Non è facile affrontare questo tema senza innescare polemiche da ambo le parti.
Partiamo dal video di Beppe Grillo, una testimonianza fuori dalle righe, inopportuna, probabilmente offensiva nei confronti della parte lesa e della sua famiglia, perché un’eventuale denuncia per stupro può avvenire anche dopo un lungo periodo per mille motivi.
Potremmo estendere il discorso di offesa a tutte le donne, perché non è mai stata citata la ragazza come presunta vittima, se non come mera partecipante al festino, e come quella che “prima ci sta e poi ci ripensa”.
Inopportuna, perché è stato utilizzato uno strumento come il suo blog, che non è SOLO il suo blog, ma anche un canale meta-politico, per non dire politico, mandando il messaggio che, chi è famoso e possiede certi mezzi, può comunicare direttamente con il popolo, arrivando nei salotti degli italiani, un comportamento non dissimile da quello del suo odiato nemico Berlusconi.
Un teatrino dell’assurdo che sarebbe anche umanamente comprensibile, se non fosse che fa parte di una strategia di risposta a chi lo vuole “morto”.
Una polarizzazione che piace molto anche a destra e che taglia le gambe ulteriormente a tutti i piccoli satelliti che orbitano al centro, e quindi non più un 5S ondivago, ma saldamente nel centro-sinistra anche per quanto riguarda il futuro, ovviamente, dissidenti interni permettendo, perché la strada è ancora lunga.
Quindi, si torna a parlare della brutta vicenda che ha colpito i Grillo‘s Family proprio quando il partito è in procinto di mutare definitivamente forma, una sorta di sigillo simbolico e di spartiacque tra il prima e il dopo, con tanto di liturgia e sacrificio.
Si da il benservito a Grillo, anzi, il BONGIORNO, perché quello che è stato messo in scena sembra proprio un perfetto contrappasso, e lui doveva capire che, prima o poi, avrebbe dovuto pagare pegno.
Pegno per non aver scontato alcuna pena rilevante dopo il grave incidente che costò la vita a 3 persone nel 1981, senza nemmeno degnarsi di fare le scuse ai familiari delle vittime.
Per carità, fu una tragedia, un’incidente non voluto, anche se è stato dimostrato che Grillo avrebbe dovuto far scendere i suoi passeggeri a piedi, nell’ultimo tratto ghiacciato, ed invece pare abbia insistito nel superare l’ostacolo a forte velocità, cadendo direttamente in un dirupo, salvandosi al volo prima del precipizio.
Poteva stare zitto, tacere per pudore, invece, dandosi anche la zappa sui piedi, ha voluto dire la sua a suo modo, urlando ai quattro venti che il figlio è innocente, ed io sinceramente, penso lo sia, proprio in virtù di come funzionano certi meccanismi e certe dinamiche mediatiche, ma posso ovviamente sbagliarmi, il senso dell’operazione non cambierebbe di una virgola anche se fosse colpevole.
Il suo lamento di padre ferito, come un vecchio leone disperato che rantola nell’etere, è forse indirizzato a qualcuno legato a settori della magistratura e non solo a quella, ambienti oscuri che da anni lo minacciano, gli stanno con il fiato sul collo, lo indirizzano e lo ammoniscono, affinché segua la retta via, via per la quale fu scelto per rappresentare il cambiamento che il bel paese necessitava.
Una cosa è certa, il Grillo è caduto nella tela del ragno, e doveva capirlo che sarebbe giunto il suo momento, doveva aspettarsi questo spettacolare quanto tragico contrappasso.
La sua figura è servita per arrivare proprio all’oggi, è stato un ignaro Caronte, ci ha traghettati proprio nel post-umano, nell’era dell’agognata digitalizzazione globale, del GREEN non GREEN e nel riassetto generale del capitalismo, che sarà guidato da altri ben più autorevoli epigoni.
Dall’altra parte abbiamo un altro vistoso e vergognoso conflitto di interessi, ovvero, quello della Bongiorno che dovrebbe dismettere gli abiti da avvocato mentre rappresenta un altro leader politico come Salvini e svolge la sua funzione politica come senatrice di questo governo.
Si aggiunge orrore ad orrore, proprio sulla pelle di entrambi i figli, in qualche modo strumentalizzati per altre ragioni, utilizzati come sceneggiatura di una guerra delle rose che si svolge altrove e non in camera da letto.
In conclusione, penso abbiano sbagliato tutti, ma nessuno poteva esimersi e sottrarsi da questo teatrino osceno, perché tutti da sempre attori prescelti di questo lungo e spaventoso recital.
Hanno commesso un grave crimine i ragazzi, se verrà riconosciuta la violenza sessuale, oppure scagionati, se ritenuti innocenti, ha sbagliato la magistratura ad utilizzare ad orologeria questo evento per i soliti scopi politici, ha sbagliato la Bongiorno ad incarnare il ruolo della vendicatrice di un Governo giallo-verde perduto e dimenticato negli anfratti dei ricordi pre-pandemici, ha sbagliato Salvini ad acquisire informazioni sul caso giudiziario, sempre con lo zampino della Bongiorno, facendo trapelare che LUI sa, MA NON DICE, ha sbagliato Grillo a rendere pubblico il suo sfogo in questi termini.