Abbiamo intervistato il dottor Francesco Filini per capire cosa sta succedendo dopo le elezioni Usa: ha davvero vinto Biden o Trump può ancora sperare?
Francesco Filini è uno studioso di economia e geopolitica, autore del libro “Il segreto della moneta. Verso la rivoluzione auritiana” e coordinatore dell’Ufficio Studi di Fratelli d’Italia.
Biden è il nuovo presidente degli Stati Uniti?
Joe Biden non è il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Non si capisce perché gran parte degli esponenti politici di tutto il mondo abbiano iniziato a fargli i complimenti solo sulla base di proiezioni fatte dalla CNN, emittente-megafono dei Dem americani.
Ad oggi Joe Biden è stato eletto su Facebook e Twitter, piattaforme di multinazionali allergiche alla democrazia e alla libera espressione, acerrime nemiche di Trump.
Il voto postale nelle elezioni in Usa
Quanti stati sono ancora in bilico?
Attualmente abbiamo 5 Stati che ancora non sono stati ufficialmente assegnati: l’Arizona, la Georgia, l’Alaska, il North Carolina e la Pennsylvania. Biden avrebbe conquistato 256 grandi elettori, non sufficienti a raggiungere il magic number di 270 (dati aggiornati in tempo reale).
Cos’è successo con il voto postale nelle elezioni Usa?
È opportuno ricordare che la Georgia e il North Carolina sono stati tradizionalmente Repubblicani e che insieme al South Carolina e alla Florida costituiscono quel “muro del sud” che è garanzia di successo repubblicana.
Attualmente in North Carolina è in vantaggio Trump, mentre in Georgia sembra essere in vantaggio Biden. Anche l’Arizona e la Pennsylvania sono stati tradizionalmente “rossi” ma in questa fase vedono in vantaggio Biden. L’Alaska invece sarà assegnata al 100% a Trump e mi meraviglio che ancora non sia stato fatto.
Al momento ci sono indizi di possibili brogli?
Tra gli attuali 256 grandi elettori assegnati a Biden vengono conteggiati quelli degli Stati del Wisconsin e del Michigan, che insieme agli altri 5 Stati non ancora assegnati, nella notte delle elezioni americane vedevano Trump in abbondante vantaggio.
La rassegnazione dei giornalisti di casa nostra fino alle 5 del mattino lasciava presagire una clamorosa vittoria di Trump. Poi tutto si è fermato.
Quando sono partiti i riconteggi sono cominciati ad arrivare solo voti per Biden, dicono via posta, e il Michigan e il Wisconsin sono diventati blu. Questo è accaduto con il voto postale.
Se Trump si rivolgerà alla Corte Suprema, cosa può succedere a queste elezioni Usa?
Ci sono molte segnalazioni e palesi violazioni sulla procedura elettorale, tanto che – è notizia di ieri – in Pennsylvania il procuratore generale ha già autorizzato un’indagine contro i brogli elettorali.
Francesco Filini sul software di conteggio
Ma ciò di cui nessuno parla è il software di conteggio voti utilizzato in tutti gli Stati in bilico, il software “Dominion”. La software house che gestisce questo applicativo è tra i finanziatori della Clinton Foundation e utilizza componenti fatti in Cina.
Secondo i repubblicani ci sarebbero le prove che questo software abbia conteggiato male i voti spogliati, facendo risultare Biden vincitore. Questo è il motivo principale per cui Trump sta chiedendo il riconteggio.
Perché le televisioni e alcuni politici stanno dicendo che Biden ha vinto, se non è vero?
Trump ha già annunciato che vuole chiedere l’intervento della Corte Suprema e in queste settimane con un team fatto di circa 800 legali raccoglierà tutte le prove affinché ciò accada.
Fu la Corte Suprema nel 2000 a decretare la vittoria di Bush dopo il riconteggio in Florida, e lo fece dopo un mese dalle elezioni.
L’auspicio è che venga fatta trasparenza, che si riconteggino tutti i voti e che si esprima la Corte. Chi davvero è democratico non può aver paura di un riconteggio fatto alla luce del sole.
Qualcosa di simile successe anche nel 2000 quando divenne presidente Bush?
La mossa della CNN e dello staff di Biden di proclamarsi vincitore serve a screditare Trump e tutte le azioni che può mettere in piedi.
Lo si vuol far passare come uno che non ci vuole stare alla sconfitta, “un rosicone” diremmo a Roma. Ma la storia ci insegna che i Democratici hanno sempre provato a strappare la vittoria attraverso i media che controllano per influenzare l’opinione pubblica, esattamente come hanno fatto con i sondaggi falsi.
Nel 2000 gridavano alla vittoria di Al Gore, nel 2004 fecero la stessa cosa con Kerry. Poi arrivarono i risultati veri.
Maurizio Spezia