di Piero Cammerinesi
(dipinto di Peter Gospodinov, www.peter-gospodinov.com)
Da qualche tempo si presentano con sempre maggiore insistenza delle sedicenti reincarnazioni di Rudolf Steiner.
Basandosi sul fatto che in varie occasioni egli aveva alluso al ritorno – a partire dalla fine del secolo scorso – di molti antroposofi che erano vissuti insieme a lui, oggi assistiamo ad un cospicuo gruppetto di ‘candidati’ che pretendono di essere la reincarnazione attuale di Steiner.
Per molte persone che seguono la Scienza dello Spirito – avvezzi a un pensiero più disincantato nei confronti di certe esternazioni – la cosa è stata considerata evidentemente come un fenomeno, diciamo così, folcloristico, pari a tanti altri di cui il web ci da ampia testimonianza.
Ma, da fenomeno minore, questa follia – non saprei come altro chiamarla – è diventata un argomento di conversazione molto diffuso; specialmente negli ultimi mesi si sono verificate interminabili discussioni su quest’argomento, in particolare in alcuni gruppi – americani e tedeschi – di Facebook.
Addirittura una delle più attive tra le pretese ‘reincarnazioni’ di Herr Doktor, l’americana Teresa Gahart, ha debitamente pubblicizzato la sua missiva, diretta alla Vorstand della Società Antroposofica, nella quale intimava alla Direzione del Goetheanum di dimettersi in massa per lasciar posto a lei, l’unica vera individualità adatta a guidare la Società antroposofica, trattandosi, appunto, della reincarnazione di Rudolf Steiner[1].
Naturalmente questi eventi hanno dato origine a infinite discussioni, aggressioni verbali, fazioni in lotta e rarefatte elucubrazioni a non finire. C’è forse miglior modo di sciupare il proprio tempo ritenendo, al contrario, di utilizzarlo al servizio dello Spirito?
Così un amico, Wolfgang Stadler, ha scritto a Judith von Halle, la quale evidentemente non segue i social network, per informarla di quanto sta serpeggiando nella comunità antroposofica internazionale e per chiederle un parere, onde mettere un punto fermo su questo delirio pseudo-spirituale.
Qui di seguito riporto dunque le considerazioni della von Halle sull’argomento, decisamente in linea con quanto un discepolo accorto e sagace della Via del pensiero di Rudolf Steiner avrebbe comunque potuto decisamente capire da solo.
Ecco le sue parole:
“Come discepoli della Scienza dello Spirito di Rudolf Steiner si ha una certa familiarità con l’essere di Rudolf Steiner solo per quel tanto di nessi spirituali cui egli volle accennare.
Il fatto che le sue dichiarazioni si rivolgano a tante persone, appartenenti anche alle correnti più diverse, è collegato ad un modo di comunicare che intende lasciare libero il destinatario della comunicazione.
Esistono soltanto pochi, pochissimi casi, in cui Rudolf Steiner espresse pubblicamente opinioni o sentimenti personali.
Ma non c’è stata sostanzialmente neppure una volta in cui egli abbia fornito informazioni sulla propria individualità, a parte quando ne fu espressamente richiesto dai più avanzati tra i suoi discepoli (ad esempio Anna Samweber o Friedrich Rittelmeyer).
Ma anche in questi casi i suoi accenni furono talmente criptici da non consentire di trarne delle conclusioni affidabili su chi egli/la-sua-entità fosse/sia.
E proprio questo è un segno distintivo del Maestro.
Un Maestro, o comunque qualcuno molto progredito sul sentiero evolutivo, non riverserebbe MAI nel mondo, senza esserne richiesto, informazioni sui misteri della propria individualità.
Perché?
Beh, di questo abbiamo parlato già diverse volte, e sarei felice con tutto il cuore qualora se ne richiamasse alla mente la memoria, giacché ne abbiamo urgente bisogno nella realtà quotidiana.
Gli accenni che, a suo tempo, Rudolf Steiner fece ai suoi discepoli, potevano avere un profondo significato esclusivamente per la Samweber o per Rittelmeyer o per XY, perché le indicazioni di Steiner erano di tale fatta da essere intese – nei confronti di chi, volta per volta, gli poneva il quesito – in un certo qual modo come ‘a domanda risponde’. Si trattava di qualcosa che il discepolo in questione era potenzialmente in grado di scoprire nel suo ulteriore percorso evolutivo, ma che non veniva offerto su un piatto d’argento, perché la risposta – se lui fosse stato impreparato – non gli sarebbe servita a nulla o, a seconda delle circostanze, avrebbe persino potuto trasformarsi in una sventura, senza parlare dell’impossibilità, per l’individualità di Rudolf Steiner, di continuare ad operare in modo serio.
Una conoscenza superiore viene trasmessa dai custodi superiori all’uomo, solo se questi è abbastanza maturo per assumersi anche la relativa responsabilità che tale conoscenza implica.
Il fatto che non tutti coloro che oggi chattano su Facebook siano maturi per questa responsabilità, non mi pare richieda ulteriore discussione. Per converso si può tranquillamente affermare che un Iniziato di alto livello ne ha piena consapevolezza.
Tuttavia anche un antroposofo non dovrebbe aver bisogno di una tale precisazione, vale a dire del fatto che un’individualità come quella di Lazzaro/Giovanni – o dello stesso Rudolf Steiner – non diffonderebbe un tale ‘autoritratto’, in quanto una simile individualità non sarebbe proprio ‘in grado’ di farlo.
Il tempo presente richiede al discepolo dello spirito una costante e attenta capacità di giudizio. E, aggiungerei, che ciò non sarà, nella maggior parte dei casi, particolarmente difficile, se egli non rinuncerà del tutto al proprio sano buon senso e al ‘senso di verità’ (citazione di R. St).
Non ho bisogno di scrivere questo a te, Wolfgang. Se, però, altri amici provenienti dai nostri circoli restano davvero sconcertati di fronte a queste sirene luciferiche [come quella di Teresa Garhart – nota di Wolfgang Stadler] che diffondono tali gravi menzogne, ebbene, allora può essere lecito chiedersi come mai questo possa effettivamente accadere se nei nostri circoli si lavora con costanza e in modo equilibrato”.