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Perché litighiamo, ci azzuffiamo, persino ci insultiamo, quando abbiamo diversità di opinioni?
Perché semplicemente non accettiamo che l’altro possa pensarla diversamente da noi?
Eppure non ci verrebbe mai in mente di prendercela con il nostro interlocutore se, di fronte ad un cielo azzurro, egli affermasse che la volta celeste è gialla.
Semplicemente ne dedurremmo che egli non è in grado di vedere i colori in modo regolare e non insisteremmo ulteriormente.

Quando noi siamo assolutamente certi della verità, non sentiamo la necessità di imporla all’altro.

Se le mie percezioni sono corrette e i miei sensi sani so di avere di fronte delle certezze su cui è superfluo insistere. Non sentiamo mai il bisogno di imporre la correttezza delle nostre percezioni del mondo fisico agli altri. Solo quando iniziano le interpretazioni della realtà allora le opinioni cominciano a far impallidire le certezze.

Allora sentiamo di voler aver ragione.

Quando non abbiamo una certezza assoluta, vogliamo aver ragione.
Chiamiamo Dio con nomi diversi e uccidiamo chi lo invoca con un altro nome.
Vogliamo giungere alle stesse mete e condanniamo senza appello chi percorre sentieri diversi per raggiungerle.

In realtà potremo evolvere pienamente come esseri umani solo se riusciremo a realizzare in noi un’assoluta tolleranza interiore per qualsiasi opinione, ben sapendo che ogni verità conseguita da ciascun essere umano rappresenta la misura del suo livello evolutivo.

Piero Cammerinesi

* * *

Intorno ad ogni oggetto ci sono due ragionamenti contrapposti.

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