2022: Guerra in Ucraina 

Asew

Quest’anno, che sembra essere l’anno della tigre nel calendario tradizionale cinese, il mese di marzo (nel calendario occidentale) era dominato dai movimenti del pianeta da cui il mese prende il nome: Marte. Quando Vladimir Putin ha inviato le sue truppe in Ucraina il 24 febbraio, Marte (aspetto inferiore: aggressività; aspetto superiore: coraggio e audacia) era congiunto con Venere, e i due pianeti in rapido movimento si stavano avvicinando alla congiunzione con il lentissimo Plutone (inferiore aspetto: annientamento; aspetti superiori: intuizione spirituale e risurrezione) nel segno (tropicale) del Capricorno (il segno del governo e dell’autorità, tra le altre cose). 

Entro il 27 febbraio, Marte e Venere si erano uniti a Plutone e l’aviazione ucraina era già stata in gran parte distrutta. In quello stesso giorno, Mercurio era congiunto a Saturno e il Sole era congiunto a Giove e Nettuno: un gruppo significativo di posizioni per 8 pianeti! Entro il 6 marzo, Marte e Venere, ancora insieme, si erano spostati dal Capricorno all’Acquario e si erano allontanati da Plutone; entro il 9 marzo l’effetto di congiunzione Marte-Plutone era definitivamente terminato. Nei giorni successivi, lo slancio militare russo iniziò a rallentare. Ma a metà marzo, Venere si era allontanata da Marte (entrambi ancora in Acquario), mentre Marte iniziava ad avvicinarsi a una relazione quadrata stressante (90°) con Urano (aspetto inferiore: shock drammatico, persino rivoluzionario; aspetto superiore: illuminazione spirituale) in Toro. Questo quadro stressante è diventato esatto il 22 marzo; in questo periodo il presidente Biden iniziò a sostenere, senza fornire prove, che la Russia avrebbe presto potuto iniziare a utilizzare armi chimiche, il che avrebbe significato una grande escalation. Il 26 marzo, al termine di un discorso in Polonia, il presidente Biden ha sbottato: “Per l’amor di Dio, quest’uomo [Putin] non deve rimanere al potere”, una frase che molti hanno interpretato come l’intenzione di forzare il cambio di regime in Russia;  le autorità statunitensi si sono rapidamente mosse per assicurare al mondo che Biden non intendeva questo. Al momento in cui scrivo, Marte e Venere hanno raggiunto la congiunzione con Saturno (in Acquario), le cui energie limitanti e disciplinanti potrebbero frenare l’aggressività di Marte, e i negoziati a Istanbul tra i rappresentanti dei combattenti sembravano dare qualche speranza per un accordo. I media occidentali sono stati molto interessati a riferire (troppo ottimisti?) che la campagna russa si è bloccata a causa degli stessi errori dei russi e della resistenza ucraina inaspettatamente rigida e coraggiosa, e certamente le forze armate russe non hanno esperienza recente; non hanno combattuto una guerra di questa portata dal 1945. (1)

Nella prima settimana di aprile, la congiunzione Marte-Saturno sarà esatta, e quindi entro la metà di aprile, Marte si sarà allontanato da Saturno e nel segno dei Pesci, un segno “acquoso” in cui Marte è normalmente non “a suo agio”.  La fine della quadratura Marte-Urano entro la fine di marzo, la congiunzione Marte-Saturno all’inizio di aprile e l’ingresso di Marte in Pesci (metà aprile) potrebbero essere indicazioni che i combattimenti si fermeranno e la pace potrebbe essere raggiunta. Tuttavia, coloro che non vogliono la pace possono ben essere consapevoli di queste energie celesti e possono sforzarsi di opporsi ad esse, magari con notizie false sensazionalistiche, al fine di far andare avanti la guerra il più a lungo possibile nel proprio interesse. [Questo è successo: il falso massacro russo nelle storie di Bucha è stato inventato nella prima settimana di aprile – TB]. Più a lungo andrà avanti la guerra, peggiori saranno le conseguenze economiche, non solo per la Russia e l’Ucraina, ma per tutti noi, data l’entità delle sanzioni occidentali contro la Russia, le contromisure russe e l’importanza delle materie prime russe e ucraine nell’economia mondiale, compresi cibo e fertilizzanti, (molto probabilmente la Russia insisterà sul pagamento dell’energia russa in rubli o oro), e potrebbe esserci una diffusione delle azioni militari oltre l’Ucraina e persino il pericolo di un attacco nucleare da parte della Russia o della NATO. 

 

 

A giudicare dalla copertura della guerra in Ucraina nei Media Mainstream Occidentali (MMO) e dalle dichiarazioni dei politici occidentali, che hanno risposto a questo conflitto con la stessa reazione collettiva impulsiva e uniforme che hanno mostrato durante la crisi del Covid, si potrebbe pensare che Vladimir Putin si sia svegliato una mattina tra dicembre e febbraio e abbia pensato, di punto in bianco:

“Lancerò un’invasione dell’Ucraina, perché lo Stato ucraino non esiste e non dovrebbe esistere davvero ed è in realtà parte della Russia e Voglio ricostruire l’URSS. Oh, e inoltre, l’Ucraina è piena di nazisti che hanno maltrattato i russi nella regione del Donbass”.

 Tutto questo, dice il MMO, è pura fantasia e un segno che

“Putin ha perso la testa, un autocrate instabile che è un serio pericolo per “l’ordine mondiale basato sulle regole” come Milosevic, Saddam Hussein, Gheddafi, Assad e ovviamente….Hitler. Lui, come loro, deve quindi essere estromesso, preferibilmente dal suo stesso popolo, la cui vita ora renderemo miserabile con le nostre sanzioni contro la Russia, in modo che lo rovescino, cosa che non possiamo fare direttamente perché temiamo che possa provocare una guerra nucleare . Nel frattempo, continueremo ad aumentare le forze NATO sugli altri confini della Russia verso i quali siamo costantemente avanzati dal 1991 e continueremo a inviare armi letali in Ucraina affinché possano combattere per il loro paese (e per noi) fino all’ultimo ucraino, o fino a quando Putin sarà morto”. 

Se questo suona cinico, ricordiamo quanti milioni di giovani uomini, gli anziani politici europei erano disposti a mandare a morte negli orrori della prima guerra mondiale, della guerra di Corea e della guerra del Vietnam, oppure ricordiamo le parole della prima segretaria di Stato donna d’America, Madeleine Albright, che in qualità di ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite (!), ha dichiarato nel 1996, nel prestigioso programma televisivo statunitense 60 Minutes, che la morte di 500.000 bambini iracheni a causa delle sanzioni statunitensi contro l’Iraq era “un prezzo che valeva la pena pagare”.  

Innumerevoli persone in Occidente hanno ingoiato questa versione MMO di Putin e della guerra in Ucraina proprio come hanno ingoiato il governo e la linea MMO su Covid negli ultimi due anni. Oppure, se sono contrari all’establishment e deridono il MMO, sono influenzati dai social media e dai siti web alternativi, a credere che Putin, Zelensky, Biden, Xi Jinping e Klaus Schwab sono tutti coinvolti insieme, come lo erano con il Covid”, e che questa guerra in Ucraina è, come il Covid, solo un altro passo sulla via dell’incubo “Great Reset” di Schwab: il rifacimento della società mondiale in una tecnocrazia totalitaria governata da élite globaliste miliardarie. 

Ma nessuno di questi due punti di vista rende giustizia alla situazione attuale. 

Questa guerra non è iniziata solo quest’anno, né è nemmeno una vera guerra tra Russia e Ucraina, per quanto possa sembrare. Non è che l’ultima fase di una lotta iniziata 200 anni fa quando, negli anni successivi alla sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1815, l’élite britannica iniziò davvero a identificare la Russia come il loro principale nemico, che poteva conquistare l’India – a detrimento del loro potere mondiale e di gran parte della loro ricchezza. (2)  Le radici più profonde risalgono anche a molto più indietro di così: prima del coinvolgimento britannico nell’assassinio dello zar Paolo I nel 1801… prima dei consiglieri britannici alla corte di Pietro il Grande un secolo prima… prima della spedizione pianificata di Giacomo I per sbarcare truppe nelle distese ghiacciate della Russia settentrionale nel 1613 in un momento in cui l’Inghilterra stava iniziando ad espandersi attraverso gli oceani del mondo e la Russia si stava espandendo attraverso l’ “oceano”  solido della Siberia, per confrontarsi infine in Asia centrale e Nord America oltre 200 anni dopo … prima della rude lettera di Ivan il Terribile che chiedeva la mano della Regina Elisabetta I in matrimonio nel 1570… prima degli esiliati anglosassoni che si stabilirono in Crimea dopo la sconfitta di Hastings nel 1066… fino al lontano IX secolo, quando i vichinghi pagani danesi della Scandinavia iniziarono lo sforzo (che terminò nel 1066) per conquistare e stabilirsi in Inghilterra e altri vichinghi pagani dalla Svezia accettarono anche l’invito a diventare i governanti degli slavi pagani che vivevano nel nord della Russia. Fu dalla Scandinavia pagana che giunsero i sovrani degli Inglesi (Vichinghi e Normanni) e dei Russi (Ruotsi – antico finlandese per ‘vogatori’), entrambi, remando sulle loro lunghe navi. Una volta stabiliti, entrambi governarono su popoli di ceppo diverso, anche se non molto diverso da loro stessi: anglosassoni, celti e tribù slave. 


Ucraina 2022 e 1914-18: bulli e sfavoriti 

Oggi, tutti gli occhi sono puntati sulla “coraggiosa Ucraina”, come nel 1914 lo erano su quelli che il MMO occidentale chiamava “piccola Serbia coraggiosa” e “valoroso piccolo Belgio”, che furono lanciati – mentre combattevano per la propria vita – come Davide contro i Golia imperiali di rispettivamente Austria-Ungheria e Germania, o nel settembre 1939 quando la “coraggiosa Polonia” fu invasa dalle macchine militari prima della Germania hitleriana e poi dell’Unione Sovietica 17 giorni dopo. Agli inglesi piace schierarsi con gli ‘sfavoriti’ e contro il ‘bullo’. Ma i combattimenti in Ucraina, che in realtà sono iniziati nel 2014, non sono che il sintomo di un conflitto mondiale molto più ampio che dura già da secoli – e potrebbe durare altri secoli.

Chi è in realtà lo sfavorito e chi il bullo? Esistono davvero un bullo e uno sfavorito?  

Come per tante altre cose nel secolo scorso, possiamo collegare il dolore della Russia e dell’Ucraina di oggi, agli eventi di quel crogiolo di crudeltà – la prima guerra mondiale – quando l’Ucraina, come stato indipendente, riuscì quasi ad emergere, ma venne ben presto soppressa dall’Internazionale bolscevica socialista, che ha anche soppresso gli stessi russi, per 70 anni. Quando iniziarono i combattimenti della prima guerra mondiale, il 28 luglio 1914, i veri antagonisti – Gran Bretagna, Francia e Russia – non entrarono nella mischia per diversi giorni, e quando lo fecero, fu apparentemente dalla stessa parte! 

Come sono iniziati i combattimenti della prima guerra mondiale? 

Con il cannoneggiamento austro-ungarico di Belgrado il 28 luglio 1914, in seguito alla dichiarazione di guerra dell’Austria-Ungheria contro la Serbia il 23 luglio. C’era stato un mese di tensione tra l’impero mitteleuropeo piuttosto traballante e il piccolo, combattivo e spinoso Stato balcanico dopo l’assassinio dell’erede al trono austriaco e di sua moglie il 28 giugno, da parte di uno studente nazionalista serbo-bosniaco che faceva parte di un gruppo che aveva complottato ed si era addestrato a Belgrado per compiere il gesto. Gli austro-ungarici consideravano la Serbia uno stato terrorista, che negli anni aveva commesso una serie di omicidi e attacchi contro funzionari austro-ungarici, che erano aumentati nel periodo precedente al 1914, nonché i brutali omicidi del re di Serbia e di sua moglie in 1903. E infatti, Unificazione o morte (alias la Mano Nera), che era guidata dal colonnello Dragutin Dmitrijevic, il comandante dell’intelligence militare serbo; era stata coinvolta nell’uccisione della coppia reale serba nel 1903. Gli austro-ungarici sospettavano anche che, dietro l’aggressione nazionalista serba contro l’impero, ci fossero “l’incoraggiamento” e il sostegno russo, britannico e francese, comprese forniture di armi. I cannoni usati per l’assassinio del principe ereditario austriaco furono successivamente reperiti in Belgio, un paese molto sotto l’ala britannica, e l’ufficiale serbo che li aveva portati in Serbia aveva legami massonici con le logge belghe.  

 Gli austro-ungarici attaccarono preventivamente la Serbia, ma andò a finire che la Serbia sarebbe stata l’ariete per la distruzione del loro impero. I russi avevano pianificato di attaccare la Germania preventivamente, perché l’alleato della Germania, la Turchia, stava per ricevere nuove corazzate dalla Gran Bretagna in grado di sconfiggere la flotta russa del Mar Nero, e il principale obiettivo bellico dei russi era quello di riprendersi Istanbul (Costantinopoli) per la Fede ortodossa.(3)

Anche la Germania dichiarò guerra preventivamente alla Russia, pensando che se non l’avesse fatto, nel 1917, la Russia sarebbe stata abbastanza forte da sopraffarla. La Germania dichiarò guerra preventivamente anche all’alleato della Russia, la Francia, supponendo che la Francia si sarebbe unita alla guerra a sostegno del suo alleato russo, cosa che la Francia intendeva certamente fare. Gli inglesi dichiararono guerra preventivamente alla Germania, pensando che l’economia tedesca avrebbe superato quella britannica entro pochi anni, anche se i tedeschi avevano effettivamente rinunciato alla corsa navale per la costruzione di navi da guerra due anni prima. La paura del futuro è stata quindi ciò che ha spinto molti dei combattenti, così come ha spinto Vladimir Putin, che vede l’Ucraina, tanto quanto l’Austria-Ungheria considerava la Serbia, – come un fucile che era stato puntato contro la Russia (e l’Austria-Ungheria), almeno da vent’anni, dalle forze in Occidente.  

Nelle conferenze della fine del 1916, Rudolf Steiner sottolineò che era stato scoperto che un’organizzazione denominata “Comitato per il benessere degli slavi” – “sotto la protezione del governo russo” – aveva inviato armi sotto copertura, già a metà degli anni Ottanta dell’Ottocento, per suscitare problemi per la dinastia filo-austro-ungarica Obrenovich in Serbia. (4) Fu proprio il re Alexander Obrenovich, insieme a sua moglie, ad essere assassinato nel 1903 dal colonnello Dmitrijevic e dai suoi compagni cospiratori e che fu sostituito dal re Peter Karageorgevic, che era più incline a favorire la Russia, la Francia e la Gran Bretagna. 

Nel 1914, l’alleanza della Triplice Intesa (Russia, Francia e Gran Bretagna) utilizzò il nazionalismo serbo come strumento per realizzare un “cambio di regime” in Austria-Ungheria e Germania, attraverso una guerra europea generale. Gli inglesi e gli americani, inoltre, usarono questa stessa guerra per forzare il cambio di regime nella loro “alleata“, la Russia, prima sostituendo il regime zarista con un governo repubblicano provvisorio, e poi facilitando il viaggio dell’agitatore comunista Leon Trotsky in Russia nel 1917 (5) (attraverso New York e il Canada), e sostenendo i rivoluzionari bolscevichi dopo il colpo di stato del novembre 1917, e negli anni successivi, con considerevoli investimenti finanziari nella Russia bolscevica. (6)

La cosiddetta “minaccia tedesca” non era che la scusa per coinvolgere la Russia in una grande guerra che avrebbe portato al rovesciamento dello stato zarista. 

 

Mappa storica dell’Ucraina che mostra come è cresciuto il paese: 1654 -2013

 E qui otteniamo un indizio importante su cosa sia l’attuale guerra in Ucraina. 

Per capire perché questa guerra riguarda qualcosa di molto più grande di una semplice guerra tra Russia e Ucraina, dobbiamo fare una sorta di deviazione verso le circostanze della prima guerra mondiale, la guerra da cui l’Ucraina è quasi emersa per la prima volta come uno Stato indipendente nel 1918-21. La “Serbia coraggiosa”, l’alleato di Gran Bretagna, Francia e Russia nel 1914, molto lodata dalla stampa occidentale durante la guerra del 1914-1918, aveva perso un quarto (850.000) della sua popolazione prebellica alla fine della guerra, ma ciò ebbe poca importanza per le élite alleate, che nel 1918 avevano raggiunto i loro obiettivi, avendo suscitato e manipolato il nazionalismo serbo, per farlo diventare la scintilla che accese la polveriera: nell’inverno del 1918, l’impero austro-ungarico non c’era più, e il suo imperatore era in esilio (erano caduti anche gli imperi tedesco, russo e ottomano). La “ricompensa” degli alleati occidentali per la Serbia, fu la creazione del Regno di Jugoslavia (sotto la guida serba) dalle rovine della Serbia e dell’impero asburgico dell’Austria-Ungheria. 

La disgregazione dell’impero asburgico fu abbracciata come obiettivo di guerra durante la guerra dagli Alleati, in particolare dalla Gran Bretagna. Oggi l’Ucraina viene utilizzata, proprio come lo fu la Serbia dal 1880 al 1918, e l’obiettivo che questa volta prende il posto dell’Austria-Ungheria, è un altro grande stato multietnico: la Russia, che le forze d’élite occidentali desideravano da tempo si disgregasse, per sfruttarne le risorse naturali.  (7) 

Rudolf Steiner indicò (8) che la guerra del 1914-18 non fu combattuta solo tra Gran Bretagna, Francia e Russia contro la Germania; quella era l’apparenza sul piano fisico. Nel mondo spirituale fu combattuta dalle anime britanniche e francesi contro i russi, a causa delle differenze fondamentali negli atteggiamenti nei confronti della vita e della morte tra i popoli occidentali e quelli orientali. Inoltre, ha insistito sul fatto che la chiave del futuro risiedeva nelle buone relazioni tra i popoli dell’Europa centrale e orientale, tra la cultura di lingua tedesca e le culture slave, in particolare quella russa, mentre le élite occidentali cercavano di impedire che ciò accadesse in modo che i popoli di lingua inglese potessero manipolare il destino dei popoli slavi nel futuro. (9) 

 

 

Obiettivi occidentali 

È noto che, almeno fin dai primi anni 1890, i circoli esoterici in Gran Bretagna prevedevano una grande guerra europea che sarebbe avvenuta attraverso il nazionalismo slavo e gli impulsi della “fratellanza” slava, e si sarebbe tradotta in una rivoluzione socialista (marxista) in Russia, e “avrebbe consentito esperimenti di socialismo, politico ed economico” che avrebbero distrutto l’impero russo e realizzato “i sogni dei panslavisti” visto che la razza slava stava ora “cominciando a vivere la propria vita intellettuale” ed era “non più nel periodo della sua infanzia”. Se ne parlò in una conferenza dell’esoterista della “High Church” [Chiesa alta],Charles George Harrison (1855-1929), a Londra nel 1893 (10), come esempio dei primi due dei “tre grandi assiomi” che Harrison sosteneva fossero “il fondamento della scienza occulta”: 

1. Sette è il numero perfetto 

 2. Il Microcosmo è una Copia del Macrocosmo 

 3. Tutti i fenomeni hanno la loro origine nei vortici. 

 L’obiettivo, per i leader delle culture anglosassoni che si consideravano i governanti della cultura dominante nel mondo in questa era moderna (dal XVI secolo), era, secondo Harrison, garantire che la cultura di lingua inglese fosse il “tutore” e il “protettore” delle “giovani” culture slave, così che in futuro i valori della cultura anglosassone diventassero quelli delle culture slave, e in particolare la più grande di esse: la cultura russa. 

Harrison ha parlato con approvazione ed era alleato del Lux Mundi, movimento all’interno della Chiesa d’Inghilterra, un movimento emerso nel 1889 che ha cercato di unire l’ala dell’Alta Chiesa della Chiesa d’Inghilterra con gli ultimi sviluppi nelle scienze naturali e nella critica biblica. Una famiglia d’élite, che si considerava membro fedele dell’Alta Chiesa sin dai tempi della regina Elisabetta I (1558-1603), era quella dei Gascoyne-Cecil, che avevano fornito alla regina Elisabetta e al suo successore re Giacomo I (1603-1625), i loro Segretari di Stato, i burocrati più potenti del paese, e svolgevano la stessa funzione sia per la regina Vittoria (1837-1901), il cui Primo Ministro per tre volte fu il 3° Marchese di Salisbury Robert Gascoyne-Cecil (alias Lord Salisbury), e suo figlio, re Edoardo VII (1901-1910), che ebbe come primo ministro per tre anni (1902-1905) uno dei nipoti di Lord Salisbury, Arthur Balfour. 

Questi ultimi Cecils, zio Robert e nipote Arthur, molto diversi nel carattere ma scienziati sperimentali dilettanti entrambi, portarono avanti una notevole rivoluzione diplomatica nella politica estera britannica per un periodo di 20 anni (1887-1907) trasformando deliberatamente i due ex arci-nemici della Gran Bretagna – Francia e Russia – nei suoi alleati, e i suoi due ex paesi più amici, la Germania e il suo alleato Austria-Ungheria, nei suoi nemici. 

Qual era lo scopo di questo? 

Era triplice: ‘mettere in ginocchio’, attraverso una grande guerra, sia la Germania che la Russia. 

La Germania era il rivale in ascesa della Gran Bretagna nell’era moderna; la guerra avrebbe ridotto il potere economico della Germania e la sua crescente marina, e la Russia sarebbe stata la potenziale rivale dell’Impero britannico in un futuro più lontano; gli slavi russi dovevano essere domati attraverso la realizzazione di quegli “esperimenti di socialismo [marxismo], politico ed economico”, di cui aveva parlato Harrison nel 1893. Questi, tra l’altro, avrebbero ridotto il crescente potenziale economico della Russia e lo avrebbero esposto allo sfruttamento da parte del capitalismo anglo-americano. In terzo luogo, una grande guerra contro la Germania avrebbe  legato più strettamente i Domini dell’Impero di lingua inglese, e la costante “minaccia rossa” avrebbe, nei decenni successivi alla guerra, mantenuto spaventate le élite nelle colonie e negli Stati Uniti d’America, facendole rimanere strettamente alleate con la Gran Bretagna  (11) .

 Arthur Balfour (1848-1930), probabilmente più lungimirante di suo zio, si rese conto che, nel 20° secolo, il potere globale britannico poteva essere mantenuto solo in alleanza con quell’altra potenza emergente, gli USA. Questo punto di vista era condiviso dal magnate minerario e arci-imperialista, Cecil Rhodes (1853-1902), per il quale la perdita delle colonie americane nella Guerra d’Indipendenza americana era stata un disastro assoluto. Nel 1891, Rhodes fondò una società segreta (The Society of the Elect, nominalmente modellata sull’Ordine dei Gesuiti), dedita a mantenere ed espandere il dominio del mondo britannico e riunire Gran Bretagna e Stati Uniti.(12)

A tal fine fondò le borse di studio Rhodes Scholarships, che erano incentrate su quella che considerava la “casa spirituale” dell’Impero britannico: l’Università di Oxford, in particolare i suoi Balliol e All Souls Colleges. Il suo successore, Lord Alfred Milner (1854-1925), portò il progetto di Rhodes in una fase ulteriore, con la creazione del gruppo della Tavola Rotonda (alias Milner Group) nel 1909. Questo gruppo svolse un lavoro efficace nel legare insieme le élite delle Colonie prima e durante la Grande Guerra, realizzando il (Royal) Institute of International Relations (alias Chatham House) e il Council on Foreign Relations negli USA (1921), i due principali think tank di politica estera del mondo anglofono e gettando così le basi di ciò che è oggi denominata l’alleanza di “The Five Eyes”, i cinque paesi di lingua inglese (USA, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda). Così, anche se non ancora pienamente realizzati, i sogni e gli obiettivi di Rhodes, Milner, Balfour e degli uomini del Milner Group sono stati mantenuti per oltre 130 anni. (13) 

Per garantire i loro obiettivi, era essenziale, pensavano Cecil e Milner, che qualsiasi alleanza o cooperazione tra Germania e Russia dovesse essere impedita a tutti i costi, poiché una tale alleanza poteva mettere in pericolo il dominio mondiale della Gran Bretagna. Questa idea fu avanzata per la prima volta durante la premiership di Arthur Balfour nel 1904 da Halford Mackinder, geografo imperiale, co-fondatore (nel 1895) e direttore (1903-1908) della London School of Economics. L’idea principale di Mackinder era che la chiave del potere mondiale fosse la regione che chiamava “l’Heartland“, la vasta regione delimitata dai monti Urali a ovest, dall’Himalaya a sud e dalle montagne della Siberia orientale a est. Questa regione, allora e ora così ricca di risorse materiali e di popolazione umana, diceva Mackinder, se attraversata da una rete ferroviaria completa – (come la Cina sta costruendo oggi in tutta l’Eurasia!) – avrebbe potuto rappresentare una seria sfida per il potere della marina anglo-americana globale, poiché truppe e risorse potevano essere facilmente trasportate ovunque i nemici della Russia cercassero di fare pressione sul paese. Inoltre, un’alleanza tra la Russia, che controllava quasi tutto l’Heartland, e una cultura più energica come la Germania o il Giappone, avrebbe anche potuto portare alla costruzione di una flotta navale in grado di sconfiggere la Royal Navy, portando così alla rovina dell’Era dell’Impero Britannico. 

Mackinder: chi domina l’Europa Orientale domina il mondo

Che ciò non dovesse accadere era l’intenzione ferma di coloro che guidavano la nave della politica estera britannica. Durante la premiership di Balfour, realizzarono quindi la prima alleanza formale della Gran Bretagna con il Giappone, nel 1902, e solo due anni dopo scoppiò una guerra tra Russia e Giappone, in cui il Giappone fu rifornito e in parte finanziato dalla Gran Bretagna (e anche dalle banche statunitensi). 

La guerra russo-giapponese (1904-05, in cui i giapponesi agirono, in effetti, come mercenari britannici) bloccò l’avanzata russa nell’Asia orientale, indebolì notevolmente il regime zarista e gettò le basi per gli sconvolgimenti rivoluzionari del 1917. Un mese dopo l’inizio della guerra, Mackinder tenne la conferenza che segnò la fondazione della geopolitica anglo-americana, intitolata “The Geographical Pivot of History” per la Royal Geographical Society – e pubblicò anche un articolo – per sostenere la Teoria dell’Heartland. Nel suo libro del 1919, Democratic Ideals and Reality (p. 150), Mackinder ha riassunto la sua intuizione geopolitica chiave, in un conciso assioma di tre righe: 

Chi governa l’Europa dell’Est comanda l’Heartland;
Chi governa l’Heartland comanda l’Isola del Mondo; [cioè Eurasia]
Chi governa l’isola del mondo comanda il mondo. 

Questo assioma è una chiave importante per comprendere gli eventi in Ucraina oggi, nell’era delle Infrastrutture per il trasporto stradale e per il trasporto merci della Cina che sono state gradualmente estese dal 2013 in tutta l’Eurasia e in Europa. Mackinder ha visto che le reti ferroviarie potrebbero sia facilitare l’avanzata russa all’interno e oltre la Siberia e l’Asia centrale, che facilitare gli attacchi alla Russia dalla sua periferia. 

L’Ucraina sulla grande scacchiera 

Gli strateghi geopolitici angloamericani, dai tempi di Mackinder, in particolare il polacco-americano Zbigniew Brzezinski (1928-2017, consigliere per la sicurezza nazionale dal 1977 al 1981 sotto il presidente Jimmy Carter) nel suo libro del 1997 The Grand Chessboard – American Primacy and Its Geostrategic Imperatives, hanno seguito le indicazioni di Mackinder e hanno identificato la grande importanza dell’Ucraina come trampolino di lancio dell’Europa orientale da cui proiettare il potere contro la Russia e oltre, nell’Asia centrale. Come scrive Brzezinski nel libro che è uno dei testi più significativi per comprendere la crisi attuale,

“l’obiettivo geostrategico centrale dell’America in Europa, può essere riassunto molto semplicemente: consolidare attraverso un partenariato transatlantico più autentico, la testa di ponte degli Stati Uniti sul continente eurasiatico, in modo che un’Europa in espansione possa diventare un trampolino di lancio più praticabile, per proiettare in Eurasia l’ordine democratico e cooperativo internazionale”. (14)

Abbiamo visto nelle guerre combattute dagli Stati Uniti e dai loro alleati e delegati – nell’ex Jugoslavia negli anni ’90, in Afghanistan, Libia, Siria, Yemen e ora Ucraina – le conseguenze di questa ‘proiezione’ “in Eurasia [della] democrazia internazionale e del suo ordine cooperativo”! [ enfasi – TB ]. Poiché l’America, attraverso le sue azioni nei 20 anni (!) della guerra afgana, alla fine non è riuscita, nonostante molti sforzi, a stabilire una presenza militare permanente negli stati post-sovietici dell’Asia centrale, e poiché l’India ha mantenuto a lungo buone relazioni con la Russia e continua a farlo, l’Ucraina è diventata tanto più importante per gli Stati Uniti come potenziale ‘trampolino’ verso l’Eurasia: “Chi governa l’Europa orientale comanda l’Heartland…”. L’Ucraina ha sicuramente occupato gran parte dell’attenzione di Brzezinski nel suo libro Grande Scacchiera. (15) Per lui è stato un “pezzo degli scacchi” cruciale, e gli eventi dal 2004 (rivoluzione arancione) e dal 2014 (il colpo di stato di Maidan) hanno dimostrato che l’obiettivo è rimasto il medesimo anche oggi per l’élite della politica estera statunitense, tanto che gli Stati Uniti si sono mostrati pronti a ricominciare la Guerra Fredda in grande stile, dopo l’attacco preventivo della Russia all’Ucraina nel febbraio di quest’anno, sebbene la Russia non abbia intrapreso un’azione simile riguardo all’aggressione statunitense nei Balcani negli anni ’90, in Afghanistan, Iraq, Libia o Siria. Solo nel 2007, alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il tono di Vladimir Putin nei confronti degli USA ha cominciato a diventare più conflittuale. 

 

Brzezinski ha scritto nel suo libro del 1997 che tra il 2005 e il 2015

“l’Ucraina… avrebbe dovuto essere pronta per seri negoziati sia con l’UE che con la NATO”.(16) Per i russi era chiaro che la “rivoluzione arancione” a Kiev nel 2004, in cui un risultato elettorale a favore del presidente Yanukovich è stato ribaltato a favore della scelta degli Stati Uniti, Viktor Yushchenko, ha segnalato l’interferenza americana. Per Brzezinski, l’Ucraina è stata fondamentale per determinare in che direzione sarebbe andata la Russia:

“La perdita dell’Ucraina è stata geopoliticamente cruciale… [e] geopoliticamente catalitica” (p. 92) “perché ha limitato drasticamente le opzioni geostrategiche della Russia”. (17) 

La grande scacchiera, di questo rampollo di una famiglia aristocratica cattolica polacca, è pieno di un disprezzo e di un’antipatia appena repressi per la Russia. Nel capitolo intitolato “Il buco nero” (cioè l’Eurasia) e nella sottosezione “Il dilemma dell’unica alternativa”, Brzezinski insiste sul fatto che la Russia ha una sola alternativa geopolitica: entrare a far parte, insieme a uno Stato ucraino separato, di una “Europa transatlantica” all’interno delle strutture di Ue e Nato: “Questa è l’Europa con cui dovrà rapportarsi la Russia, se vuole evitare un pericoloso isolamento geopolitico”. (18) “Nessun Ataturk russo è ora in vista”, scrisse Brzezinski nel 1997 (19), non riuscendo a individuare un Vladimir Putin. 

Ma Brzezinski è stato ingannevole nel porgere alla Russia la carota dell’adesione all’UE e alla NATO; una carota che l’Occidente non è mai stato effettivamente disposto a offrire:

“E se la Russia consolida le sue istituzioni democratiche interne e fa progressi tangibili nello sviluppo economico basato sul libero mercato, non dovrebbe essere esclusa la sua associazione sempre più stretta con la NATO e l’UE. “ (20) [ enfasi – TB ]

“Un’associazione sempre più stretta” con l’UE non è l’adesione, come la Turchia, in attesa da molti decenni nonostante sia membro della NATO dal 1952, è stata costretta a sperimentare, e infatti nel 2000 il presidente degli Stati Uniti Clinton ha risposto al suggerimento del presidente russo Putin che la Russia possa entrare a far parte della NATO rifiutando con le parole “sei troppo grande”. In ogni caso, in un articolo per la Rivista Foreign Affairs dell’autunno 1997, (21) Brzezinski propose che nel 21° secolo, il futuro della Russia dovesse essere semplicemente una confederazione libera composta da tre stati: Russia europea, Siberia e Repubblica dell’Estremo Oriente; questi stati, ha affermato, “troverebbero più facile coltivare legami economici più stretti con i loro vicini”. I suoi alleati geostrategici all’Economist avevano già previsto alla fine del 1992, che la Cina e una misteriosa “entità musulmana” sarebbero state probabilmente in grado, entro il 2050, di balzare da sud e da est, impadronendosi della Siberia e della “Repubblica dell’Estremo Oriente”. 

Zbigniew Brzezinski

Il rifiuto della Russia di accogliere i desideri occidentali e transatlantici, scrisse Brzezinski, “equivarrebbe al rifiuto dell’Europa a favore di un’identità e di un’esistenza eurasiatiche solitarie”: “al momento decisivo per le relazioni della Russia con l’Europa [cioè un’Europa controllata dagli USA ! – TB ] manca ancora un po’ di tempo [ era il 1997; nel 2022, il “momento” di ‘definire’ sembra essere arrivato: TB] –nel senso che la scelta dell’Ucraina a favore dell’Europa, porterà forzerà la decisione della Russia riguardo alla prossima fase della sua storia [della Russia]: o far parte anche dell’Europa o diventare un emarginato eurasiatico, né veramente dell’Europa, né dell’Asia e impantanato nei suoi conflitti “periferici” [stimolati da USA-Regno Unito] ”… per la Russia il dilemma dell’unica alternativa non è più una questione di fare una scelta geopolitica, ma di affrontare gli imperativi di sopravvivenza.” (22) 

Rivale americano di Brzezinski nella geopolitica, ma alleato nell’imperialismo americano, il geopolitico Samuel P. Huntington , autore del controverso libro The Clash of Civilizations and the Remaking of World Order (1996), un altro americano che era vicino a The Economist , vedeva poche speranze di accordo con la Russia post-sovietica e scrisse che: 

Samuel P. Huntington

“Il conflitto tra democrazia liberale e marxismo-leninismo era tra ideologie che, nonostante le loro principali differenze, apparentemente condividevano obiettivi finali di libertà, uguaglianza e prosperità. [!!!] Una Russia tradizionale, autoritaria e nazionalista potrebbe avere obiettivi ben diversi. Un democratico occidentale potrebbe portare avanti un dibattito intellettuale con un marxista sovietico. Sarebbe praticamente impossibile per lui farlo con un tradizionalista russo . Poiché, se i russi smetteranno di comportarsi come marxisti, ma rifiuteranno la democrazia liberale e inizieranno a comportarsi come russi, ma non come occidentali, le relazioni tra Russia e Occidente potrebbero tornare di nuovo lontane e conflittuali”. (23) [ corsivo TB ] 

Quando le andava bene, naturalmente, l’élite britannica era stata molto contenta di avere una “Russia tradizionale, autoritaria e nazionalista” come alleata durante la prima guerra mondiale, così come era molto contenta di avere la Russia “marxista sovietica” come alleata nella seconda guerra mondiale, anche se è vero che il primo periodo di alleanza durò solo 10 anni (1907-1917) e il secondo solo 5 anni (1941-1946). (24) 

Per Brzezinski, non aveva senso che la Russia potesse essere una “cultura ponte” tra Oriente e Occidente; doveva trovarsi nell’“Europa transatlantica” – come la chiamava lui – controllata dagli USA, e con “Russia” intendeva essenzialmente la Russia europea a ovest degli Urali – oppure doveva essere in Asia, cioè con la Cina. L’obiettivo fissato da Brzezinski e dal The Economist di Brian Bedham negli anni ’90 – di costringere la Russia ad allontanarsi dall’Europa e spostarsi verso la Cina, e usare l’Ucraina per farlo, con l’obiettivo finale di convincere la Cina ad attaccare la Russia e amputarne gran parte, è stato un obiettivo a lungo termine di geostrategia occidentale da circa tre decenni.

L’apparizione sulla scena di Xi Jinping e dei suoi piani paneurasiatici “Belt and Road” (2013) [infrastrutture per il trasporto stradale e merci NDT] potrebbe sembrare in contrasto con questo obiettivo, perché Russia e Cina sono oggi più vicine di quanto non lo siano mai state, ma dovremmo ricordare che qualcosa come questa situazione si è già verificata prima – quando la Gran Bretagna ha scelto di fare del suo nemico di 100 anni (la Russia) un suo alleato – solo per distruggerla in una guerra. Spingendo insieme Russia e Cina, come hanno fatto dal 2004, le élite occidentali possono creare un altro dualismo globale: una lotta tra ciò che amano chiamare “democrazia contro autocrazia”, l’ “ordine liberale, basato su regole” contro il “sistema di anarchia e barbarie”.

Alla fine, le élite occidentali cercheranno di persuadere la Cina a tradire la Russia e ad attaccarla. All’inizio degli anni ’70 l’Occidente fece qualcosa di simile, quando Nixon e Kissinger scelsero di ricucire le barriere con la Cina comunista, che aveva litigato con il suo ex alleato comunista, l’URSS, fino al punto di un conflitto armato nel 1969. Oggi, con l’attuale guerra in Ucraina, l’Occidente ha iniziato a suggerire alla Cina che subirà sanzioni se rimarrà legata alla Russia. La speranza qui a Londra e Washington è che la Cina sia “incoraggiata” a rivoltarsi contro la Russia e poi, come L’Economist predisse nel 1992, che la Russia perdesse i suoi vasti territori siberiani con tutti i loro preziosi minerali, terre rare, petrolio e gas, e la Russia europea, ridotta alle dimensioni dello stato moscovita del primo zar, Ivan IV (il Terribile) nel XVI secolo, potesse quindi essere catturata dall’ “Europa transatlantica”. (25)

Proprio come in 1984 di George Orwell si immaginavano tre blocchi mondiali di potere in competizione tra loro, coi loro rispettivi alleati: “Eurasia” (Russia) sarà sopraffatta dall’Asia orientale (Cina), che poi affronterà l’Oceania (USA-Regno Unito-Europa). Proprio come nelle due guerre mondiali del XX secolo, il termine medio (Europa centrale: Germania e Austria-Ungheria) viene distrutto, lasciando i due poli di Est e Ovest a fronteggiarsi in un mondo diviso. 

È questo cupo scenario dualistico che le élite occidentali stanno evidentemente cercando di realizzare minando e distruggendo la Russia, e almeno dal 2004 (rivoluzione arancione) hanno preparato l’Ucraina come ariete per farlo. In primo luogo, cercheranno di incoraggiare la distruzione della Russia e poi, se ciò avrà successo, e senza dubbio con l’eventuale assistenza di India, Giappone, Corea del Sud, Vietnam,(26) si muoveranno sulla Cina e, come la Russia, punteranno a sfasciarla. (27) 

Per una discussione dettagliata su come l’Occidente ha sistematicamente cercato di utilizzare l’Ucraina, in linea con il pensiero di Brzezinski, per far cadere la Russia, si vedano: l’eccellente serie di articoli in quattro parti di Iain Davis:Guerra in Ucraina! A cosa serve? (28) che studia il background storico, il background nazionalista, il background nazista e il background globalista, e anche i due film su Russia e Ucraina realizzati dal regista statunitense Oliver Stone, entrambi disponibili online: Ukraine on Fire e Ukraine Revealed . (29) 

 

 

Nel gennaio di quest’anno si è verificato il fallimento di un tentativo di colpo di stato in Kazakistan, al confine con l’Asia centro-meridionale della Russia, che è stato represso con l’aiuto di truppe provenienti da Russia, Bielorussia, Armenia, Kirghizistan e Tagikistan, che, con il Kazakistan, sono compagni dell’Unione economica eurasiatica (2015) e dell’Organizzazione del trattato sulla sicurezza collettiva (1992). Forse scopriremo tra qualche anno che il tentativo di colpo di stato di gennaio è stato compiuto con il sostegno dell’Occidente, un altro fallito tentativo americano di aprire una testa di ponte nell’ “Heartland” contro la Russia. Di certo, all’inizio del 2019 il think-tank RAND (che è finanziato dal Pentagono) ha pubblicato un piano per una serie di offensive contro la Russia; era intitolato Extending Russia: Competing from Advantageous Ground [Estendere la Russia: competere da un terreno vantaggioso]:

“Esaminiamo una serie di misure non violente che potrebbero sfruttare le reali vulnerabilità e ansie della Russia come un modo per sottolineare l’esercito e l’economia della Russia e la posizione politica del regime in patria e all’estero. I passaggi che esaminiamo non avrebbero né la difesa né la deterrenza come loro scopo principale, sebbene potrebbero contribuire a entrambi. Piuttosto, questi passaggi sono concepiti come elementi di una campagna progettata per sbilanciare l’avversario, portando la Russia a competere in domini o regioni in cui gli Stati Uniti hanno un vantaggio competitivo e facendo sì che la Russia si estenda militarmente o economicamente o facendo perdere al regime prestigio e influenza nazionale e/o internazionale”.

Il rapporto RAND ha proseguito elencando 6 “misure geopolitiche” che gli Stati Uniti potrebbero adottare per indebolire la Russia; 4 di queste sono già state attuate negli ultimi due anni: 1. Fornire aiuti letali all’Ucraina 2. Aumentare il sostegno ai ribelli siriani 3. Promuovere il cambio di regime in Bielorussia 4. Sfruttare le tensioni nel Caucaso meridionale 5. Ridurre l’influenza russa nel centro Asia 6. Sfida la presenza russa in Moldova. (30) 

 Zelensky e Arestovič 

Con l’elezione dell’attore comico Volodymyr Zelensky (73% dei voti, foto sotto) a Presidente dell’Ucraina nel 2019, un uomo sostenuto dall’oligarca miliardario Ihor Kolomoisky, che ha anche finanziato gruppi ultranazionalisti di estrema destra come Right Sector, Aidar Battalion e anche, presumibilmente, il famigerato battaglione neonazista Azov, la situazione tesa nel Donbass e tra Russia e Ucraina è solo peggiorata. (31) Zelensky aveva promesso all’elettorato che avrebbe alleggerito la situazione nel Donbass, ma fu presto costretto a rendersi conto che le forze ultranazionaliste, che facevano parte delle forze armate ucraine e dello Stato di sicurezza, non gli avrebbero permesso di farlo, e dovette fare marcia indietro e collaborare con loro. Né ha migliorato la situazione dei diritti linguistici per i cittadini ucraini di lingua russa. 

A uno degli strettissimi consiglieri di Zelensky nel governo ucraino, Oleksiy Arestovych  – un uomo che ha dichiarato (nel 2019) di essere pronto per la “devastazione” in Ucraina, se il risultato finale fosse diventare membro della NATO – nel 2019 è stato chiesto se la guerra in corso nel Donbass sarebbe finita presto se l’Ucraina avesse presentato una domanda formale per entrare a far parte della NATO, e lui ha risposto:

“No, non possiamo parlare di… fine della guerra qui; al contrario, molto probabilmente spingerà la Russia a [lanciare] un’operazione militare su larga scala contro l’Ucraina, perché dovrà degradarci in termini di infrastrutture e trasformare tutto qui in un territorio in rovina in modo che la NATO sia riluttante ad accettare noi”.

Oleksiy Arestovych

“ Intervistatore: ”Vuoi dire che la Russia affronterà direttamente la NATO?” 

Arestovič: “No, non la NATO. Dovranno farlo prima che noi entriamo  a far parte della NATO, in modo che la NATO non sia interessata a noi come territorio in rovina. Con una probabilità del 99,9% il nostro prezzo per l’adesione alla NATO è una guerra su vasta scala con la Russia. E se non aderiamo alla NATO, l’assorbimento da parte della Russia entro 10-12 anni. Questo è il bivio in cui ci troviamo. 

Intervistatore: “Soppesando le 2 alternative, che cosa è meglio in questo caso?” 

Arestovych:“E’ assolutamente meglio una grande guerra con la Russia e una transizione alla NATO a seguito della vittoria sulla Russia”. 

Intervistatore:” E cos’è una “grande guerra” con la Russia?” 

Arestovych poi descrive (nel 2019!) quasi tutte le principali mosse avvenute nel conflitto iniziato il 24 febbraio 2022 e poi dice: “Questa è una grande guerra [cioè sembrerebbe] e la probabilità che avvenga la do al 99,9%”.

Intervistatore: ”Quando?” 

Arestovych:“Dopo il 2020, gli anni più critici sono il 2021 e il 2022, poi il 2024-2026 e il 2028-2030 saranno critici. Forse avremo tre guerre con la Russia”. 

Intervistatore:  “Come può l’Ucraina ottenere un MAP [piano di richiesta di adesione] con la NATO e non rimanere bloccata in una guerra su vasta scala con la Russia?” 

Arestovič: “Non c’è modo, beh, tranne se loro [l’Occidente] colpiranno la Russia con mezzi che chiariranno che non sono i benvenuti qui… sanzioni, embarghi… Possono fare in modo che il potere in Russia cambi… I liberali possono venire e la Russia tornerà ad essere un buon paese [ cioè come negli anni di Eltsin! – TB ]… 

Intervistatore:  Si sta valutando l’opzione di un accordo pacifico? 

Arestovič: “No, non accadrà”. 

Tuttavia, Arestovych non pensava che le sanzioni sarebbero state efficaci contro la Russia e ha indicato il loro fallimento contro l’Iran dopo 40 anni. L’unica via da seguire per l’Ucraina, ha detto, era la guerra con la Russia, e dopo sarebbe arrivata la ricompensa: l’adesione alla NATO. 

Continua dicendo: “Non c’è possibilità di neutralità in Ucraina, siamo obbligati ad entrare nell’una o nell’altra alleanza militare sovranazionale: o la “Taiga Union” [Unione eurasiatica] o la NATO. Eravamo nella “Taiga” [il Commonwealth post-sovietico degli Stati indipendenti] e personalmente non voglio rientrarci. Non siamo stati nella NATO [quindi] proviamo [lo]. Sicuramente non manterremo la neutralità. Ciò significa che il compito principale è entrare a far parte della NATO, e nessun sacrificio sociale ed economico è tale di fronte a questo compito [enfasi – TB], anche se il dollaro USA arrivasse a 250….è probabile che il prezzo dell’adesione alla NATO sia una guerra con la Russia o una sequenza di tali conflitti. In questo conflitto saremo molto attivamente sostenuti dall’Occidente, con armi, assistenza, equipaggiamento, nuove sanzioni contro la Russia e l’eventuale introduzione di un contingente NATO, una no-fly zone. Non perderemo, e questo è un bene”. (32) 

 Arestovych si presenta come un personaggio completamente cinico e machiavellico che era ed è pronto a vedere il suo paese e il suo popolo devastati per raggiungere l’unico obiettivo che ritiene necessario per garantire il suo futuro – l’adesione alla NATO – anche se altri obiettivi sarebbero stati possibili per l’Ucraina, come quella che è stata definita “la soluzione finlandese”. La Finlandia ha un confine molto lungo con la Russia, così come l’Ucraina, e non è mai stata membro della NATO. In quanto tale, pur essendo entrata a far parte dell’UE, ha intrattenuto buone, seppur diffidenti, relazioni sia con l’URSS che con la Federazione Russa; come la Svizzera, la Finlandia mantiene una neutralità armata molto capace. È stato a lungo, anche prima di entrare nell’UE, un paese prospero e democratico. 

Ma Volodymyr Zelensky e Oleksiy Arestovych non hanno mostrato alcun segno di voler adottare la soluzione finlandese per l’Ucraina. Le azioni e le numerose apparizioni video in scena dell’attore comico presidente Zelensky fuori di notte a Kiev (sempre ovviamente davanti a un green screen) e sugli schermi video di numerosi parlamenti stranieri, sono sembrate finora in linea con la linea avanzata nell’intervista con Arestovych del 2019. Nel 2019 e ancora oggi, Arestovych si sentiva così fiducioso perché sapeva che l’Ucraina avrebbe avuto la volontà dei circoli del potere occidentale alle spalle, e così è stato. Le élite occidentali, nel complesso, si sono radunate dietro a Zelensky e all’Ucraina come hanno fatto dietro i blocchi, le restrizioni e le iniezioni anti-COVID-19 del COVID-19, con un’uniformità quasi totale. 

Il motivo della sopravvivenza nazionale 

Vladimir Putin, da parte sua, sembra pronto a devastare parti dell’Ucraina orientale (mentre l’Ucraina occidentale – una regione molto vasta – è stata finora per lo più non toccata dalla guerra) per raggiungere i suoi obiettivi, che vede in definitiva come la sopravvivenza del popolo russo e dello stato russo. Non è tanto l’impero sovietico che Putin vuole resuscitare, quanto la grandezza dello Stato russo, che secondo lui riflette la grandezza del popolo russo, e vuole che quella grandezza sia riconosciuta nel mondo. I russi sono un grande popolo con una grande cultura, ma loro, come gli ucraini, hanno pochissima esperienza politica, e quella democratica vicina allo zero: solo circa 30 anni, dalla fine dell’URSS. Di fronte alla questione della sopravvivenza nazionale, tuttavia, la maggior parte dei paesi è stata disposta a violare il diritto internazionale. Gli Stati Uniti, per esempio, lo hanno fatto, nel 2003 invadendo l’Iraq: hanno  falsamente affermato che Saddam avesse armi di distruzione di massa, e lo hanno fatto nel 2001, invadendo l’Afghanistan, dove, sulla base di prove fin troppo false, quell’infelice paese è stato invaso dalla NATO guidata dagli Stati Uniti e soggetta a 20 anni di guerra e occupazione. L’Afghanistan è a migliaia di miglia di distanza dagli Stati Uniti, mentre l’Ucraina condivide con la Russia un confine lungo 1.282 miglia. Se basi e missili della NATO fossero installati in Ucraina, rappresenterebbero davvero una minaccia esistenziale per la Russia in caso di guerra, ed è così che l’URSS ha visto i missili americani in Turchia prima della crisi dei missili cubani nel 1962. Con l’Ucraina nella NATO, la distanza da Mosca da una base missilistica della NATO nell’Ucraina settentrionale sarebbe inferiore alla distanza tra Londra a Edimburgo [come tra Roma e Torino NDT], e il missile, se non abbattuto, arriverebbe a Mosca in meno di cinque minuti. Per eliminare un simile scenario nell’emisfero occidentale, il presidente Kennedy nel 1962 minacciò i sovietici con una guerra nucleare. Fecero marcia indietro e ritirarono i loro missili da Cuba, avendo ottenuto garanzie americane segrete che anche i missili statunitensi in Turchia sarebbero stati rimossi. In quell’occasione, Kennedy era pronto a rischiare l’annientamento del mondo; i russi hanno salvato il mondo da quel destino, facendo marcia indietro e facendo un patto. 

La lotta per il seme della cultura russa 

La guerra in Ucraina non è la semplice storia di un bullo e di uno sfavorito, “il drago Putin e le sue barbariche orde russe contro San Giorgio Zelensky e i suoi nobili ucraini sofferenti”, come potrebbero essere indotti a pensare quelli sotto l’incantesimo dei media mainstream – come lo erano nel 1914 (Serbia/Belgio) e nel 1939 (Polonia) – né si tratta di una semplice distrazione dal Covid o solo della fase successiva in rotta verso la distopia del ‘Great Reset’ di Klaus Schwab, come pensano molti nella scena anti-establishment . 

Alcuni di loro vedono la guerra in Ucraina come un sintomo di un importante cambiamento storico nell’ordine mondiale, poiché l’impero americano in declino cerca di respingere uno sforzo russo e cinese per rovesciare il “Nuovo Ordine Mondiale” guidato dagli Stati Uniti; altri vedono la Russia e la Cina altrettanto cattive e tecnocraticamente tiranniche quanto l’Occidente, come abbiamo visto durante la pandemia di COVID. La vera guerra è condotta dalle élite tecnocratiche contro tutta l’umanità, sostengono, e la guerra Russia-Ucraina è semplicemente usata da quelle élite per portare avanti la loro agenda: 

“….è una guerra tra la tecnocrazia e il resto del mondo. Quando il modello di governo dello stato nazione si dissolverà, sarà sostituito da leader del mondo aziendale, oligarchi delle banche centrali e istituzioni finanziarie private. Durante il crollo della catena di approvvigionamento globale, anche i sistemi finanziari e valutari si romperanno, consentendo ai poteri di emergenza delle banche centrali di sostituire le valute con un sistema di valute digitali. Le valute digitali richiedono l’identità digitale. L’identità digitale consentirà il reddito di base universale e il razionamento di tutte le necessità della vita. I governi si inchineranno, la tecnocrazia prenderà il sopravvento e il Grande Reset sarà completo”. (33) 

Tuttavia, questa guerra ha una sua genesi, contesto e sfondo, e coincide con la più ampia crisi globale del 21° secolo, attraverso la quale i signori Schwab, Gates, Musk, Fink & Co. stanno cercando di portarci tutti nella loro tecnocrazia , One World Order della “4a rivoluzione post-industriale” guidato dall’intelligenza artificiale. 

Se c’è un perdente in questa lotta, con le spalle al muro, in realtà è la Russia, o meglio, la Russia è l’orso aizzato dai cani occidentali che sono determinati a costringere l’orso russo a rispettare i dettami delle élite dell’Anglosfera e con il governo mondiale previsto, guidato da loro, che considerano desiderabile e inevitabile. L’Ucraina è stata usata dall’Occidente negli ultimi 20 anni come bastone per colpire l’orso russo e, nella sua furia disperata, l’orso ora si è scagliato contro suo fratello e sua sorella, una nazione slava, che riconosce – troppo tardi? – come lo stato preparato dall’Occidente per un uso aggressivo contro di lui, un po’ come il Giappone fu usato dall’Occidente contro la Russia nella guerra russo-giapponese del 1904-05. Senza il sostegno dell’Occidente, è molto probabile che il Giappone non avrebbe trionfato contro la Russia. In quell’occasione, la Russia fu anche in parte responsabile di essersi espansa imperialisticamente nella Cina nord-orientale, dove si imbatté nelle ambizioni dei giapponesi altrettanto avidi e imperialisti. In questo inizio del 21° secolo, tuttavia, prima del 2004 la Russia non cercava di espandere il proprio territorio. È stato l’Occidente, in Georgia nel 2008 e in Ucraina nel 2004 e 2014, a cercare di preparare l’Ucraina come arma contro la Russia. Lo sfortunato popolo ucraino, con poca esperienza di democrazia, è stato indotto da forze senza scrupoli in patria e all’estero a eleggere una serie di governi corrotti, guidati da oligarchi che sono stati soggetti alle pressioni e alle tangenti occidentali (non da ultimo Joe Biden e suo figlio Hunter) e che hanno messo a rischio la propria popolazione, pronta a sacrificarne molti per ottenere l’adesione alla NATO, obiettivo di tutti i Presidenti filo-occidentali dal 2004: Yushchenko (2005-2010), Turchynov (2014), Poroshenko (2014 -2019) e Zelensky (2019 -) 

 

 

L’aspetto esoterico di questo conflitto è che è la fase successiva di quella che Rudolf Steiner ha chiamato “la lotta per il nucleo della cultura russa tra i plutocrati angloamericani e il popolo dell’Europa centrale”. 

“La guerra” , ha detto, “… andrà avanti in una forma o nell’altra fino a quando le culture tedesca e slava non si saranno unite nell’obiettivo comune di liberare le persone dal giogo dell’Occidente”. Questo si richiederà, ha detto, “per vedere oltre e rivelare le menzogne con cui l’Occidente deve operare se vuole avere successo”,

Rudolf Steiner

una delle quali è la pretesa di difendere gli impulsi rivoluzionari di “libertà“, mentre in realtà si cerca di imporre il dominio del mondo attraverso metodi capitalisti. Altrimenti, ha detto, se le persone non riescono a resistere e non rivelano quelle menzogne, 

“cederanno il controllo del mondo a un gruppo occulto all’interno del mondo anglo-americano fino a quando, attraverso lo spargimento di sangue in futuro, il vero obiettivo spirituale della terra sarà ripristinato dai popoli nella regione sottomessa tedesco-slava”. (34) [ corsivo – RS ] 

Oggi, un sintomo principale di questa lotta in corso, è stato il gasdotto Nordstream II, che dalla Russia attraverso il Mar Baltico, arriva direttamente in Germania. Attraverso questo gasdotto, il rapporto tra Germania e Russia sarebbe stato ampliato e sviluppato, e non solo in termini economici. Ma attraverso la risposta dell’Occidente alla guerra in Ucraina, la leadership tedesca è stata convinta ad accantonare il controverso gasdotto, che diversi presidenti degli Stati Uniti sono stati determinati a vedere cancellato. Invece del gas russo a buon mercato, per la Germania e l’UE, il gas americano più costoso, verrà ora trasportato attraverso l’Oceano Atlantico da un flusso infinito di petroliere. Questo genere di cose è stato a lungo l’obiettivo anglo-americano: ridurre al minimo e terminare il più possibile i collegamenti tra la Russia e l’Europa centrale, affinché l’Occidente angloamericano possa prendere il controllo della Russia e dell’Oriente slavo.  

L’incubo di una tecnocrazia globale o dell’annientamento nucleare diventerà realtà, a meno che non venga avanzato e ampiamente compreso un modello diverso di società futura, che è stato rifiutato nell’Europa centrale cento anni fa, perché troppe persone a quel tempo erano ipnotizzate dal potere dello stato. 

Anche Rudolf Steiner, il proclamatore di quel modello, noto come la triarticolazione sociale, disse cento anni fa, nel 1922, che il momento storico del movimento della triarticolazione sociale, da lui avviato nel 1917 e pubblicamente proclamato dal 1919, era passato e che si sarebbero dovuti aspettare altri cento anni per un’altra opportunità, finché giungesse un nuovo tempo propizio. 

E il suo momento è ora, e non è solo propizio, ma critico. (35)  

 

Note  

1. Hanno impegnato circa 190.000 soldati nell’invasione e sono stati supportati da 34.000 soldati delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk. Le forze armate ucraine contavano 209.000 soldati regolari e 600.000 riservisti, 102.000 soldati paramilitari e 20.000 volontari stranieri. 

https://en.wikipedia.org/wiki/2022_Russian_invasion_of_Ukraine#Foreign_military_involvement  

  1. Vedi Karl Meyer e Shareen Brysac, Tournament of Shadows – The Great Game and the Race for Empire in Asia (2001), capitolo 5.
    3. Vedi Sean McMeekin, The Russian Origins of the First World War , (2011) capp. 1 e 4.
    4. Rudolf Steiner, Il karma della falsità vol. 1 , Collected Works GA 173, conferenza del 4 dicembre 1916.
    5. Cfr. J. Macgregor e Gerry Docherty, Prolonging the Agony (2017) cap. 30 e 31.
    6. Vedi Antonio. C. Sutton, Wall Street e la rivoluzione bolscevica (1974).
    7. Cfr. Z. Brzezinski, La grande scacchiera  (1997). Immaginava che la Russia fosse divisa in tre parti: la Russia europea, la Siberia e una Repubblica dell’Estremo Oriente. Leader ultranazionalisti ucraini come Yehven Karas del gruppo C14 fantasticano sulla rottura della Russia in 5 parti. L’intero libro può essere letto qui: https://web.archive.org/web/20210812092815/https:/www.cia.gov/library/abbottabad-compound/36/36669B7894E857AC4F3445EA646BFFE1_Zbigniew_Brzezinski_-_The_Grand_ChessBoard.doc.pdf
    8. Vedi R Conferenza di Steiner del 28.11.1914 GA 157.
    9. Andreas Bracher (a cura di) Kampf um den Russischen Kulturkeim [La lotta per il seme della cultura russa] (2014).
    10. Come nel flusso anglicano della “Chiesa alta” della Chiesa d’Inghilterra. Le conferenze di Harrison sono state ripubblicate con una lunga e molto utile introduzione di Christopher Bamford nel 1993 da Lindisfarne Press con il titolo: The Transcendental Universe .
    11. Oggi, la presunta ‘minaccia’ dell’asse Russia-Cina viene utilizzata per giustificare rapporti sempre più stretti tra i paesi anglofoni dei “Five Eyes”: USA, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda e Canada.
    12. Vedi Carroll Quigley, The Anglo-American Establishment (1949) p. 33f.
    13. Vedi John E. Kendle, The Round Table Movement and Imperial Union (1974) e WT Stead (a cura di) The Last Will and Testament of Cecil Rhodes (1902).
    14.La grande scacchiera , p.86.
    15. Vedi, ad esempio, Brzezinski sull’Ucraina: The Grand Chessboard , pp. 84-85, 92, 104, 113-114,121-122.
    16. Vedi The Grand Chessboard , pp 84, 121.
    17. The Grand Chessboard , p.92.
    18. La grande scacchiera , p.118.
    19. La grande scacchiera , p.120.
    20. La grande scacchiera , p.120.
    21. Affari esteri , settembre/ottobre 1997, vol. 76, n. 5.
    22. La grande scacchiera , p.122.
    23. Citato in T. Boardman,  Mapping the Millennium – Behind the Plans of the New World Order(1998 e 2013), pp. 139-140.
    24. 1907: firma dell’Intesa anglo-russa; 1917 rovesciamento dello zar. 1941 Hitler invase l’URSS; 1946 Discorso “Cortina di ferro” di Churchill negli Stati Uniti.
    25. The Economist , doppia emissione 26 dicembre 1992 – 8 gennaio 1993.
    26. Trattato di difesa AUKUS agosto 2021: Australia, Regno Unito e Stati Uniti. La Nuova Zelanda e il Canada si uniranno senza dubbio in un secondo momento, completando e formalizzando così la struttura di difesa e di intelligence dei “5 Eyes” – “Oceania” di Orwell.
    27. Un articolo dettagliato del giugno 2005 “Come combatteremmo la Cina” nel principale mensile dell’establishment della costa orientale americana “The Atlantic” dello specialista di politica estera neocon Robert Kaplan:  https://www.theatlantic.com/magazine/archive/2005/ 06/come-combatteremmo-la-cina/303959/    [questo link non funziona]
    28. https://in-this-together.com/ukraine-war-part-1/
    29. Es: https://www.bitchute.com/video/vLjA2LucDkuI/  e:  https://www.youtube. com/watch?v=u7uquXmOMIg   questo link non funziona
    30. https://www.rand.org/content/dam/rand/pubs/research_reports/RR3000/RR3063/RAND_RR3063.pdf  
    31. https://pete843.substack.com/p/ zelensky-e-kolomoisky?s=r   [questo link non funziona] e: 

https://festival-fumetti.com/host-https-www.aljazeera.com/news/2022/3/1/who-are-the-azov-regiment  

  1. https://www.youtube.com/watch?v=1xNHmHpERH8
    33. https://www.technocracy.news/war-in-ukraine-is-the-wefs-doorway-to-global-technocracy/
    34 Andreas Bracher (a cura di), Kampf um den russischen Kulturkeim (2014) p. 344.
    35. Cfr. R. Steiner, Towards Social Renewal (Rudolf Steiner Press, 1999), R. Steiner, The Social Future (Anthroposophic Press 1972) e Johannes Rohen, Functional Threefoldness: In the Human Organism and Human Society (2011) 

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta sulla rivista New View n. 103 da aprile a giugno 2022 

Terry Boardman

Tradotto dall’inglese da Diana Ambanelli per LiberoPensare

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