ultime 12 notti. Ci è stato chiesto se ci impegniamo a vivere questa saggezza nel mondo e a sviluppare le forze per il bene delle Gerarchie e dell’umanità.

Questa mattina, se la nostra offerta sacrificale per l’anno a venire è stata ben accolta, ci troviamo ora di fronte al cielo del giorno e possiamo sperimentare tutto ciò che abbiamo visto negli ultimi 12 giorni distribuito nel firmamento davanti a noi in immagini grandiose.

Ora, cari amici, questo potrebbe non avvenire tutto in una volta, potremmo sentirlo più che vederlo, potremmo avere un sentimento di profonda riverenza e di profondo cambiamento interiore, ma alla fine, se ci siamo dedicati al mondo spirituale durante i 12 mesi dell’anno sviluppando l’Immaginazione, questo accadrà, all’inizio in modo debole mentre guardiamo il cielo diurno, con il sole che scorre sul mondo.

Perché abbiamo sviluppato una facoltà di immaginazione. Abbiamo in un certo senso sperimentato le immaginazioni che Michele ci ha mostrato nel mondo spirituale prima di scendere sulla terra.

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Il Cristo si trova alla fine, ma nella Scuola di Michele non era ancora sperimentato, perché quel tempo precedeva la Sua manifestazione eterica. Nel nostro tempo, l’essere umano può elevarsi per vedere il Cristo e la Scuola di Michele è la scuola di cui abbiamo bisogno per farlo nel modo più sicuro per i nostri tempi.

Ciò che ci permette di sperimentare il Cristo è l’aiuto che abbiamo ricevuto dal mondo spirituale, perché ogni volta che abbiamo sacrificato qualcosa ci hanno offerto un aiuto per svilupparci ulteriormente e siamo saliti insieme (perché il punto importante è che non l’abbiamo fatto da soli, abbiamo avuto gli altri! ) ad un’esperienza, anche se solo agli inizi, del Cristo nel regno degli Angeli che servono l’intera gerarchia angelica come emissari dello Spirito Santo, del Cristo nel regno degli Arcangeli che servono la seconda Gerarchia come emissari del Figlio Logos e delle Archai che servono la prima Gerarchia che sono i servitori del Padre.

In un certo senso abbiamo praticato:

Il ricordare in Spirito – in questo senso abbiamo preso coscienza della nostra non-nascita – la natura spirituale del nostro essere che abbiamo dimenticato in questa vita quando siamo nati attraverso le forze degli Dei del Padre. La Prima Gerarchia che opera nelle nostre membra.

Ex Deo Nascimur.

Il riflettere in Spirito – abbiamo riscaldato i nostri ricordi come Pastori con l’impulso del Cristo, che è l’amore più puro, così da morire al nostro vecchio Io, abbiamo permesso ai ricordi di morire per conto del Cristo. La seconda Gerarchia opera nel nostro cuore e nei nostri polmoni.

In Christo Morimur.

La visione in Spirito – facendo risorgere questa memoria difettosa come organo d’amore, in grado di percepire la natura spirituale del cosmo e la sua connessione con le Gerarchie, in modo da cambiare per sempre la nostra vita, siamo nati di nuovo. Siamo ora consapevoli che senza spirito non c’è nulla. La Prima Gerarchia lavora nei nostri nervi e nei nostri sensi.

Per Spiritum Sanctum Reviviscimus.

Cristo ci è apparso nel nostro pensiero, nel nostro sentire e nella nostra volontà, poi nel regno dello Spirito Santo come suo Io macrocosmico, come suo Io superiore nel regno del Figlio e come suo Vero Io nel regno del Padre – con la facoltà dell’Immaginazione.

L’Ispirazione e l’Intuizione nel loro senso più completo verranno in seguito. Rudolf Steiner non riuscì mai a formare le classi necessarie per questa scolarizzazione, una seconda e una terza classe. Dobbiamo farlo noi.

Ora sappiamo che Spirito Santo, Figlio e Padre sono una cosa sola, perché sono diventati una cosa sola nelle nostre anime.

Oggi sperimentiamo quindi, con la più profonda comprensione, come Adamo in Giovanni Battista abbia incontrato il futuro Adam Kadmon, la sua anima sorella, l’Anima Natanica.

Bisogna immaginare il momento in cui l’Anima Natanica, che era stata separata da Adamo da prima della caduta, guarda attraverso l’acqua per vedere l’anima sorella. Dobbiamo cercare di sentire la potente esperienza di riconoscimento che si è trasferita ai suoi arti (memoria) e che lo ha fatto cadere nell’acqua e ha fatto cadere il suo bastone.

L’anima Natanica di Gesù di Nazareth, l’anima più giovane dell’umanità, stava di fronte a Giovanni Battista, l’anima più antica dell’umanità. L’una portava il ricordo di Cristo come saggezza, l’altra sposava il ricordo della saggezza dell’essere umano negli eoni in attesa della venuta di Cristo. In preparazione.

L’anima di Gesù di Nazareth conteneva infatti tutta la saggezza lasciata dallo Zarathustra/Gesù salomonico che si era unito a lui sui gradini del Tempio molti anni prima. Si era unita alla memoria natanica della sua discesa sulla terra portando il Cristo.

Ora l’Io che gli aveva portato questa saggezza, che aveva fondato la sua saggezza cristica in un’esperienza terrena, stava lasciando solo le impronte del suo grande Io, perché l’Io del Gesù salomonico/Zarathustra aveva iniziato un viaggio fuori dall’anima Natanica di Luca dopo la “loro” conversazione con sua madre, la Maria salomonica, in cui lei lo riconobbe come il figlio che aveva perso!

Memoria, karma, ricordo.

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Fermiamoci un attimo per sentire il legame con il nostro lavoro di queste ultime 12 Notti Sante. Abbiamo imparato che per svilupparci nel senso del futuro, dobbiamo ricordare la nostra spiritualità e questo non possiamo farlo solo per noi stessi, ogni passo richiede un sacrificio e solo grazie a questi sacrifici ci è stato dato uno sguardo ai mondi superiori come dono di grazia. Così facendo, nel nostro microcosmo, siamo diventati una nuova gerarchia, prendendo esempio dai sacrifici che ci hanno preceduto nella creazione di Saturno, del Sole e della Luna e infine della Terra, dai sacrifici degli esseri umani per portare il Cristo nell’evoluzione terrestre e da tutti gli innumerevoli esseri che hanno sacrificato il loro calore, la loro luce, la loro saggezza e le loro forze dell’Io per noi, in modo che, attraverso questo calore, luce e saggezza che diventano coscienti per mezzo del potere dell’Io, potessimo elevarci a una connessione cosciente con il Cristo e diventare così noi stessi dei creatori, nuovi angeli!

La prossima condizione planetaria della terra può sorgere nel modo giusto solo se noi, ora nel nostro tempo, iniziamo a sviluppare le qualità di un angelo, cioè un’anima, un corpo astrale che si riempie di spirito in modo che lo spirito diventi il sé e il nostro Io si elevi a un Io superiore.

In queste notti abbiamo, a poco a poco, sacrificato il nostro Io personale per il bene dell’umanità. In questo senso siamo diventati allievi di Christian Rosekreutz, il cui compito è quello di ispirare tale sacrificio dalla sfera dei Bodhisattva che diffondono al mondo il Santo Spirito del Cristo, Sé Spirituale o Manas. Abbiamo lentamente sviluppato le forze di un Io superiore, un Io sovrastato dallo spirito, attraverso il potere del Cristo, Spirito Vitale o Buddhi, che è l’amore del cosmo che opera attraverso Michele. In questo senso siamo diventati michaeliti. E abbiamo lentamente sviluppato un po’ del vero Io, che un giorno sarà nostro attraverso il Cristo stesso dalla sfera della trinità, che un giorno diventerà il nostro Uomo Spirito o Spirito Vitale, in modo che in questo giorno possiamo comprendere come il Cristo sia entrato nell’anima e nel corpo di un uomo, per spiritualizzarlo così completamente da salvare le forze del corpo fisico dalla morte per tutti gli esseri umani.

Miei carissimi amici profondamente amati! Immaginate questo momento nelle vostre anime! Questo giorno è il culmine delle 12 Notti Sante. E nella misura in cui siamo riusciti a riunire Maghi e Pastori per trasformare la luce delle nostre anime in calore del cuore e amore, la nostra memoria karmica in un destino, allora questo diventa per noi un vero e proprio 13° giorno, il giorno in cui Adamo incontra il futuro Adam Kadmon che nel corso di tre anni viene purificato e perfezionato da Cristo.

Soffermiamoci a considerare come in questo momento la nostra anima si trovi di fronte all’anno che verrà, portando con sé tutta la saggezza acquisita nelle 12 notti sante. Se poi riusciamo a vedere come sia simile all’immagine del momento in cui Gesù si trovò davanti a Giovanni Battista, il momento in cui dovette sacrificare l’essere di Gesù Salomonico, il proprio Io personale fino a quel momento, per iniziare un percorso in cui permise al Cristo di diventare il suo Io a poco a poco. Abbiamo una vera sensazione dell’esperienza epocale di questo giorno!

L’intero anno scorre davanti a noi, come le 12 notti della vigilia di Natale, come le stelle di ogni notte.

La vigilia di Natale abbiamo unito le nostre anime a Gesù Natanico, che si è sacrificato tre volte nel mondo spirituale per poter essere il tramite di Cristo, per sacrificarsi un giorno altre due volte per Cristo a favore dell’umanità. In quella notte ci stavamo preparando per i nostri sacrifici che abbiamo offerto nel corso di 12 notti. In un certo senso, le 12 Notti Sante sono un riflesso dei 12 giorni in cui Gesù di Nazareth camminò verso il fiume Giordano. Ogni giorno è stato un sacrificio fatto dall’Io Salomonico/Matteo per lasciare l’anima di Gesù di Nazareth. L’Io Salomonico, che aveva preparato l’anima di Gesù per l’ingresso del Cristo, aveva sacrificato il proprio corpo e la propria anima per raggiungere questo obiettivo, e ora stava sacrificando il proprio Io.

In dodici notti abbiamo seguito questi due esempi, Gesù di Luca e Gesù Salomonico, il Pastore e i Maghi, e ho cercato di darvi un’idea, miei carissimi amici, di come solo unendoli possiamo veramente arrivare a questo tredicesimo giorno, che illustra in modo splendido il quarto pannello della Meditazione della Pietra di Fondazione:

riscalda i nostri cuori
illumina le nostre menti
affinché diventi buono
quel che noi fondiamo col cuore
quel che con le menti
vogliamo portare alla meta.

Dobbiamo fare di Maghi e Pastori una cosa sola, una sola nel nostro essere, cioè dobbiamo fare delle due facoltà una cosa sola e attraverso di esse l’intero anno si pone davanti a noi come un potenziale per il bene che è stato fondato nei nostri cuori in queste 12 notti e che dobbiamo dirigere dalle nostre teste per il bene degli altri, durante i prossimi 12 mesi.

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Poi, alla vigilia di Natale, quando guarderemo all’intero anno, diventerà la 13a notte. Saremo in grado di unire Adamo con Adam Kadmon, l’Anima Natanica con il suo Io Giovanni Battista per far nascere nuovamente il Cristo!

In un certo senso l’intero anno diventa un viaggio che riflette il nostro percorso dal Natale all’Epifania, da Gesù al Cristo. Permettiamo al Cristo di entrare nel nostro corpo astrale durante i primi tre mesi fino alla Pasqua – esemplificata per noi dalle Nozze di Cana. I tre mesi successivi permettiamo al Cristo di entrare nei nostri corpi eterici a partire dalla Pasqua, esemplificata dalla Trasfigurazione e poi, negli ultimi tre mesi, permettiamo al Cristo di entrare nei nostri corpi fisici, esemplificato dalla Crocifissione, che sperimentiamo durante l’Avvento nelle prove che precedono le 12 Notti Sante.

L’intero panorama dell’anno è davanti a noi in questo giorno e la prossima vigilia di Natale vedremo quanto abbiamo mantenuto la promessa di tornare e usare la nostra saggezza a beneficio del mondo.

Poi ricominceremo, con il proposito di fare meglio nella prima notte santa.

Immaginiamo insieme questo momento, come la saggezza del mondo spirituale abbia creato questo dramma sulla terra per conto nostro. Come i nove cori, le nove Gerarchie, fin dall’evoluzione di Saturno, del Sole e della Luna, si siano preparate per questo giorno, quasi 2000 anni fa, quando un essere umano ha realizzato ciò che noi abbiamo il potenziale per realizzare, cioè elevarsi per diventare una nuova gerarchia angelica, la gerarchia della Libertà e dell’amore!

Giovanni Battista, vedendo l’anima sorella, cadde in ginocchio, in segno di riverenza, perché non riusciva a stare in piedi, tanta era l’impressione tremenda che l’Anima Natanica fece su di lui, dato che conservava tutta la memoria della discesa del Cristo nel suo corpo eterico!

Questo è, in un certo senso, ciò che proviamo noi, miei cari fratelli e sorelle! Questo momento è così grandioso, così effervescente eppure così tenero nel cuore! Ci parla dalle ampiezze dello spazio e nelle nostre anime in teneri sussurri.

Uomo conosci te stesso!

Soffermiamoci a vedere questo momento in modo immaginifico, nel modo migliore in cui potrei esprimere ciò che ho sperimentato per molti anni attraverso il mio lavoro con le Notti Sacre. È dalla prospettiva dell’Anima Natanica del mio libro Fifth Gospel. A Novel [Quinto Vangelo. Un romanzo NdT].

* * *

Il giorno si avvicinava al suo culmine. Artigli di luce fendevano l’acqua e rendevano brevi le ombre degli uomini. Dalla folla, Gesù vide i sacerdoti del Sinedrio lasciare il fiume, e aspettò un po’ di tempo, finché le voci della gente si fossero spente e molti se ne fossero andati, in cerca del loro pasto di mezzogiorno. L’uomo nel fiume era illuminato dalla luce. Il colore si riversava su di lui come un fuoco fluido. Gesù lo vide mettersi una mano sulla fronte per vederlo.

Gesù non si fermò, ma entrò nell’acqua argentata.

Prima i piedi, poi le caviglie, le ginocchia, finché il freddo non gli arrivò alle cosce, finché non si trovò davanti all’uomo la cui altezza era maggiore della sua e il cui volto era, all’improvviso, pieno di stupore.

Giovanni lasciò cadere il bastone in acqua. Le sue ginocchia sembrarono cedere e inciampò. Gridò:

Dovrei io essere battezzato da te! Non posso accettare di farlo!.

Gesù gli disse:

Così come la mia presenza ha risvegliato le tue membra nel grembo di tua madre, io risveglierò i tuoi pensieri al tuo compito!

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L’uomo chiamato Giovanni alzò lo sguardo e l’ombra di Gesù cadde su di lui. Gesù poteva ora vedere, non offuscata e indisturbata dalla luce, un’immagine speculare di se stesso riflessa nel volto dell’altro uomo. Un’immagine di qualcosa che aveva smarrito. A Qumran aveva saputo che quell’uomo era stato Elia, e ora riconosceva in lui l’anima più antica dell’umanità, Adamo, e si rendeva conto che una parte di Lui apparteneva a quell’uomo ed era unita da un ricordo di tempi perduti in sogno.

Quando il battezzatore si alzò, fu un segnale per Gesù. Incrociò le braccia sul petto e sentì un sostegno dietro la schiena. Gli sembrò allora che, sebbene Gesù lo stesse lasciando, a poco a poco, l’anima del battezzatore si unisse a lui per assicurare il cammino verso il Dio, che egli sentiva scendere. E ne fu confortato.

Giovanni lo guidò nell’acqua ed Egli fu immerso nella luce, nel colore e nel suono. La Sua anima si sposò con l’elemento del fiume. Tutte le immagini della sua vita gli passarono davanti agli occhi, finché non udì un canto di flauto e sentì l’odore delle pecore, della terra e dell’erba. Tutto questo era sposato con il calore dell’amicizia, le brezze cullanti, il bagliore del sole, le dita del vento, la sensazione calmante della mano di Sua madre e il pianto di un bambino nella natura selvaggia.

Ora non c’era più nulla. Non respirava. Era perso. Era solo. Una fiamma aleggiava su di lui. Una radiosità scintillante, sempre più intensa e fluttuante si sprigionò dal cerchio che lo circondava, e sopra di lui lo spirito di Gesù si raccolse a formare la forma di un uccello. Si soffermò un attimo su di Lui, come in un ultimo saluto, e si arrese, con la luce nelle ali e la vita nel petto.

Si lasciò andare!

Lo spirito maestoso e saggio di Gesù, che aveva plasmato la sua anima e, attraverso di essa, il suo corpo per diciotto anni, era stato separato da lui. Dentro di lui era rimasto un luogo vuoto, non ancora aperto allo spirito, come un germoglio di primavera che trema al vento freddo.

Come poteva aprirlo, visto che non aveva più forze?

Una grande spossatezza Lo invase e minacciò di spegnerlo. Era solo. Eppure… eppure… Gesù sentì l’anima di Sua madre morta avvicinarsi. Sua madre, la cui purezza era simile alla Sua, gli venne in aiuto. Gli strappò teneramente il cuore, per dispiegarlo in modo che fosse pronto per la discesa della grazia, per l’impulso della gloria del cielo.

Quando le nubi si sono divise e si è squarciato il velo che separa il sopra e il sotto, il Dio è sceso verso il basso, dal cuore del Padre, come un marchio di luce che si muove nella corrente fluida dello spirito. Gesù inspirò il respiro del Dio nei suoi polmoni e lo spirito, orfano del cielo, innocente del male, immortale, immacolato, senza colpa ed eterno, iniziò la Sua discesa nell’anima di Gesù.

Ora, quando Gesù aprì gli occhi, vide il mondo in modo diverso per la seconda volta nella sua vita, e nelle sue orecchie giunse il richiamo del tuono:

Tu sei il mio amato Figlio, nel quale vedo il mio stesso Io, nel quale il mio stesso Io mi sta di fronte! Ora sei generato in Gesù!

* * *

Miei cari amici, proprio come Giovanni Battista avrebbe ricordato nelle prossime vite i ricordi immagazzinati nella sua anima sorella, l’anima Natanica, Gesù di Nazareth ricordava ora tutta l’evoluzione umana attraverso Giovanni Battista e doveva poi sacrificare tutta la Sua saggezza, i Suoi ricordi per l’entrata dello spirito d’amore, affinché la Saggezza potesse diventare il più grande Amore sulla terra!

Sentiamo allora queste parole risuonare nei vostri cuori!

Tu sei il mio amato Figlio, nel quale vedo il mio stesso Io, nel quale il mio stesso Io mi sta di fronte!

Queste parole risuonano, miei carissimi amici, dalla sfera degli angeli fino alla sfera del Padre Logos. Tutti gli esseri che ora stavano sacrificando la loro esperienza di Cristo per il bene dell’umanità potevano solo, da quel momento in poi, percepirlo risplendere dalle anime degli esseri umani. Solo attraverso le anime degli esseri umani potevano vedere Colui che era il loro stesso “Io” – che era l’Io nel regno della prima Gerarchia, l’Io superiore nel regno della seconda Gerarchia e il Vero Io nel regno della prima Gerarchia. Solo attraverso gli esseri umani lo Spirito Santo, il Figlio e il Padre potevano tornare a unirsi!

Lasciate che questa immagine maestosa penetri nelle vostre anime, miei carissimi amici! Come possiamo trovarci di fronte a un’esperienza così sublime senza essere scossi in tutto e per tutto e senza cadere per così dire in ginocchio?

Perché Giovanni Battista rappresenta anche noi, è il nostro antenato, porta il nostro karma!

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E come lui ci sentiamo piccoli e insignificanti come si sentiva lui. Eppure, per quanto possiamo sembrare a noi stessi, per quanto piccolo ci appaia il nostro progresso, siamo mediatori di Cristo nell’anima del mondo! Siamo come i piccoli Hobbit del Signore degli Anelli di JR Tolkien, gli unici che avrebbero salvato l’umanità e il mondo dalle grinfie del male sacrificando la propria anima, unendosi al bene ed elevandosi, come Frodo, al rango di angeli.

I nostri progressi possono sembrare poco importanti e quasi impercettibili. Considerando gli orrori che vediamo in questo mondo, le ingiustizie che ci circondano, ci sentiamo impotenti a fare qualcosa. Tuttavia, dobbiamo guardare al mondo come a una parte di noi, e proprio come gli orrori e le guerre, l’avidità, la lussuria e l’ingiustizia che vediamo sono un riflesso della nostra anima, quando cambiamo gradualmente la nostra anima, in modo che diventi un contenitore di bontà che si diffonde nel mondo con un unico scopo, il mondo stesso cambia.

L’anima del mondo è malata e quindi anche il corpo. Come Giovanni Battista, dobbiamo portare Cristo nell’anima del mondo se vogliamo portare la guarigione. Dobbiamo innanzitutto curare la nostra anima. E così come dobbiamo guarire la nostra anima per guarire il nostro corpo, così guariamo l’anima del mondo per guarire tutti i suoi esseri. In questo modo il nostro percorso per i prossimi 12 mesi è chiaro: un’anima individuale sana può portare a un’anima mondiale sana.

Attraverso le nostre azioni, le nostre devozioni in queste dodici notti siamo pronti ad accettare Cristo come nostro Io, Cristo lavorerà con noi per guarire il mondo, benedire il mondo, spiritualizzare il mondo attraverso la sua volontà, cioè nella misura in cui le nostre azioni riflettono la sua volontà e diventano altruistiche e sacrificali.

In questo modo diventiamo co-creatori di Giove attraverso la nostra spiritualizzazione della terra. Portiamo il Sole nei nostri cuori e uniamo la terra in modo che un giorno su Venere diventi un sole, che si sacrifica su Vulcano per diventare un nuovo zodiaco! Oh, miei cari! A quel tempo avremo raggiunto uno stadio più alto di quello che hanno oggi le Archai, lo avremo raggiunto perché il Cristo ha vissuto nelle nostre anime e abbiamo trasformato il Karma in libertà e nella libertà abbiamo creato un grande amore sacrificale!

Tutte le Gerarchie e tutti gli esseri di questo mondo, fino ai più efferati e malvagi, si evolveranno solo attraverso di noi e le grandi immaginazioni mostrano come, alla fine delle sette forme planetarie, ci uniremo agli altri esseri per sacrificare la nostra sostanza per creare un nuovo cosmo – saremo dei creatori!

Nei prossimi giorni vi mostrerò come quest’anno possa diventare un percorso da Gesù al Cristo, come il 13° giorno – oggi – diventi un tutt’uno con la 13° notte della vigilia di Natale e i passi che possono condurci a uno studio completo di ogni mese in relazione alla compenetrazione del Cristo in Gesù quasi duemila anni fa.

Con amore per ciò che realizzeremo insieme nel prossimo anno.

Namaste,

 

Immagine di copertina: tela di Sandro Parise (particolare)

Tradotto dall’inglese da Piero Cammerinesi per LiberoPensare

 


Adriana Koulias è nata nel 1960 a Rio de Janeiro, in Brasile. All’età di nove anni la sua famiglia è emigrata in Australia.
Nel 1989 Adriana ha iniziato a studiare Antroposofia, Filosofia e Storia e ha intrapreso una carriera artistica, vendendo opere a varie gallerie d’arte e partecipando a diverse mostre miste. Autrice di diversi romanzi tra cui tradotti in italiano: Il segreto della sesta chiave, Il tempio del Graal, I custodi del Graal.
Oggi Adriana tiene regolarmente conferenze su storia, filosofia e scienze esoteriche. Ha due figli e vive a Sydney.

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